Attualità a cura di Maurizio Donini

Inquinamento aereo e marittimo nella UE

La lotta all’inquinamento nella UE non si ferma, ma se si parla sempre e solo di automobili, buona
parte è addebitabile al trasporto aereo e marittimo. Per decarbonizzare il trasporto marittimo
l’unico settore senza impegni specifici europei nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra,
il Parlamento ha votato, con 520 voti favorevoli, 94 contrari e 77 astensioni, per includere le
emissioni di CO2 del settore marittimo nel sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’UE.
I deputati concordano sulla necessità di allineare gli obblighi di comunicazione dell’UE e
dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO), così come proposto dalla Commissione,
osservando tuttavia come l’IMO abbia compiuto progressi insufficienti per raggiungere un accordo
sulle emissioni di gas a effetto serra (GHG). L’attività di navigazione globale emette quantità
significative di gas effetto serra, stimate intorno al 2-3% delle emissioni globali di GHG. Una
quantità superiore a quella delle emissioni di qualsiasi Stato membro dell’UE. Nel 2017 il 13% delle
emissioni totali di gas a effetto serra dell’UE derivanti dai trasporti proveniva dal settore
marittimo.
I deputati hanno chiesto alla Commissione di esaminare l’integrità ambientale delle misure decise
dall’IMO, anche alla luce degli obiettivi dell’accordo di Parigi. Il Parlamento chiede che le navi di
stazza lorda pari o superiore a 5 000 tonnellate siano essere incluse nel sistema per lo scambio
delle quote di emissione dell’UE (ETS UE). Tuttavia, tali politiche di riduzione delle emissioni basate
sul mercato non sono considerate sufficienti e si chiede alle compagnie di navigazione di ridurre di
almeno il 40% le emissioni annue di CO2 per attività di trasporto entro il 2030. I deputati chiedono
un “Fondo per gli oceani” per il periodo 2022-2030, finanziato con i proventi della vendita all’asta
delle quote nell’ambito dell’ETS, per rendere le navi più efficienti dal punto di vista energetico e
per sostenere gli investimenti in tecnologie e infrastrutture innovative come i combustibili
alternativi e i porti ecologici. Il 20% delle entrate del Fondo dovrebbe essere utilizzato per
contribuire alla protezione, al ripristino e alla gestione efficiente degli ecosistemi marini colpiti dal
riscaldamento globale.
Nonostante i miglioramenti nei consumi di carburante, si prevede che nel 2050 le emissioni degli
aerei saranno da 7 a 10 volte più alte dei livelli del 1990, e che le emissioni derivanti dal trasporto
marittimo aumentino tra il 50% e il 250%. L’Unione europea ha adottato delle misure per ridurre
le emissioni derivanti dal traffico aereo attraverso il Sistema di scambio delle quote di emissione.
L’UE sta lavorando anche con l’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale per
implementare una misura basata sul mercato denominata Corsia, tramite la quale le linee aeree
potrebbero controbilanciare le loro emissioni investendo in progetti ecologici come, ad esempio,
piantare alberi.
La relatrice Jutta Paulus (Verdi/ALE) ha affermato: “Oggi stiamo inviando un segnale forte, in linea
con il Green Deal europeo e l’emergenza climatica: Il monitoraggio e la comunicazione delle
emissioni di CO2 sono importanti, ma le statistiche da sole non risparmiano un solo grammo di gas
serra! Ecco perché andiamo oltre la proposta della Commissione e chiediamo misure più severe per
ridurre le emissioni del trasporto marittimo”.
MAURIZIO DONINI