Attualità a cura di Maurizio Donini

La multiculturalità in azienda

“La multiculturalità in azienda: approcci gestionali per valorizzare una forza lavoro in continua
trasformazione” è il titolo della ricerca condotta da ADAPT per Assolombarda, che si inserisce nel
dibattito sul rapporto fra lavoratori stranieri e mercato del lavoro italiano. L’obiettivo è stato
duplice: delineare i confini del fenomeno e, a partire dal dialogo con un gruppo di imprese
lombarde, costruire approcci gestionali capaci di valorizzare la diversità dei lavoratori integrandola
con lo sviluppo complessivo degli assetti organizzativi.
La ricerca, nata su iniziativa e spunto di Assolombarda e realizzata in collaborazione con ADAPT, ha
inteso incrementare le conoscenze sul fenomeno e proporre azioni di policy per accompagnare un
management sempre più attento alla valorizzazione della diversità dei lavoratori nelle
organizzazioni. Nello studio sono stati realizzati due focus group con i rappresentanti delle
aziende, individuati tra amministratori, responsabili delle relazioni industriali, HR e Disability &
Diversity manager.
Le differenze di natura culturale si esplicano su diversi fronti: concezioni diverse del rapporto
gerarchico; modalità decisionali che possono essere autonome o condivise; una diversa
organizzazione del tempo; una differente gestione del rischio; una modalità diversa di esprimere i
propri bisogni e esigenze sul posto di lavoro. Tali differenze possono essere affrontate fornendo a
tutti i lavoratori una cornice appropriata per interpretare i propri e altrui comportamenti
attraverso attività di formazione sulla gestione e valorizzazione della diversità. Si tratta di
strumenti attraverso cui intervenire sul clima organizzativo dell’azienda e che rappresentano una
misura necessaria per affrontare situazioni di conflitto e presunta incomunicabilità tra culture. Un
management attento a sviluppare metodi e strumenti per gestire la multiculturalità deve riuscire a
mediare tra le esigenze aziendali e quelle dei singoli lavoratori, per trovare un accordo fra pratiche
e valori diversi e processi organizzativi, anche al fine di migliorare la produttività. A questo scopo
l’organizzazione più flessibile, in primis dell’orario lavorativo, può rivelarsi uno strumento efficace.
La presenza di lavoratori stranieri all’interno dell’impresa può semplificare l’inserimento di nuove
risorse, contribuendo a superare possibili criticità come la distanza linguistica o l’impatto delle
tradizioni culturali sull’organizzazione del lavoro. Secondo quanto sostenuto dalle aziende
coinvolte inoltre, operare in un assetto multiculturale può rappresentare una opportunità di
crescita per le aziende stesse, a patto che esse non si limitino a gestire la presenza di una
popolazione lavorativa multiculturale come conseguenza ineluttabile di un contesto sociale in
continuo mutamento, ma si mostrino sempre più interessate alla ricerca di risorse straniere, da
perseguire anche valorizzando la cooperazione con i partner esteri.
In sintesi, la prospettiva verso cui le imprese coinvolte si mostrano orientate è quella di
promuovere l’incontro tra culture diverse, mettendo a fattor comune il pluralismo e le opportunità
di crescita connesse. In questo solco si collocano le proposte di implementazione degli strumenti
di formazione e sensibilizzazione che, peraltro, traducono l’aspirazione a costruire una vera
“cultura comune”, ossia un sistema condiviso di valori all’interno del contesto aziendale. Questo
sistema non può prescindere dall’analisi e dalla comprensione effettiva delle differenze culturali e
dei modelli di comportamento che da queste discendono. Tali differenze generano, come
osservato, importanti effetti tanto sull’organizzazione del lavoro quanto sui rapporti interni ed
esterni all’impresa.

MAURIZIO DONINI