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INTESA SANPAOLO PRESENTA IL SUO TREDICESIMO RAPPORTO ANNUALE SULL’ECONOMIA E FINANZA DEI DISTRETTI INDUSTRIALI 2020

Dopo un calo di fatturato stimato pari al 12,2% nel 2020, per il 2021
atteso un forte rimbalzo dei livelli produttivi (+11,8%).
 Le filiere di prossimità rimangono un fattore competitivo nei
distretti: i fornitori sono molto più vicini ai committenti di quanto
avviene altrove (mediamente 116 km vs 157).
 Nei distretti i grandi gruppi trovano i fornitori di qualità necessari:
le imprese distrettuali rappresentano il 65% di addetti e fatturato
della filiera del lusso Made in Italy.
 In crescita l’incidenza di ICT e R&S sul totale degli acquisti di beni
e servizi grazie al traino della meccanica (7,1% nei distretti vs 5,7%
delle aree non distrettuali, il 25% in più).
 Si rafforza la sensibilità alla transizione ecologica: quota di
brevetti ambientali più che raddoppiata rispetto ai primi anni
duemila.
 Capitale umano: crescente ruolo degli Istituti Tecnici Superiori nel
fornire personale qualificato, ma la strada è ancora lunga. Attivati
1.631 percorsi ITS che hanno coinvolto 41mila studenti.

Milano, 22 aprile 2021 – Il Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina,
il Chief Economist Gregorio De Felice e il Responsabile della Ricerca Industry &
Banking Fabrizio Guelpa hanno presentato oggi la tredicesima edizione del
Rapporto annuale che la Direzione Studi e Ricerche della Banca dedica
all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali.
A un anno di distanza dallo scoppio della pandemia, il Rapporto si pone l’obiettivo
di rappresentare lo stato di salute dei distretti, evidenziando le criticità da
superare, i fattori di resilienza su cui far leva e le priorità da affrontare per un
rilancio economico duraturo e sostenibile.

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Le performance stimate per il 2020-21
 Dopo un calo di fatturato stimato pari al 12,2% nel 2020, per il 2021 è atteso
un rimbalzo dei livelli produttivi, con un incremento dell’11,8%. Il recupero
sarà parziale e lascerà il fatturato dell’aggregato distrettuale del 3% circa
inferiore al livello del 2019. Pesano le difficoltà del Sistema moda e, più in
generale, una prima parte dell’anno ancora penalizzata dalla pandemia.
 La reazione è significativa considerando che lo scorso anno il 25,2% delle
imprese aveva avuto una marginalità negativa; circa la metà di queste
imprese ha potuto contare sulla liquidità interna per appianare le perdite; le
restanti hanno potuto attivare moratorie o finanziamenti garantiti a tassi
agevolati.

Da dove parte il rilancio? La forza delle filiere
 Più elementi ci spingono a un cauto ottimismo e a pensare che le filiere
distrettuali possano continuare a rappresentare un tratto imprescindibile
del tessuto produttivo italiano. In presenza di know-how e competenze
diffuse, il “gioco” virtuoso di concorrenza e cooperazione continua tra attori
della filiera ha consentito a molti distretti di competere con successo all’estero
o di collocarsi stabilmente nelle catene globali del valore.
 Dalla network analysis emergono segnali di una struttura gerarchica delle
relazioni tra imprese, con la presenza di capofila che concentrano un maggior
numero di transazioni. Spiccano però anche relazioni tra imprese che
appartengono alla stessa classe dimensionale, a testimonianza dell’elevato
spirito di collaborazione che anima le filiere distrettuali.
 Le imprese distrettuali del Sistema moda sono ben inserite nelle filiere del
lusso: rappresentano il 65% di addetti e fatturato. Al contempo, la filiera
del lusso ha un peso rilevante per i distretti: coinvolge il 42% dei loro
addetti e attiva il 51% del loro fatturato. Alcuni distretti della filiera della
pelle sono divenuti la piattaforma produttiva del segmento del lusso, a servizio
delle case di moda italiane e francesi. E’ questo il caso della Pelletteria e
calzature di Firenze e delle Calzature della Riviera del Brenta.
 Nei distretti sono presenti vantaggi di costo: l’abbondante offerta presente nei
distretti si traduce in un grado di dipendenza contenuto da fornitori e costi
di approvvigionamento. Non a caso nei distretti il 47% dei nuovi fornitori
attivati durante la pandemia (pari nei primi nove mesi del 2020 al 19% in
quantità e al 7,6% in valori) sono locali (entro i 50 Km) e hanno spesso
sostituito forniture strategiche di prossimità. L’effetto netto è stato un lieve

