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Unire Fermo e Porto San Giorgio?

000unione00Unire Fermo e Porto San Giorgio? In politica, l’arte del possibile non è solo un esercizio o una proposta per vedere l’effetto che fa. La sortita dell’ex Sindaco Andrea Agostini ha avuto quantomeno il merito di riaprire un dibattito, anche se i primi ad avventarsi sull’argomento sono stati vecchi arnesi anni 70/80, con le loro belle responsabilità politiche sui destini delle due città. Un dato è sicuramente certo. Le unioni dei comuni, fatta eccezione la provincia di Pesaro, dove sindaci lungimiranti stanno lavorando da tempo su varie aggregazioni, alcune già realizzate, non procede secondo quanto dettato dal decreto legge per la fusione, almeno dei comuni sotto ai cinquemila abitanti. Figuriamoci il lavoro necessario per quelli più grandi. Eppure le aggregazioni, non fusioni, avrebbero un loro senso, tanto più oggi in tempi di revisione delle spese, più razionale gestione dei servizi, ottimizzazione dell’impiego del personale, senza contare…….. i vantaggi nella gestione del territorio e delle risorse naturali e turistiche. Questa mattina sul Resto del Carlino, nel suo Pungiglione domenicale, Stefano Cesetti, fa magistralmente il punto e annota alcuni elementi che non dovrebbero sfuggire ai due primi cittadini di Fermo e Porto San Giorgio, ma noi aggiungiamo in particolare a Calcinaro. Cesetti, senza un filo di polemica indirizza al sindaco Calcinaro alcune “raccomandazioni, che lo stesso dovrebbe tenere nel debito conto e tra queste la più importante è quella relativa al ruolo della città e del suo sindaco. Forse l’unione tra Fermo e Porto San Giorgio, anche se molti degli antichi oppositori non ci sono più sarà dura a realizzarsi, ma una stretta collaborazione, una gestione comune di alcuni servizi e la realizzazione coordinata di alcune opere infrastrutturali urgenti e improcrastinabili si può avviare. A Fermo sono ormai più di 100 giorni che la giunta è in carica, va bene la gestione delle situazioni pregresse, la necessità di sistemare al minimo la macchina comunale e la gestione delle questioni emerse nel frattempo, ma altri 100 giorni e siamo alla fine dell’anno, senza un piano evidente di interventi decisivi sulle questioni più delicate ed importanti. Le vogliamo ancora una volta ricordare a Calcinaro. La valorizzazione del patrimonio comunale, un piano organico per il rilancio del centro storico, comprendente tra l’altro la gestione e la destinazione degli immobili ricadenti nel perimetro, Fontevecchia, ex Consorzio, ex autostazione, Casina dele rose, Palazzo trevisani e via di questo passo. Di seguito ci sarebbero da studiare le problematiche delle frazioni, 16 sono quelle della città, ma in particolare questa amministrazione dovrebbe innanzitutto chiarire quale ruolo e quale futuro deve avere Fermo, città di cultura, storia, servizi, al fine di lavorare al potenziamento di quei settori ritenuti nevralgici. Stesso discorso per Loira. L’impressione prevalente è la difficoltà per questo sindaco di andare oltre l’ordinario, di uscire dai confini stretti, non solo geografici della città. Quando loda spassionatamente la gestione della stagione turistica, definendola un successo, da l’impressione di essere prigioniero di un cliché, di non riuscire ad immaginare altro rispetto a quanto fatto finora, a non riuscire ad immaginare un salto di qualità, in forza di alcune potenzialità inespresse e sulla cui gestione grava un’ombra di incertezza. In questo scenario impegnare le città a valutare la loro unione appare poco profittevole, se prima non emerge una leadership in grado di superare dubbi perplessità, ambiguità e le normali resistenze di certa politica, che vede nella semplificazione amministrativa una perdita di potere e soprattutto di posti utili ai fini elettorali.

ARES