Un Paese senza capo nè coda
“Confusione Autovelox: finti ma legali?”. Sembrano non arrestarsi mai le polemiche sui dispositivi, vero terrore degli automobilisti, che puntano a fare da deterrente all’alta velocità stradale. E di una enorme confusione di normativa e disposizioni parla l’Aduc. “Da una parte le amministrazioni comunali inventano modi “per far cassa” – si legge in un comunicato online -, dall’altra il ministero dei Trasporti alimenta le violazioni di legge”.
Secondo l’Aduc il ministero dei Trasporti ha aperto un nuovo capitolo della infinita vicenda con le circolari dell’8 e 18 aprile scorsi, che riconoscono la legittimità degli scatolotti vuoti che alcuni Comuni usano fingendo che dentro ci sia una macchinetta autovelox. “A patto che ogni tanto – spiegano le circolari – vengano usati con all’interno un vero dispositivo”. Ma il colmo, sempre secondo l’Aduc, lo si raggiunge quando il Ministero smentisce se stesso e il proprio ministro.
Infatti lo scorso 19 marzo il capo di Gabinetto del ministro Maurizio Lupi scriveva al presidente dell’Anci, Piero Fassino: i finti autovelox “non sono inquadrabili in alcuna delle categorie di dispositivo o di segnaletica previste dal vigente Codice della Strada” e pertanto “non sono suscettibili né di omologazione né di approvazione…”. Poi a seguire, il 26 marzo, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, sul suo blog ribadiva che “gli autovelox finti non possono essere comprati e installati dai Comuni, pena sanzioni”.
In conclusione l’Aduc denuncia, oltre alla perdita di credibilità delle autorità, anche una ricaduta negativa sui cittadini e sul Diritto, vere “vittime” dell’attuale confusione.