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Volevano abolire le Provincie non sono riusciti ad abolire i Consorzi di Bonifica!

000consorzibonificaCi hanno provato con l’abolizione delle Provincie ed vi abbiamo raccontato nelle scorse settimane cosa sta succedendo. Con i Consorzi di Bonifica o meglio uno dei poltronifici più resistenti del paese non ci hanno proprio provato. I Consorzi sono stati creati nel ventennio e a tutt’oggi prosperano, anche se non proliferano. Oggi sono in tutto centoventi, con competenze interregionali dopo gli accorpamenti. A questi vanno aggiunti i 25 enti di bonifica montana, “di miglioramento fondiario”. Dovrebbero essere a guardia di fossati, fiumi, presidiare un territorio largamente a rischio idrogeologico come quello italiano, lo fanno davvero? E quanto costano ad una parte consistente di cittadini italiani? I Consorzi hanno radici difficilmente estirpabili, istituiti con regio decreto 215 del 1933 contano su 7.500 dipendenti, ma gli operai sono solamente un terzo circa. Ai Presidenti vengono corrisposti in media 33.500 euro annui ed i consiglieri prendono circa 30 euro quale gettone di presenza. Con lo “sforbicia Italia” Matteo Renzi in una delle sue innumerevoli promesse aveva annunciato la eliminazione dei Consorzi, che intanto hanno allargato il loro bacino di influenza e l’area stessa di riscossione coinvolgendo spesso soggetti lontani chilometri dalle aree dove sono state realizzate opere di bonifica. Lo scopo intuibile è aumentare le contribuzioni per far fronte alle spese crescenti, mentre il Paese frana e 8 comuni su 10 sono a rischio idrogeologico. Possono essere i Consorzi i garanti della difesa del territorio? No certamente, anche in virtù di organigrammi e competenze non più rispondenti alle esigenze di  messa in sicurezza del territorio, neppure per la dotazione dei fondi, nonostante i contributi di Comuni, Provincie e Regioni oltre ai 212 mln di euro dei proprietari urbani. Purtroppo nonostante le promesse di Renzi  i Consorzi resistono, servono alla politica, servono come compensazione per i politici spesso trombati o per gli amici chiamati a fare da cinghia di trasmissione elettorale. D’altro canto le elezioni per la elezione dei Consigli vedono spesso una sparuta pattuglia di votanti e così è facile piazzare ex burocrati, ex politici, riciclati di varia natura e di questo passo cresce la disaffezione e il malcontento, perché a pagare sono sempre e solo i cittadini anche in caso di disastri ambientali e idrogeologici, come insegna il caso Genova o il recente fenomeno alluvionale in a Massa Carrara. Dov’erano i Consorzi?

ARES