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Prodi: “Perforiamo le regioni meridionali e l’Adriatico per estrarre petrolio”

perforazioniDa quando ha deciso di ritirarsi, non ritirando la tessera del Pd e decidendo di occuparsi strettamente del ruolo di inviato dell’ONU nelle regioni più martoriate dell’Africa, Romano Prodi non ha perso occasione, anche settimanalmente di rilasciare dichiarazioni e interviste sui temi più disparati. Forse non vuole essere dimenticato, o forse come per tutti i politici l’oblio, dopo la batosta della mancata elezione al Quirinale, pesa come un macigno. Sta di fatto che l’ultima esternazione è la più gustosa ed anche forse la più lontana dalle attitudini e competenze del professore. E’ pur vero che l’argomento è pur sempre l’economia e la crisi economica, ma le previsioni del professore toccano le potenzialità estrattive del nostro Paese in campo petrolifero. Si proprio di petrolio parla Prodi e della possibilità di perforare la Basilicata, le regioni vicine e il mare adriatico per estrarre fino a 22mln di barili di greggio, in grado di muovere investimenti per 15 miliardi e dare occupazione su larga scala. Naturalmente il professore conscio delle conseguenze di un simile ragionamento mette le mani avanti e premette come tutte le operazioni dovrebbero essere fatte nella massima sicurezza al fine di evitare potenziali rischi sismici. prodi sa bene infatti quali sono le conclusioni della commissione di studio sul sisma in Emilia Romagna e seppure al nostro Paese farebbe certamente comodo diventare uno dei maggiori produttori di greggio in Europa egli sa bene quanto sia forte la sensibilità ambientale e quali quanti problemi stanno creando alcune piattaforme in adriatico. Forse sarebbe opportuno per il professore un tranquillo e sereno periodo di riflessione e studi, l’Italia ne ha già fin troppi di salvatori della patria,  alchimisti e geologi mancati.

ARES