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allungamento delle filiere distrettuali (+3,1 Km, un valore allineato ai non
distretti), che tuttavia mostrano distanze di approvvigionamento
significativamente inferiori rispetto alle aree non distrettuali (116 Km vs 157).
 La localizzazione delle filiali produttive e commerciali conferma il maggior
radicamento locale per le PMI distrettuali: non solo è più bassa la quota di
imprese plurilocalizzate (11,2% vs 13,1% nelle aree non distrettuali), ma
in queste una percentuale più elevata di addetti lavora nella provincia della
sede operativa (78% vs 72%). Le grandi imprese distrettuali, invece, sono
articolate su scala nazionale e sono aperte all’estero, portando i prodotti
realizzati nei distretti anche al di fuori dei confini nazionali.

Le priorità: digitale e green
 I prossimi anni saranno decisivi per il rilancio dell’economia italiana. Sarà
fondamentale impiegare bene le risorse provenienti da Next Generation EU e
far ripartire gli investimenti in macchinari 4.0, digitale, green, capitale umano.
Le PMI distrettuali possono vincere queste sfide.
 Sul fronte del digitale, nei distretti già prima della pandemia era in crescita
l’incidenza di ICT e R&S sul totale degli acquisti di beni e servizi, salita nel
2019 al 4,1% (dal 3,7% del 2016), grazie al traino della meccanica (7,1%
vs 5,7% delle aree non distrettuali, il 25% in più). I processi di
digitalizzazione hanno subito un’accelerazione nel 2020, soprattutto nel
lavoro a distanza e nei distretti. Restano però ritardi in modo particolare tra le
imprese più piccole.
 Nella meccanica le imprese che adottano soluzioni 4.0 hanno importanti
ritorni in termini di miglioramento della qualità (indicato dall’84% delle
imprese), aumento della velocità di produzione (73%), flessibilità e
personalizzazione della produzione (71%), miglioramento della sicurezza
(69%), efficientamento del magazzino (61%), riduzione dei costi (59%). Chi
invece produce macchinari 4.0 in 8 casi su 10 dichiara di poter aumentare la
redditività della manutenzione sulle macchine vendute e raccogliere dati da
utilizzare per R&S e innovazione.
 Anche la tematica ambientale ha assunto un ruolo sempre più rilevante negli
ultimi anni. Nei distretti l’incidenza di imprese con impianti di produzione di
energia da fonte rinnovabile e beneficiari degli incentivi del GSE (Gestore
Servizi Energetici) è pari complessivamente all’11,8% (il 14% in più
rispetto alle aree non distrettuali), con punte del 25,2% tra le aziende di
grandi dimensioni, contro il 20,3% delle medie, il 13% delle piccole e il
6,4% delle micro. La crescita degli investimenti green si è accompagnata a
un progressivo sviluppo tecnologico: tra le imprese distrettuali italiane la

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quota di brevetti green sul totale è salita al 6,3% negli anni più recenti
(2014-2018), una quota più che doppia rispetto ai primi anni Duemila.

