Attualità a cura di Maurizio DoniniUltimissime Notizie

M5s prove di suicidio assistito

m5s017“Siete invitati a una festa, che durerà due giorni. Non ci sono regole. Indossate ciò che volete, dite ciò che

pensate, cantate, ballate, pregate, ma non piangete davanti a me. Ok, una regola c’è”.

Betsy Davis

La frase su riportata è seria e tragica e si riferisce ad una storia seria, anche se affrontata in maniera

ammirabile dalla sfortunata protagonista, ma si può adattare anche alle vicende tragicomiche in cui si infila

il Movimento 5 Stelle. Una organizzazione, o partito che dir si voglia, porto cui dovrà approdare prima o poi,

animato da ideali bellissimi, ma governato a volte in maniera decisamente dilettantesca.

Già era parso imbarazzante la dichiarazione fatta da quel bravo, ma a volte poco lucido, Di Maio nel salotto

della Gruber in cui sperava nella nazionalizzazione di MPS. Sponda su cui il neo premier Gentiloni si è

tuffato mettendo 20 miliardi di euro a carico degli italiani, e contando che le sofferenze totali del sistema

bancario assommano a 99 miliardi, non sarà finita qui.

Ma la vicenda Ukip/Efdd vs. Alde è sconfinata nel grottesco, già era discutibile, pur se dichiarata obbligata,

la scelta di affiancarsi ai beceri soci di Farage, ma l’imbarco sulla nave di Verhofstadt è stato caratterizzato

da tante inadeguatezze comportamentali da consigliare corsi di relazioni internazionali a molti esponenti

pentastellati. Non è necessario ribadire che quando si va al voto, in questi casi, i giochi sono già fatti, Davide

Casaleggio e chi lo ha accompagnato nella trattativa avrebbe dovuto fare cose normalissime, andare ai vari

consessi dei partiti che fanno parte dell’Alde e mostrare toni e contenuti del Movimento. Sarebbe dovuto

arrivare al voto finale avendo già l’assenso delle parti, il voto finale doveva evidentemente essere solo il

suggello formale ad una trattativa sapientemente portata avanti.

Invece sono andate in onda le comiche, squilli di tromba e disorientamento della base per una improvvisa e

non annunciata votazione, approdo in aula Alde per entrare in un movimento liberale e democratico,

ritorno a Canossa/Farage con il capo cosparso di cenere e rinunciando oltretutto a vari incarichi per farsi

perdonare. C’è bisogno di dire altro?

Scuse non se ne sono viste, attacchi ad alcuni eletti che si sono tirati fuori, a torto o a ragione, da questo

marasma, minacce di escutere penali che si sa benissimo sono prive di qualsiasi base legale. Resta il fatto

che ogni volta che il Movimento pare sul punto di spiccare il salto definitivo e prendere le redini, qualcuno

in cima combina disastri che fanno perdere tempo e consenso, forse maggiore umiltà, consapevolezza, ed

anche preparazione non guasterebbero.

MAURIZIO DONINI