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Il grido di dolore della comunità di Piobbico di Sarnano, colpita dal sisma: “Ci sentiamo abbandonati”

Di Paola Pieroni
A 4 anni di distanza dal terremoto che ha duramente colpito il centro Italia, la ricostruzione post-sisma tarda ad arrivare. “Il terremoto che ha
colpito il centro Italia e principalmente il sud delle Marche, ha creato una ferita insanabile non solo per gli eventi funesti, ma anche per
l’incapacità di ricostruire velocemente ciò che era crollato, facendo perdere ogni riferimento alla propria casa e dalla propria comunità”,
commenta il candidato governatore del centro destra per la regione Marche, Francesco Acquaroli. Tra forti battute d’arresto, sono tanti i
cittadini che si sentono abbandonati dal governo e dalle istituzioni. Come in provincia di Macerata dove la comunità della piccola frazione di
Piobbico è scesa in campo compatta davanti al primo cittadino Luca Piergentili per lamentare il senso di abbandono, in seguito al sisma del
2016, ed esprimere tutte le incertezze tra ricostruzione e delocalizzazione del sito che lasciano i cittadini smarriti e persi. Dal giorno del
sisma, qui è rimasto tutto fermo, con una zona rossa senza messa in sicurezza degli immobili pericolanti.”Ci sentiamo abbandonati dalle
istituzioni. Già quasi all’indomani del sisma- ci spiega Lucchesi- circolava la notizia dell’esistenza di questa frana paleolitica su cui era stata
costruita Piobbico. Questa frana paleolitica con indici di rischio alti (si pensa 3 o 4) di cui si attendono le evidenze con la relazione tecnica di
settembre (finanziata con 17 mila euro) stabilirà se si tratta di sisma attivo e allora in quel caso l‘unica via percorribile sarà la
delocalizzazione del sito”. Inoltre Lucchesi ci spiega che “la strada che collega Sarnano -Sassotetto (meta turistica molto gettonata per lo scii
invernale) attraversa anche l’abitato di Piobbico e più a Nord proprio il sito franoso in questione. Questa strada rimarrà invece sempre aperta,
con una messa in sicurezza da parte dell’Anas che non la ritiene un pericolo per l’utenza, con un ulteriore spesa di circa 5 milioni. Noi ci
domandiamo come mai questa cosa sia possibile ?”. La mancata messa in sicurezza e il perdurare negli anni della zona rossa, sono stati
percepiti dalla comunità come segnali di una volontà politica di non ricostruire. In caso di delocalizzazione del sito, i cittadini di Piobbico
contestano la scelta politica amministrativa di rimettere al singolo individuo l’individuazione e l’acquisto del terreno cui sorgerà, previa
autorizzazione dell’ufficio tecnico, il nuovo immobile, su cui lo stato contribuirà per il 30% nell’acquisto del terreno. Permangono al
momento dubbi con l’unica certezza della strada, che pur attraversando il cuore della frana, per l’Anas non presenta rischi. Nel dubbio nessun
geologo, nemmeno i privati, si accollerebbero tante responsabilità, che le istituzioni scansano. “Abbattere e cancellare gli affetti e le memorie
di questa comunità- conclude Lucchesi- per tutti noi è fonte di grande dolore e tristezza”. Sono voci di chi ha subito ferite che non si sono
ancora rimarginate, insieme al dolore che oggi 24 agosto si rinnova e la rabbia per i ritardi della ricostruzione, nell’incognita della frana
paleolitica.
Dal blog: Le News di Paola Pieroni