Fra le emozioni primarie e quelle secondarie
Emozione: Impressione viva, turbamento, eccitazione: l’e. della vincita, di quell’inatteso incontro; le e. del
viaggio; andare in cerca di nuove e.; essere in preda all’e., a un’intensa e.; essere preso, essere sopraffatto
dall’e.; la forte e. gli impediva di parlare
– Treccani.it –
Viviamo di emozioni, oppure non viviamo, luogo comune diffuso ad ogni piè sospinto, ovviamente nel
sentire comune leghiamo la parola emozione sempre e solo a qualcosa di positivo, ma questa invece può
essere anche negativa. Vero è che di fronte ad una serie di informazioni il nostro cervello tende a trattenere
ed elaborare quelle che ritiene più credibili (illusionisti docet) e quelle positive, scartando o tralasciando nel
tempo le negative.
Siamo in tempo di esami scolastici, ansia e paura sono emozioni, ma poi rimarrà solo il ricordo della
meritata (?) promozione, il resto andrà fortunatamente cancellato dalle sabbie del tempo e dalle sinapsi
autopotrettive. Nel 2008 Ekman in Nuova Guinea studiò le emozioni degli indigeni abitanti quelle zone, il
cibo così appetitoso per lui e per noi, a loro risultava disgustoso. Da questo derivò la teoria delle emozioni
primarie e secondarie, le prime sono quelle insite nel dna di ognuno di noi e che portiamo con noi dalla
nascita, fanno parte del nostro essere. Le secondarie invece sono quelle che si sviluppano nel tempo ed
attraverso l’interazione sociale, se il su richiamato disgusto, assieme ad ansia, paura, rabbia, ad esempio,
sono emozioni primarie, il variegato mondo che comprende gelosia, rassegnazione, nostalgia, vergogna,
speranza, sono tutte secondarie interiorizzate nel tempo.
Dopo avere ridotto le emozioni a pura scienza, possiamo raffreddare ulteriormente il tutto aggiungendo
che questi stati di alterazioni si basano sulle zone del cervello che reagiscono agli stimoli, encefalo,
amigdala e talamo, a qualcuno è rimasta ancora la voglia di provare emozioni?
Vediamo di portare un poco di sensibilità e romanticismo in questo panorama glaciale, prima di arrivare
all’elaborazione fatta dalle varie zone del cervello a questo preposte, c’è la componente più propriamente
‘emozionale’. Vedi qualcosa che Ti colpisce, una frustata improvvisa, e cosa succede? Sguardo perso, battito
del cuore accelerato, sudorazione, respirazione affrettata, ecco che il lato umano ed artistico ritorna
preminente sulla scienza.
Quale scrigno più fornito dello zuccheroso mondo di Harmony (non vogliatemene) troveremmo l’emozione
descritta come “….se lo sentiva sussurrare all’orecchio mentre la possedeva le fece provare un’emozione
violenta e improvvisa.”, o anche “Non le era mai capitato di provare un’emozione cos’ violenta, come se
un’improvvisa ondata di ardente desiderio stesse per travolgerla.”. Ecco, a leggere queste definizioni
saremmo tentati di tornare alla fredda austerità della fisica e della psicologia, ma non sarà magari una
forma di invidia perché avremmo voluto provare queste emozioni e non ci è capitato? Ma questo è un altro
argomento….
MAURIZIO DONINI