Attualità a cura di Maurizio Donini

Il barometro politico di Novembre 2023

LA MELONI METTE LE MANI NELLE TASCHE DEI PENSIONATI!

Il 2 dicembre 2022 il ministro delle finanze Giorgetti diceva: Su pensioni intervento doloroso ma
necessario.
Una frase che racchiude il profondo odio che il governo Meloni nutre nei confronti dei pensionati, una
delle prime mosse fu proprio quella su richiamata di tagliare l’adeguamento delle pensioni all’inflazione da
una soglia, non certo molto alta, in su. Taglio che era stato tolto da Draghi, ma prontamente riattivato dalla
Meloni e da Giorgetti, tante urla sul superare la Fornero da anni quelle gridate dalla Lega, ma che si
traducono poi in tagli sanguinosi e ripetuti.
La storia di risparmiare sulle pensioni degli italiani si ripete anche nella manovra finanziaria attuale,
nell’analisi del dipartimento previdenza della Cgil e dello Spi, si calcolano tagli pesantissimi sulle pensioni
nel biennio 2023-2024, che raggiungono 962 euro per una pensione lorda di 2.300 euro (netta 1.786), fino
ad arrivare a 4.849 euro lorde per un importo di pensione lorda pari a 3.840 euro (2.735 euro nette).
L’analisi del sindacato riporta: “Questi tagli proiettati sull’attesa di vita media raggiungono importi
elevatissimi, si parte da 6.673 euro netti per un pensionato con una pensione netta di 1.786 euro, fino a
raggiungere 36.329 euro nette, per una pensione di 2.735 euro nette. Come se questo non fosse sufficiente
il Governo intende cambiare dal 2027 gli indici con cui calcolare la rivalutazione delle pensioni, sostituendo
l’attuale indice di perequazione con il deflatore Pil. Lo studio dimostra ampiamente che questa modifica
avrebbe un impatto gravissimo sulle pensioni, con una perdita mensile di 78 euro per una pensione di 1.786
euro nette e di 230 euro per una pensione di 2.735 euro nette. Dati che se proiettati sull’attesa di vita
media, raggiungono importi che variano tra 18.019 euro fino a 35.051 euro di mancato guadagno.”.
La segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione ha concluso dichiarando: “Il governo Meloni fa cassa
sulle pensioni. Infatti, oltre ad essere riusciti nell’impresa clamorosa di peggiorare la legge Monti/Fornero,
azzerando qualsiasi forma di flessibilità in uscita, continua a tagliare per migliaia di euro la rivalutazione
delle pensioni”.
La segretaria nazionale dello Spi Cgil Tania Scacchetti ha spiegato: “Questo Esecutivo con la legge di
bilancio dello scorso anno aveva introdotto sia per il 2023 che per il 2024 un meccanismo di rivalutazione
fortemente penalizzante per le pensioni con trattamenti superiori a 4 volte il trattamento minimo, pensioni
di poco superiori alle 1.600 euro nette, altro che pensioni ricche. Le perdite per effetto della mancata
rivalutazione si trascinano naturalmente negli anni e non sono più recuperabili. Nei fatti, per legge, si
decide che non si possono garantire importi adeguati all’aumento del costo della vita. E lo si fa su quella
parte della popolazione che ha lavorato per una vita e che sostiene il welfare di questo Paese aiutando
spesso figli e nipoti.”.
Scelte che appaiono spiegabili solo presumendo che il governo di Fratelli d’Italia e alleati presuma che i
pensionati siano elettori della sinistra, e quindi vadano bastonati pesantemente, non coccolati e blanditi
come i balneari, i tassisti, la coldiretti, d’altronde le corporazioni sono nel dna dell’attuale governo… Ma
tornando ai conti, tagliare le pensioni ha un effetto di moltiplicatore negativo sul pil, meno reddito, meno
consumi, la spesa pubblica si traduce in un moltiplicatore dei consumi, quindi viene da chiedersi il motivo
di tanto accanimento. Ma le cose possono peggiorare ancora, sempre il governo Meloni sta pensando di
cambiare, ovviamente in peggio, il metodo di calcolo dell’adeguamento all’inflazione delle pensioni. Anche
l’età della messa a riposo è nel mirino del governo di centro-destra, l’idea è di fare andare tutti in pensione
con la vecchiaia a 67 anni (66 le donne), al limite penalizzando fortemente la quiescenza anticipata.
Superare la Fornero? Ma quando mai…
MAURIZIO DONINI