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Franceschini: L’Aquila deve essere solo un punto di partenza

0giacimenti“Un bel museo non serve a niente, ci vuole una città viva. Ecco perché la sfida tutta italiana è quella di riconsegnare L’Aquila in cinque anni agli aquilani, ma nello stesso tempo farla ridiventare quella meraviglia architettonica che era, in un contesto di città vissuta”. E’ il primo commento del ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, al termine del suo breve, ma intenso giro nel centro storico massacrato dal sisma del 6 aprile. “Ero già venuto il 7 aprile 2009, in veste di privato cittadino, benché all’epoca fossi segretario del Pd, per capire cosa fosse successo. In seguito ci sono venuto altre volte – ha proseguito Franceschini -. So che all’Aquila c’è stato impegno da parte dello Stato, ma anche tanti ritardi e promesse non sempre rispettate. So anche che non si può ricostruire questo centro storico così meraviglioso solo con l’impegno delle risorse locali o con regole di ordinanza. La nostra sfida ora è quella per un progetto di ‘L’Aquila viva’, per consegnarla in cinque anni al resto del mondo, con gente felice e con una potenzialità turistica enorme”.

La prima uscita del neo ministro dei Beni Culturali Franceschini è sicuramente significativa, ma in questo settore c’è molto da fare. In primo luogo ripristinare il nucleo di “cacciatori” di tesori trafugati e finiti in collezioni private o in musei famosi. Il nucleo dei cacciatori, nel passato guidato dall’avv. Fiorilli ha perso le sue specificità a fronte delle centinaia di reperti di valore inestimabile ancora presenti fuori dai nostri confini. In seguito dovrebbe proseguire mettendo a profitto i nostri giacimenti culturali con una politica di valorizzazione e circuitazione soprattutto all’estero, così da creare un flusso turistico continuativo e profittevole. Ce la farà? E’ sperabile dal momento che la valorizzazione dei nostri giacimenti porterebbe vantaggi significativi all’occupazione, in particolare giovanile.