Attualità a cura di Maurizio Donini

Dai piani Covid alla norma salva Mediaset

Continua a calare la fiducia nel governo da parte degli italiani, come certifica l’ultimo sondaggio di
Emg-Acqua diffuso da Agorà su Raitre. In una settimana cruciale per le decisioni su come
fronteggiare la nuova ondata di contagi di Coronavirus, la percentuale di chi mantiene molta o
abbastanza fiducia nell’esecutivo è scesa di un punto, toccando quota 38. Di contro è risalita la
percentuale di italiani che hanno perso fiducia nel governo, salita a 58.
Ogni tanto qualche buontempone mi dice: “Ma tu che critichi il governo, se fossi al loro posto cosa
faresti che parli sempre?”. Ecco, ad esempio se fossi il premier Conte, il minsanità Speranza, il
supercommissario Arcuri dai mille incarichi, l’onnipotente CTS, vorrei avere sul tavolo i 20 piani
covid regionali, invece cosa accade? Che il commissario Cotticelli presentato da Conte e dalla ex-
ministra (governo Conte 1) Grillo come fenomenale, poi riconfermato con i complimenti dallo
stesso Conte e del mitico Speranza manco legge l’incarico di farlo. Già all’atto dell’insediamento
disse che avrebbe dovuto leggere le carte relative la situazione sanitaria della Calabria, ma non
leggere pare essere il suo vizio, infatti non si è accorto che gli toccava preparare il piano anti-covid.
Ma è tutta colpa sua? Sarebbe logico e doveroso, si presuppone, che qualcuno dei succitati
potentissimi poltronisti al governo dicesse: “Ehi caro Cotticelli, guarda che ho solo 19 piani, mi
manca la Calabria, per favore me la mandi?”.
Ma invece no, Speranza è troppo occupato a guardare i dati e fare piani di lockdown, Conte a
inserire norme per trasformare netturbini in vigili, erogare miliardi ad Alitalia, prorogare il suo
amico Vecchione ai servizi segreti, inserire di soppiatto una norma che a proteggere, tra gli altri, il
padre della sua compagna, a infilare la norma salvamediaset nell’ultimo decreto sbeffeggiando le
sentenze dei tribunali e incassando i ringraziamenti immediati di Osvaldo Napoli di Forza Italia,
tutto questo nei decreti covid. Il CTS poi passa più tempo in trasmissioni televisive che alla
scrivania, occupando pagine di giornali e piccolo schermo in maniera massiccia, evidentemente
anche loro si sono persi il fatto che mancasse un piano (almeno) su venti. Eppure il 13 settembre
2020 la presidente della Regione Jole Santelli, scomparsa il 15 ottobre scorso, aveva scritto al
presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, per esternare la sua contrarietà al
commissariamento della sanità calabrese: “…La fase Covid è stata gestita dalla Regione in assoluta
sintonia con il governo nazionale. Il nuovo piano sull’emergenza, invece, su richiesta dei
commissari è stato predisposto dagli stessi senza alcun coinvolgimento della Regione, e varato dal
Ministero competente. Il nuovo piano ribalta totalmente l’impostazione precedente e per quanto
mi riguarda lo trovo di difficile attuazione. Nella riunione con il commissario Arcuri e i ministri
Speranza e Boccia, il commissario Arcuri ha specificato che nelle Regioni in cui è presente il
commissariamento ad acta la Regione non è soggetto attuatore…”. Ma nemmeno di fronte a
questo il premier e tutte le task force di cui si avvale si sono poste il problema che mancasse un
piano covid in Calabria. Quindi alla domanda cosa faresti, io rispondo semplicemente che conterei
fino a 20, se ne ho solo 19 un problemino me lo porrei, una telefonata la farei. Ma forse tutto
questo è troppo semplice.
MAURIZIO DONINI