Lisdany è stata costretta ad abortire
Lisdany e suo marito stavano cercando da molti anni di avere un bambino. Pensavano che potesse esserci un problema e che non sarebbero stati in grado di avere il dono, per qualsiasi motivo. Lisdany è rimasta incinta, con grande sorpresa sua e del marito, dopo una visita coniugale del marito in carcere. Sono entrambi molto contenti di avere un bambino. Ma in carcere, la Sicurezza di Stato non è dello stesso avviso.
Il giorno in cui la donna ha fatto l’ecografia per confermare un test di gravidanza informale che aveva fatto in precedenza e di cui aveva avvertito le autorità carcerarie, il dottor Frank, del sistema carcerario, ha iniziato la procedura per far abortire Lisdany, come se avesse dato per scontato fin dall’inizio che si trattasse di un dovere, di un altro ordine da rispettare. Allo stesso tempo, la Sicurezza di Stato ha detto a Lisdany che “doveva tirarlo fuori”. Lisdany si è rifiutata ed è rimasta ferma. Questo le sta costando un calvario che solo una donna e una futura madre può vivere.
Lisdany è malata, vomita molto e le vengono negate le cure mediche e i farmaci per tutta la durata del processo. Inoltre, viene tenuta fino a 12 ore senza cibo, causando un aborto spontaneo.
Le Nazioni Unite hanno già denunciato la sua detenzione arbitraria
Il 16 novembre 2023, Cuba ha ricevuto una dura comunicazione accusatoria (AL CUB 4/2023) da parte dei mandati del Relatore speciale sulla libertà di religione o di credo, del Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria, del Relatore speciale sulla promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione, del Relatore speciale sui diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione e del Relatore speciale sulle questioni delle minoranze, in cui hanno formulato accuse molto gravi sul modello di repressione della libertà religiosa delle religioni presenti a Cuba, tra cui la Yoruba (religione afro-cubana) e hanno accusato Cuba, nel caso particolare di Lisdany, la donna ora incinta, e di Lisdiany, un’altra delle sue tre sorelle che si trova in carcere per lo stesso motivo, di repressione religiosa e detenzione arbitraria.
Solidarietà mediatica e denuncia alle Nazioni Unite
El País in Spagna, CNN, Infobae, Libertad Digital, ABC, La Gazeta do Povo, France 24, NTN24, OK Diario e decine di media, radio e televisioni cubane e internazionali hanno dato eco a questo caso, che dovrebbe sconvolgere il femminismo mondiale.
Ieri, Prisoners Defenders ha inviato il reclamo e tutti i suoi dettagli all’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani e a tutti i mandati che solo 3 mesi fa hanno difeso la situazione di persecuzione e detenzione arbitraria di Lisdany Rodríguez Isaac. Speriamo di ricevere una risposta e che l’Alto Commissario si muova per salvare la vita del bambino.
Il diritto di scelta dei genitori
La scrittrice Wendy Guerra, nel suo articolo sulla CNN, ha sostenuto il diritto di lottare per la vita inalienabile dei non nati. Consigliamo di leggerlo, perché alcuni dei fatti che espone sono agghiaccianti. Espone e denuncia anche il caso di Lisdany Rodríguez Isaac.
Nel 1936, molto prima dell’arrivo della democrazia del 1940, di Batista o dei Castro, Cuba è stato il primo Paese dell’America Latina e dei Caraibi a depenalizzare l’aborto. Dal 1959 in poi, la questione dell’aborto è diventata estremamente oscura.
Da un lato, come ha sottolineato Wendy Guerra nell’articolo della CNN, “la pratica è diventata quasi una routine come l’estrazione di un dente”, e in effetti Cuba è sempre tra i primi 5 Paesi con i tassi di aborto più alti al mondo. L’aborto è diventato un mezzo di contraccezione, a causa della pigrizia delle autorità, creando una serie di problemi, sia psicologici per le madri che per la loro capacità di rimanere incinte quando sono pronte a farlo, dato che gli interventi sono medicalmente grotteschi e la violenza ostetrica è assolutamente diffusa a Cuba.
Contro la volontà della madre
D’altra parte, e questo è chiaramente molto più grave, a prescindere dall’ideologia, l’aborto e la morte del neonato sono praticati in innumerevoli casi contro la volontà della madre.
Diversi medici consultati da Prisoners Defenders hanno evidenziato alcune delle pratiche mediche più comuni che riguardano l’aborto. La più scioccante, e sulla quale tutti concordano, è che non è raro che i neonati nati con qualche tipo di complicazione, anche curabile ma che richiede un’assistenza speciale, vengano portati in un reparto dove viene loro tolta la vita come politica di risparmio. Alla madre verrà detto che è nata con una malformazione e che non è sopravvissuta al processo. Il regime non applica la stessa politica per acquistare centinaia di auto di pattuglia Mercedes tedesche per controllare, perseguitare, arrestare ed esercitare violenza contro il suo popolo.
Nel caso in cui la complicazione venga rilevata prima della nascita, ci dicono tutti gli specialisti cubani, l’aborto è prodotto con la coercizione e l’inganno nei confronti della madre, il che implica anche la violazione della volontà della madre.
Morti neonatali precoci dovute ad aborti tardivi
In uno studio precedente, Prisoners Defenders ha dimostrato con studi di varie università, annuari statistici e dati propri di Cuba, che Cuba falsifica le statistiche mediche sulle morti neonatali dovute ad aborti tardivi, una pratica che ha preso in prestito dall’Unione Sovietica per alterare le statistiche mediche.
Uno dei rapporti su cui si è basata questa relazione è un noto studio che dimostra questo fatto con metodi e dati puramente scientifici, basati su dati ufficiali cubani, realizzato dall’Università della Carolina del Nord di Chapel Hill nel 2016, che analizza il numero di decessi di feti tardivi nell’ultimo terzo di gravidanza (LFD) rispetto a quelli neonatali precoci (END) a Cuba.