Un sistema innovativo ed educativo vicino alle imprese: i Competence Center e
gli ITS
 Formazione e trasferimento tecnologico sono le due chiavi per favorire
l’accelerazione degli investimenti nel digitale e nel green. Competence
Center (CC), Digital Innovation Hub, Istituti Tecnici Superiori (ITS) e
Corporate Academy possono rappresentare la via italiana per sviluppare un
sistema innovativo ed educativo che risponda alla domanda di tecnologia
(digitale e green) e di capitale umano da parte delle imprese italiane.
 Nel Rapporto si descrivono i primi anni di attività degli otto Competence
Center italiani: Bi-Rex, SMACT, CIM 4.0, Artes 4.0, Start 4.0, MADE,
MedITech, Cyber 4.0. La vocazione tecnologica di ognuno di loro è legata
alle specificità dei territori in cui sono inseriti, essendo consorzi composti da
enti di ricerca già attivi localmente. La maggior parte delle energie si sono
finora concentrate su formazione e bandi di ricerca che hanno coinvolto
anche PMI distrettuali e avviato gruppi misti di lavoro con ricercatori
universitari. In alcuni casi sono state attivate linee pilota, esempi di fabbriche
dove le nuove tecnologie 4.0 sono integrate con quelle tradizionali, in un
ambiente digitalmente interconnesso. Nel medio termine, l’affermazione dei
Competence Center dipenderà dal loro successo in campo industriale, ovvero
dalla capacità di realizzare progetti di ricerca applicata e di trasferimento
tecnologico, come avviene per i Fraunhofer in Germania.
 Un approfondimento è poi dedicato agli ITS: nati nel 2010 con l’obiettivo di
colmare il mismatch tra offerta di lavoro dei giovani e difficoltà delle imprese
nel trovare candidati con competenze adeguate, sono un modello formativo
terziario professionalizzante di eccellenza, con una buona diffusione nei
distretti. Dal 2010 al 2020 sono stati attivati in Italia 1.631 percorsi ITS che
hanno coinvolto complessivamente 41.086 studenti. I risultati finora
conseguiti sono brillanti: nelle aree ad alta intensità distrettuale l’84,1% dei
diplomati è occupato a 12 mesi dal diploma e il 94,4% di questi utilizzano
in azienda le competenze acquisite. Tuttavia, è ancora lunga la strada da
percorrere, soprattutto per aumentare il numero dei diplomati. Si può prendere
ispirazione dal successo delle Fachhochschulen, investendo su
comunicazione, orientamento e strutture fisiche, ma anche delineando un
percorso professionalizzante che possa essere vissuto, sia dagli studenti che
dal mercato del lavoro, come una scelta diversa e non inferiore.

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Evoluzione del fatturato delle imprese distrettuali per settore (var. %,
mediane)

Quanto è lontano il 2019: variazione % del fatturato delle imprese distrettuali
per settore tra il 2019 e il 2021 (mediane)

Fonte: elaborazioni su dati Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) Fonte: elaborazioni su dati Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID)

La distanza media degli acquisti (primi nove mesi del 2020; Km ponderati per
importi)

La variazione nella distanza media di fornitura tra 2019 e 2020 (primi nove
mesi dell’anno; Km)

Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID)

Distretti: diffusione del digitale, differenza quota imprese per dimensione
d’impresa 2019 e 2020 (%; al netto dei “non so”)

Distretti: diffusione del digitale nel 2020, per dimensione d’impresa (%; al
netto dei “non so”)

Nota: survey interna edizione ottobre‐dicembre 2020 Nota: survey interna edizione ottobre‐dicembre 2020

-25% -15% -5% 5% 15%

Sistema moda
Prodotti in metallo
Meccanica
Totale distretti
Mobili
Alimentare e bevande

2020 2021 -15% -10% -5% 0% 5%

Sistema moda
Totale distretti
Meccanica
Prodotti in metallo
Mobili
Alimentare e bevande

147
167
162
157
155
184

101
106
109
116
131
135

0 50 100 150 200

Metalmeccanica
Beni intermedi
Sistema casa
Totale
Sistema moda
Agro-alimentare

Distretti Aree non distrettuali

1,6
1,5

8,8

2,9
3,0
1,8

0,7
1,2
2,3
3,1
3,6
5,0

0 2 4 6 8 10

Sistema casa
Beni intermedi
Sistema moda
Totale
Metalmeccanica
Agro-alimentare

Distretti Aree non distrettuali

4,1
12,3
0,4

4,6
15,7
1,7

0 10 20 30 40

E-commerce e marketing
digitale
Smart-working
Soluzioni digitali nei
processi produttivi e nella
logistica

Distretti Aree non distrettuali

14,7
5,6
19,6

24,3
24,9
32,0

30,6
46,7
45,3

0 10 20 30 40 50

E-commerce e marketing
digitale
Smart-Working
Soluzioni digitali nei processi
produttivi e nella logistica

Medio-Grandi Piccole Micro

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Evoluzione del peso dei brevetti green sul totale dei brevetti nei distretti
industriali dal 1998 al 2018 (%)

Incidenza dei beneficiari GSE per macrosettore e appartenenza a distretti (%)

Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati GSE e ISID

Per informazioni:
Intesa Sanpaolo
Media Relations
Corporate &Investment Banking e Aree di Governo