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Dami “mette piede” nella green technology

Inaugurato il nuovo DLab 4.0, gioiello della produzione di fondi per calzature aperto alle ultime frontiere
del 3D e al servizio di una vera transizione ecologica.
Smart production, eco-produzione ed alta tecnologia scandiscono ormai la missione e i doveri
di un’innovazione capace di disegnare una società ecosostenibile. A dimostrarlo è Dami,
azienda che ha introdotto un avanzato modello di eco-sviluppo con innovativi processi
produttivi all’insegna dell’high tecnology. Teatro di questa rivoluzione smart è il nuovo DLab
4.0, evoluzione formidabile della R&D e creative house dell’azienda marchigiana di fondi per
calzature, pensata per lo sviluppo di materiali, modelli e prototipi per supportare i clienti nel
perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale, design e funzionalità.. Nel nuovo
laboratorio della sostenibilità si analizza, progetta e stampa in 3D, traducendo in prassi l’idea
di poter produrre on demand qualunque forma, taglia e colore di fondi per calzature e
abbattere contemporaneamente i tempi del time to market. La tecnologia di stampa 3D SLS è
basata sulla sinterizzazione laser di polveri polimeriche e polimeri compositi. Nella prima fase
del processo di stampa viene steso sulla superficie di stampa uno strato di polvere attraverso
uno spalmatore detto “Recoater”. In seguito, uno o più laser in contemporanea delineano le
geometrie CAD della sezione dello strato, “layer”, corrispondente, solidificando selettivamente
le superfici esposte dal laser. Completata la realizzazione del layer secondo lo stesso schema,
l’energia sarà calibrata per far sì che i vari e successivi strati si fondino assieme al fine di
garantire l’isotropia del manufatto. A fine processo il modello verrà sommerso dalla polvere di
materiale non sinterizzata. Basterà rimuovere il materiale non utilizzato per arrivare al
prodotto 3D . Gran parte della polvere viene riciclata e reimmessa nel processo. L’intero
procedimento garantisce una prototipazione rapida, un elevato livello di personalizzazione
del manufatto, un recupero di materiali biologici e biodegradabili, la riduzione delle emissioni
di carbonio, un taglio netto agli sprechi di materiali (No Sfridi), una razionalizzazione e
organizzazione produttiva ad hoc e l’aumento delle soluzioni creative. Per una transizione
ecologica non soltanto dichiarata ma concreta. Perché, a volte, il futuro è già in atto.
Sant’Elpidio a Mare, 24 giugno 2022

Ufficio Stampa