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“SUPERBONUS, 1300 IMPRESE EDILI E 5 MILA PROPRIETARI DI ABITAZIONI NEI GUAI PER IL BLOCCO DEI CREDITI. LE ASSOCIAZIONI CHIEDONO SOLUZIONI.”

Malgrado il cambio delle regole e la situazione di incertezza, anche nei primi due mesi del 2023, sono
state presentate nuove pratiche di ammissione al Superbonus. In particolare, a gennaio le asseverazioni

sono state 385 per 66 milioni di euro e a febbraio 349 per 75 milioni di euro.

Sono più di 1.300 le imprese edili marchigiane rimaste in mezzo al guado del Superbonus, con 7
mila lavoratori che rischiano cassa integrazione o licenziamento. È questo l’effetto delle ripetute
modifiche normative che hanno interessato la misura, compreso l’ultimo intervento ad opera del
DL11/2023 che ha introdotto il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura. Così, i
crediti incagliati nelle Marche, pari a quasi un miliardo di euro, sono rimasti in pancia alle imprese
e ai proprietari delle abitazioni. Senza sblocco dei crediti 3 mila cantieri si sono fermati o non sono
neanche partiti, dopo aver fatto tutte le pratiche richieste. Nelle Marche 5 mila proprietari di
immobili sono nei guai avendo puntato sul superbonus per ristrutturare e valorizzare le case.
Le associazioni di categoria Ance Marche, Confindustria Marche, Cna Marche, Confartigianato
Marche, Confapi Marche, Legacoop Marche e Claai Marche, insieme alla Federazione degli Ordini
Professionali degli Ingegneri delle Marche e alla Federazione degli Ordini Professionali degli
Architetti, hanno incontrato il Sottosegretario al Mise Lucia Albano, il Presidente Acquaroli e
l’Assessore Baldelli della Regione Marche, per chiedere un impegno comune per superare il blocco
della cessione dei crediti da bonus edilizi, che sta mettendo in difficoltà imprese, professionisti e
famiglie.
A forte rischio, in particolare le imprese del “sistema casa” (costruttori, impiantisti, produttori e
rivenditori di materiali edili), i professionisti e i cittadini, che non sono riusciti a monetizzare il
credito. Tra le aziende edili, da un lato ci sono quelle che hanno concluso i lavori facendo ricorso
alle proprie disponibilità finanziarie e che adesso si trovano esposte con le controparti coinvolte
(fornitori, lavoratori, professionisti, banche) a rischio di fallimento.
Dall’altro, ci sono quelle che, invece, non avendo più liquidità, hanno dovuto interrompere i lavori.
Queste ultime, laddove non riuscissero a terminare gli interventi entro le scadenze di legge, si
troveranno esposte non solo con tutte le controparti, ma anche nei confronti dei propri
committenti (famiglia o condominio), con un elevato rischio di contenzioso, dal momento che
dovranno restituire all’Erario ingenti somme di denaro. Senza considerare il rischio usura per le
operazioni di acquisto dei crediti da parte di soggetti senza scrupoli.

Malgrado il cambio delle regole e la situazione di grande incertezza, anche nei primi due mesi del
2023, sono state presentate nuove pratiche di ammissione al Superbonus. In particolare, a
gennaio le asseverazioni sono state 385 per 66 milioni di euro e a febbraio 349 per 75 milioni di
euro. In tutto, dall’entrata in vigore del Superbonus, le pratiche sono state 9.640 per 1.799,4
milioni di euro ammessi a detrazione. L’investimento medio è stato di 507 mila euro per i
condomini, di 180 mila euro per gli edifici unifamiliari e di 90 mila euro per le unità immobiliari
funzionalmente indipendenti.
I bonus, secondo le associazioni di categoria, da volano di crescita per la filiera delle costruzioni e
per l’intera economia, rischiano di innescare una reazione a catena che potrebbe velocemente
provocare una vera e propria crisi sociale di proporzioni rilevanti. Appare quindi indispensabile
introdurre al più presto soluzioni efficaci e di rapida attuazione per lo sblocco totale dei crediti
pregressi, nonché agire al fine di garantire la certezza del diritto che proprio riguardo al
Superbonus è stata troppe volte disattesa.
Diverse le ipotesi avanzate alla Sottosegretaria Albano: utilizzo degli F24 da parte di istituti di
credito e Poste s.p.a. a compensazione dei crediti maturati e il coinvolgimento di partecipate
pubbliche come CDP, RFI, Enel, Eni, Fincantieri.
Il confronto ha riguardato anche le problematiche di grandissimo impatto ingenerate dal
dDL11/2023 sul “Cratere Centro Italia” e sulle centinaia di immobili colpiti dallo sciame sismico
dello scorso novembre nelle provincie di Ancona e Pesaro-Urbino, ancora in attesa di responso
riguardo alla dichiarazione dello stato di emergenza.
Il dialogo tra Associazioni, Regione e Governo proseguirà nelle prossime settimane. In mancanza di
risposte finalizzate allo sblocco dei crediti, non sono escluse iniziative di forte mobilitazione delle
categorie e dei cittadini coinvolti.