Da infolampo: invecchiamento attivo – sisma
Invecchiamento attivo: ieri audizione alla Camera
Si è svolta ieri l’audizione delle Segreterie nazionali dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp
Uil presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati per esaminare la proposta di legge
sull’impegno delle persone anziane per lo svolgimento di lavori di utilità sociale.
L’audizione era stata chiesta non solo per rappresentare il
punto di vista delle Organizzazioni Sindacali dei
pensionati sulla necessità di una legge quadro
sull’invecchiamento attivo e sulle caratteristiche che tale
legge dovrebbe avere, ma anche per manifestare le nostre
preoccupazioni sul carattere riduttivo delle proposte di
legge che affrontano il tema dell’invecchiamento attivo e
sui contenuti specifici di alcune delle proposte in esame.
Quello che chiediamo, infatti, è un approccio a 360 gradi
che affronti la tematica dell’invecchiamento attivo nella
sua complessità. La legge quadro dovrebbe muovere dalla
consapevolezza che l’invecchiamento attivo si costruisce
lungo tutto l’arco della vita, e affermare la necessità di
garantire alle persone anziane una vita dignitosa e una
partecipazione dinamica alla vita sociale, politica e
culturale, evidenziando l’importanza della partecipazione
attiva delle persone anziane, delle relazioni sociali e
familiari per contrastare la cultura dell’esclusione e la
solitudine.
La legge dovrebbe, inoltre, promuovere
l’autodeterminazione delle persone anziane,
valorizzandone il ruolo nella comunità, sia attraverso la
partecipazione in attività di utilità sociale che attraverso la
promozione di nuove forme di socializzazione e di
partecipazione, in un’ottica d’incontro intergenerazionale e interculturale.
Le domande e i chiarimenti formulati e richiesti dal Presidente della Commissione e dai numerosi
deputati presenti hanno segnalato una significativa attenzione alle problematiche da noi poste.
Abbiamo depositato una memoria che contiene le nostre richieste. Ora la Commissione procederà alla
definizione di un testo base unificato e chiederà all’Aula che sia riconosciuta alla Commissione la sede
legislativa. Valuteremo il testo definitivo una volta ultimato con l’augurio che risponda a quanto abbiamo
chiesto.
Le nostre richieste
Leggi tutto: http://www.spi.cgil.it/invecchiamento_legge_quadro
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Aree del sisma, il rischio si chiama spopolamento
La Cgil ha elaborato il Pses, un progetto che si pone come obiettivo quello di avviare da subito il
rafforzamento e la riqualificazione dei territori colpiti dal terremoto e, per estensione, delle zone interne
dell’Appennino
di Gaetano Sateriale
Negli incontri che i sindacati hanno avuto nelle ultime settimane con il Commissario alla ricostruzione e
il capo della Protezione civile, è emersa più volte la preoccupazione che, una volta superata la fase di
emergenza e di prima ricostruzione delle aree colpite dai ripetuti eventi sismici degli scorsi mesi, non vi
siano in quei territori le condizioni per un reinsediamento stabile della popolazione e delle attività
economiche e civili necessarie al consolidamento urbano e sociale. Si teme, al contrario, che continui lo
spopolamento delle aree interne dell’Appennino, iniziato ben prima del terremoto e dovuto alla
frammentazione dei centri urbani, alla scarsità delle strutture di servizio e alla fragilità di molte imprese.
Questa preoccupazione di un progressivo futuro spopolamento è condivisa dalle strutture sindacali
(nazionali, regionali e territoriali) del coordinamento Cgil delle aree del sisma. Per questo, parallelamente
alle iniziative legate alla fase di emergenza e di prima ricostruzione, lo stesso coordinamento ha di recente
elaborato un Progetto di sviluppo economico e sociale (Pses, leggi qui il testo del documento) con
l’obiettivo di avviare da subito il rafforzamento e la riqualificazione del territorio del sisma e, per
estensione, delle aree interne dell’Appennino. Primari campi di intervento del Pses, in una logica di
sostenibilità dell’area, sono le infrastrutture viarie e ferroviarie, le scuole e le università, le attività
economiche di agricoltura, industria e commercio, l’assistenza sociale e sanitaria, la salvaguardia e la
valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.
Non si tratta in nessuno di questi ambiti di riempire un vuoto assoluto, quanto di integrare, valorizzare e
implementare l’esistente. Nel progetto della Cgil si richiede la predisposizione di una “Zona economica
speciale”, che sia in grado, ai sensi della normativa europea in materia, di attrarre investimenti e facilitare
la creazione di nuove attività economiche, a partire dallo sviluppo di innovazione e ricerca e dalle filiere
produttive e commerciali già presenti: legate queste ultime alle caratteristiche delle facoltà universitarie
dell’area. Anche nell’ambito delle logiche della ricostruzione, è infatti opinione della Cgil che non sia
sufficiente “ricostruire tutto com’era prima” e che ricostruzione e innovazione tecnologica e di servizio
debbano essere strettamente legate, se si vogliono produrre maggiori e migliori occasioni di lavoro.
È il caso, tra gli altri, del sistema sanitario, che – data la frammentazione dei nuclei abitativi in frazioni
interne a piccoli Comuni – ha la necessità di essere riprogettato per reti di servizi di prima assistenza
diffusi nel territorio, piuttosto che non ripristinando un sistema esclusivamente centrato su ospedali per
acuzie, spesso lontani dai paesi appenninici. Quello della frammentazione e della dimensione ridotta dei
Comuni è uno dei problemi che vanno risolti attraverso la promozione di strumenti di coordinamento e
unione comunale, che mettano in grado, senza sopprimere le entità municipali originarie, di coordinare le
principali funzioni amministrative, in modo da poter gestire le esigenze di una popolazione anziana e
dispersa in frazioni. Soprattutto nell’emergenza, si è misurata la sproporzione esistente, anche a causa
della dimensione di molti Comuni, tra esigenze e servizi.
È infine convinzione della Cgil che vada promossa la potenzialità turistica dell’area del sisma attraverso
la creazione di Parchi naturali nazionali, collegati fra loro in un percorso appenninico più vasto, dotato di
capacità ricettive mirate, e che debba essere richiesto l’inserimento della città dell’Aquila e dei borghi
medievali appenninici nella World heritage list dell’Unesco. Il Progetto di sviluppo economico e sociale
sarà prossimamente presentato in quattro iniziative regionali con le strutture Cgil, e successivamente a un
confronto con Cisl e Uil e le istituzioni di governo territoriale, in un percorso di promozione, dal basso, di
programmi coerenti di rilancio delle economie e delle società colpite dal sisma, nonché di verifica
dell’impiego delle risorse dell’emergenza e dei fondi europei, nazionali e regionali legati allo sviluppo
delle aree interessate. Parallelamente, si dovrà dar vita a incontri con i ministeri interessati, per valutare il
grado di convergenza sulle proposte avanzate e avviare la realizzazione di un programma di
rafforzamento infrastrutturale, economico e di servizi delle aree interne del Paese.
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