Cgil, Cisl e Uil Marche: bocciato Piano socio-sanitario
Il piano socio sanitario 2023/2025 approvato dal Consiglio Regionale nella seduta del 9
agosto, è un piano che non ci convince perché così come è concepito è inutile, fatto di
tante promesse, ma senza alcuna scelta concreta nei fatti, che possa far presupporre un
reale miglioramento della sanità marchigiana nei tempi di vigenza del Piano stesso.
Il documento inoltrato da CGIL, CISL e UIL della Marche a tutti i consiglieri regionali , ha
messo in evidenza tutte le carenze del Piano che non sono state certo confutate dal
dibattito che ne è seguito in Consiglio
Per Cgil Cisl e Uil la programmazione dei servizi sociosanitari soprattutto se fatta dopo
una pandemia, dovrebbe aggredire i problemi che il covid ha messo in luce e non limitarsi
solo ad enunciazioni di principio e dovrebbe, con decisione, affrontare i nodi strutturali
della Sanità marchigiana, precisando priorità e tempi di attuazione degli interventi.
Purtroppo invece i problemi dei cittadini soprattutto quelli più fragili rimangono tutti in piedi.
In questi mesi durante gli incontri fatti con il Presidente e l’Assessore abbiamo espresso le
nostre valutazioni, e abbiamo consegnato le nostre proposte ponendoci sempre con un
atteggiamento costruttivo e responsabile.
Nonostante le rassicurazioni di prendere in considerazione le nostre osservazioni quasi
sempre condivise dall’assessore Saltamartini , di ciò non se ne vede traccia nemmeno
nell’ultima stesura del Piano.
Ad un anno esatto dall’approvazione della legge regionale n. 19-22 di riorganizzazione del
SSR, (riforma ad oggi incompiuta ed inefficace) la Giunta tiene lo stesso atteggiamento di
allora quando, adducendo ragioni di urgenza, nulla di quanto avevamo osservato e
proposto era stato seriamente considerato .
A distanza ormai di quasi tre anni dall’insediamento di questa Giunta, il tempo delle
promesse è scaduto, ora è necessario iniziare a risolvere i problemi che hanno contorni
ben precisi: si chiamano liste di attesa, pronto soccorso, sanità territoriale, integrazione
socio-sanitaria, rette per le residenze degli anziani; prevenzione, ruolo del privato,
potenziamento delle dotazioni organiche (per superare le critiche situazioni di lavoro in cui
si dibattono da anni gli operatori)
E invece il Piano che è stato approvato non affronta nessuno di questi temi.
Sul potenziamento della sanità territoriale, tema cruciale per il futuro, è carente perchè
non chiarisce i criteri e le modalità di sviluppo delle Case e degli Ospedali di Comunità.
Così come è inadeguata l’attenzione che il documento riserva all’integrazione socio
sanitaria, che presuppone sia il rafforzamento dei Distretti sanitari, genericamente
evocato, sia la coincidenza dei confini di questi ultimi con quelli degli Ambiti Territoriali
Sociali, della quale si evita accuratamente di parlare nonché la diffusione dei Percorsi
diagnostico terapeutici assistenziali in tutta la regione.
In merito al tema della non autosufficienza, non si propongono correttivi alle criticità
del sistema della residenzialità e semi residenzialità sociosanitaria: sottofinanziamento;
disomogenea distribuzione territoriale; rette eccessivamente alte in carico all’utente.
Anche sul versante delle reti ospedaliere, il Piano è lacunoso, non affronta alcuna
valutazione in merito alle necessità di riequilibrio territoriale; di superamento delle
duplicazioni e delle ridondanze esistenti.
Invece di affrontare queste criticità, la Giunta ha partorito l’idea di rispondere ai bisogni di
salute della popolazione dell’entroterra marchigiano creando gli “Ospedali di base in
zone particolarmente disagiate”. Una tipologia di struttura incompatibile con le attuali
carenze di personale, inadeguata alle reali esigenze dei cittadini che risiedono in quei
Comuni, che sono principalmente di tipo sociosanitario e che sarebbe più congruo
soddisfare attraverso: Strutture e Servizi territoriali e di prossimità piuttosto che con
Ospedali; il potenziamento delle POTES (Postazioni Territoriali dell’Emergenza Sanitaria),
e del Sistema del 118 piuttosto che l’attivazione di strutture di Pronto Soccorso che non
sarebbero in condizione di operare correttamente ed in sicurezza.
Del tutto insoddisfacente risulta il modo in cui si elude il problema dell’indispensabile
rafforzamento di tutti i servizi della Prevenzione, a cominciare da quelli della Sicurezza
negli ambienti di lavoro.
La manifestazione del 15 Luglio ad Ancona a cui hanno partecipato migliaia di persone, ha
dimostrato che i marchigiani chiedono una sanità diversa e più rispondente ai problemi
che quotidianamente incontrano, e per questo meritano una risposta che sia all’altezza,
ma che non si ritrova nel piano approvato dal Consiglio.
Nonostante ciò CGIL, CISL e UIL delle Marche continueranno nel loro impegno per
apportare correttivi al sistema attraverso il confronto che si svolgerà ai tavoli tematici
previsti dal Dipartimento Salute della Regione, congiuntamente ad ARS ed Aziende
Sanitarie Regionali.