Da Infolampo: Camusso – Bilancio di genere
Camusso: «Due sì per liberare il lavoro»
“Da oggi inizia la campagna elettorale. Voucher e appalti riguardano milioni di persone, non sono un
fenomeno marginale”. Quanto al quesito sui licenziamenti, unico dei tre bocciato dalla Consulta,
“valuteremo il ricorso alla Corte europea”
“Da oggi chiederemo tutti i giorni al governo di fissare la data in cui si vota”. È il primo commento del
segretario generale della Cgil Susanna Camusso dopo le
decisioni della Consulta sui referendum. La notizia di oggi,
ha aggiunto, “è che inizia una nuova campagna elettorale
per i due sì, una grande e impegnativa battaglia per liberare
il lavoro”, perché i temi dei voucher e degli appalti
“riguardano le condizioni di milioni di persone in questo
paese, non sono un fenomeno marginale”. Quanto al quesito
sui licenziamenti, unico bocciato dei tre, “valuteremo le
motivazioni della Consulta” e anche “la possibilità di
ricorrere alla Corte europea”. In ogni caso “continueremo la
nostra battaglia con gli strumenti della contrattazione e
dell’iniziativa legislativa”.
“Abbiamo notato in questi giorni un dibattito molto intenso
nel paese rispetto ai quesiti referendari – prosegue Camusso –. La nostra memoria non ci ricorda
precedenti analogie e pressioni quotidiane su come decidere. L’intervento del governo e dell’avvocatura
dello Stato non era dovuto – precisa il segretario Cgil –, era una scelta politica, e da questa scelta noi
partiamo per valutare le intenzioni del governo”.
Soffermandosi sul quesito non ammesso, quello sui licenziamenti illegittimi, Camusso spiega: “Noi siamo
convinti che la libertà dei lavoratori e delle lavoratrici passa attraverso la loro sicurezza, quindi
continueremo con la nostra iniziativa contrattuale per stabilire diritti. Continueremo questa battaglia con
gli strumenti che contrattazione e iniziativa legislativa ci permettono”
Parlando dei due quesiti ammessi, Camusso ha ricordato che “appalti e voucher riguardano la condizioni
di milioni di lavoratori in questo paese, non è un fenomeno marginale. I voucher sono aumentati in questi
anni del 27.000 per cento. Mentre quello degli appalti è il fenomeno più inquinabile e soggetto a truffe ai
danni dei lavoratori, con aziende che appaiono e scompaiono.
Rispondendo al presidente dell’Inps, Tito Boeri, che su Repubblica ha indicato in 750mila unità l’utilizzo
di voucher fatto dalla Cgil, Susanna Camusso ha sottolineato che “si tratta per noi dell’equivalente di 3
persone e mezzo l’anno”. Poi però ha aggiunto: “Come fa l’Inps ad avere i dati dei voucher che
riguardano le grandi organizzazioni, ma poi a non risponderci sull’utilizzo globale dei voucher nel nostro
paese? Rinnoviamo la nostra richiesta all’Inps”.
Il segretario generale della Cgil ricorda che, da alcuni dati formali Inps, emerge che “per quanto riguarda
le classi di età impegnate, coloro che sono in pensione sono lo 0,5% dei fruitori di voucher. La classe
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Il bilancio di genere: un inquadramento generale
L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha realizzato un Focus per evidenziare le principali
caratteristiche e problematiche connesse con il bilancio di genere, alla luce della sperimentazione di
questo strumento a livello nazionale recentemente rilanciata nell’ambito della riforma della struttura del
bilancio dello Stato.
Nonostante i progressi realizzati negli anni più recenti, l’Italia continua a essere tra i paesi caratterizzati
da elevati divari di genere: bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, minore tasso di
occupazione, segmentazione orizzontale e verticale, scarsa presenza nelle posizioni apicali delle imprese
quotate e dei governi locali.
Una sistematica valutazione, ex ante ed ex post, delle politiche pubbliche in un’ottica di genere potrebbe
costituire un utile supporto per azioni miranti a incidere sul divario di genere. Il bilancio di genere è lo
strumento riconosciuto internazionalmente come utile a indirizzare le politiche pubbliche in questa
direzione.
Il Focus fornisce una descrizione sintetica di cosa si intende per bilancio di genere, sottolineando che non
si tratta, come spesso erroneamente considerato, di una nuova forma di bilancio che si aggiunge a quelle
esistenti, ma soprattutto di un’analisi di impatto con ottica di genere delle politiche pubbliche.
L’analisi si sofferma sull’esperienza italiana realizzata soprattutto a livello locale, illustrando i principali
recenti riferimenti normativi e le caratteristiche e i modelli prevalenti nei tentativi di bilancio di genere
realizzati nel nostro Paese. Nell’ambito di questa rassegna, emerge un quadro frammentario e discontinuo
in cui il gender budgeting consiste, in molti casi, in poco più di una analisi di contesto. Solo
sporadicamente si registrano forme di coordinamento tra le varie realtà amministrative e quasi sempre le
singole analisi di genere non sono confluite in un progetto più ampio che interessi l’intera
Amministrazione, non essendo finora previste linee-guida comuni generalmente valide.
La quantificazione dell’impatto degli interventi pubblici sul divario di genere e su altre forme rilevanti di
disuguaglianza, viene rilevato nel Focus UPB, assumerebbe maggiore efficacia se effettuata nel contesto
di una valutazione complessiva e sistematica, ex ante ed ex post, delle politiche pubbliche, nell’ambito di
un bilancio orientato alla performance. Affinché il bilancio di genere non si traduca in un esercizio
contabile, l’analisi andrebbe concentrata soprattutto in quei settori in cui è più evidente una disparità di
genere, attraverso lo sviluppo di indicatori specifici di risultato, in grado anche di indirizzare le politiche
pubbliche. È opportuno altresì coordinare la sperimentazione sul bilancio di genere con le altre iniziative
in corso relative all’uguaglianza di genere, soprattutto con riferimento all’applicazione degli indicatori di
benessere (BES) e all’attuazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
La realizzazione del bilancio di genere richiede, tuttavia, la disponibilità di dati tempestivi, di qualità
elevata, armonizzati a livello nazionale e coerenti con quelli sovranazionali, per individuare le macroaree
di intervento e monitorare i progressi realizzati.
Testo della pubblicazione
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