Un’”Illusione” Garantita!
Dei due milioni di giovani interessati al progetto di Garanzia Giovani poco meno di 500 mila si sono registrati. Di questi solo 12 mila hanno ricevuto un’offerta di lavoro o di formazione secondo dati certificati inviati direttamente alla Commissione UE direttamente al suo presidente Katainen. Con enfasi propria del governo Renzi il Ministro Poletti annunciava poco meno di un anno fa il lancio di Garanzia Giovani un progetto teso ad interessare una platea potenziale di 900 mila giovani, con un plafond da parte dell’Unione Europe a di 1,5 miliardi. I fondi sono stati distribuiti tra le Regioni in base alla percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni senza lavoro e non attivi nello studio, ma le Regioni e per esse le Provincie in via di smobilitazione, quindi i centri per l’impiego, incaricati di gestire il programma non sono stati all’altezza dei compiti. Profilazione sbagliata dei giovani, scarse adesioni delle aziende, assenza di coordinamento, strutture e incaricati impreparati culturalmente a gestire il programma. A pochi mesi dall’avvio pare siano pure finiti i fondi, quindi coloro, fortunati ad aver trovato una occupazione o un tirocinio sono rimasti fino ad ora a bocca asciutta. Non certo per caso e sarebbe opportuna una indagine approfondita anche sul comportamento di alcune aziende che avevano aderito a Garanzia Giovani per capire le loro reali intenzioni. Ora la UE per prima vuole vederci chiaro anche a seguito di un rapporto inviato dal centro studi Adapt, fondato nel 2000 dal compianto marco Biagi. A fronte di dati lusinghieri pubblicati dall’esecutivo italiano in Europa risulta tutto un altro film e la possibilità che arrivino altri fondi è legata alla corretta attuazione del progetto. Su questo fronte come abbiamo più volte ricordato anche il Ministro Poletti ha fatto autocritica ammettendo di fatto il mancato funzionamento di Garanzia Giovani e provvedendo ad inviare due decreti alla Corte dei Conti per integrare il programma. Inoltre dalla fine del 2014 manca l’autorità di coordinamento, in quanto non sono stati ancora approvata la riforma dei servizi per il lavoro, quindi Garanzia Giovani e azzoppata due volte, oltre al fatto che alcune Regioni hanno speso parte dei fondi in siti internet che non funzionano, o non servono alla bisogna, ovvero in attività convegnistica tesa solo dare visibilità al politico di turno. Nei giorni scorsi poletti, non senza una buona dose di ironia ha affermato che l’errore è nel nome del programma, “Garanzia Giovani, secondo il Ministro induceva a credere che vi fosse una garanzia pe ril posto di lavoro, mentre sempre secondo il ministro così non è, “doveva essere indicata come Patto e non garanzia”, come se le parole in questo caso fossero sostanza. Piuttosto il Ministro si occupi di capire cosa è successo nei Centri per l’Impiego, come sono stati gestiti i fondi, come sono stati profilati i giovani, perché sono stai bellamente illusi, piuttosto che soffermarsi sull’analisi delle parole. Meno chiacchiere e più fatti, ministro, aspettiamo il Jobs Act con la quasi certezza che sarà la replica estta di garanzia Giovani. Infine non sarebbe opportuno farci conoscere come sono stati spesi i soldi di Garanzia Giovani dal momento che fino a qualche giorno a i giovani non erano stati ancora pagati?
ARES