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Terremoto: i sindacati incontrano i parlamentari marchigiani

sisma-centro-itajpgA cinque mesi dall’inizio della crisi sismica che ha colpito il Centro Italia, non sono ancora stati resi operativi

gli strumenti di sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti, autonomi e collaboratori: 259 milioni di euro

sono ancora bloccati in attesa della stipula della convenzione tra il Ministero del lavoro e delle politiche

sociali, il Ministero dell’economia e delle finanze e i Presidenti delle Regioni colpite. Le scosse degli ultimi

giorni rendono ancor più urgente la proroga al 31 dicembre 2017 del trattamento di integrazione salariale,

previsto sempre dalla legge 229/2016, in favore dei lavoratori del settore privato, compreso quello agricolo,

impossibilitati in tutto o in parte a prestare l’attività lavorativa: una situazione che si è aggravata nell’ultima

settimana a causa dell’emergenza neve, che ha di fatto impedito o compromesso l’attività lavorativa,

soprattutto di agricoltori e allevatori, nelle aree dell’entroterra.

Se è vero che la legge 229 contiene numerose misure a favore delle popolazioni e dei territori colpiti dal

sisma, è altrettanto innegabile che è necessario correggere alcune incongruenze che stanno dando luogo a

situazioni paradossali: i residenti nei Comuni del “cratere” che lavorano però al di fuori di esso non possono

richiedere la sospensione delle ritenute alla fonte (la cosiddetta busta paga pesante), così come i

pensionati, perché la normativa concede questa possibilità solo ai sostituti d’imposta domiciliati nelle aree

colpite.

Il trasferimento sulla costa di parte della popolazione ha costretto migliaia di lavoratori a coprire lunghe

distanze, talvolta di poco inferiori ai 100 chilometri, per recarsi sul luogo di lavoro: per questo motivo

sarebbe auspicabile l’istituzione di un fondo per il rimborso delle spese di trasporto per gli spostamenti

dalle zone di alloggio temporaneo al luogo di lavoro o dalla residenza del lavoratore al luogo di lavoro in

caso di delocalizzazione dell’attività produttiva; tale fondo dovrebbe intervenire a rimborsare anche i costi

sostenuti dalle imprese private e da enti e strutture pubbliche per il trasposto dei propri dipendenti.

Un’altra esigenza emersa dal temporaneo trasferimento sulla costa riguarda gli istituti scolastici dei Comuni

terremotati, per i quali si ritiene necessaria una deroga ai requisiti minimi per il mantenimento

dell’autonomia scolastica, in considerazione della non prevedibilità dei tempi della ricostruzione e

nell’ottica di scongiurare il rischio di impoverimento dei servizi e di spopolamento delle zone terremotate.

Queste e altre proposte sono state avanzate da Cgil Cisl e Uil delle Marche ai parlamentari regionali nel

corso dell’incontro tenuto oggi, venerdì 20 gennaio.

«Un incontro positivo – dichiarano i sindacati – in cui tutti i parlamentari hanno recepito le proposte

presentate e hanno annunciato che alcune risposte, come quella sulla busta paga pesante, giungeranno già

con il decreto Milleproroghe. Altre questioni saranno affrontate con provvedimenti specifici.» Per quanto

riguarda gli ammortizzatori sociali, nel corso dell’incontro è stata annunciata la firma della convenzione.