Ascoli

La protezione del mare è interesse dei pescatori. Sono ben altri i problemi del comparto

Pur comprendendo il disagio degli operatori della pesca in relazione alla grave crisi del comparto che si
è ulteriormente acuita con l’aumento del costo dei carburanti non condividiamo l’impostazione della
protesta orchestrata in questi giorni a San Benedetto dalla Coldiretti Pesca. Ciò in quanto, pur
essendo il nostro mare Adriatico uno dei più ricchi e importanti per la biodiversità ittica, una gestione
governativa assente e il continuo saccheggio indiscriminato di specie allo stato giovanile lo ha
pesantemente impoverito. Il paradosso è che alla graduale diminuzione della risorsa si è sempre più
incrementata la capacità di pesca con motori più potenti e attrezzature e tecniche più impattanti.
Le aree marine protette contestate da alcuni settori della pesca rappresentano invece il modo più
efficace per dare risposte durevoli a tale problematica. Basti considerare che la protezione della Fossa
di Pomo imposta dal luglio 2015 ha fatto si che in questi 8 anni il pescato di nasello si sia triplicato.
Ma come succede quando aumenta l’offerta i prezzi calano. Nel nostro caso avendo un’asta al ribasso
e non avendo un controllo sulla attività di prelievo si è verificato un forte deprezzamento e lo sviluppo
di una vera e propria forma di sciacallaggio di commercianti grossisti. In questo quadro appare
peraltro piuttosto strumentale deprecare l’importazione del pescato in quanto se questa non ci fosse
in Italia si mangerebbe pesce solo due mesi l’anno dato che a fronte di un consumo procapite che ha
ormai raggiunto i 28 kg l’importazione ne copre circa l’80%. Altra cosa, come avviene d’altronde
anche per i prodotti agricoli, sono le frodi di importatori disonesti che riforniscono GDO e Discount per
consumatori che guardano al prezzo più che alla qualità.
E’ a partire da queste criticità che vanno individuate le risposte alle problematiche dalla categoria e va
assolutamente promossa una nuova impostazione nelle pratiche di pesca imperniate sul rispetto
dell’ecosistema marino, sullo sviluppo di nuove professionalità e soprattutto sulla graduale
sperimentazione di nuovi e più sostenibili attrezzi di pesca. L’importante è pero che le aree da
proteggere non siano scelte a tavolino senza il coinvolgimento degli stessi pescatori. La loro
conoscenza del mare è infatti imprescindibile per individuare nel loro stesso interesse le soluzioni più
razionali ed efficaci per salvaguardare e ripristinare gli stock ittici.
Sono questi i nodi su cui rivendicare con forza risposte e politiche di sostegno a beneficio della
categoria da parte del Governo che purtroppo appare invece più interessato a cavalcare una protesta
disorientata anche se causata da un comprensibile disagio.

Il Gruppo Operativo dei “Promotori del Parco Marino del Piceno ODV”