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I primi cittadini dei centri con meno di 5 mila abitanti si sono confrontati con il governo

Del mega-convegno “ Sindaci d’Italia “ che si è svolto a Roma nella suggestiva e maestosa “ Nuvola “, all’EUR,
dove si sono radunati ben quattromila primi cittadini dei comuni italiani con meno di 5 abitanti, il vero protagonista
non è stato il governo (peraltro, c’erano sei ministri oltre al premier Conte e una mezza dozzina di sottosegretari)
nè gli stessi sindaci, ma l’Italia. Il nostro Paese, con i suoi poco meno di ottomila comuni – tutti ricchi di storia,
tradizioni e cultura – ottomila scrigni che tutto il mondo ci invidia, è stato solennemente messo in onore proprio
per questa sua peculiarità che lo rendono unico nel pianeta. Perchè ? Perchè nessun altro Paese può vantare un tale
patrimonio paesaggistico, culturale e umano : ottomila comuni, sparpagliati in campagne feraci, in vallate
incantevoli e in colli superbi. E di questi ottomila comuni più di cinquemila non superano le cinquemila anime.
E’ stato uno spettacolo straordinario nel senso più autentico del termine quello di vedere raggruppati circa
quattromila sindaci eccitati e motivati e tutti con la fascia a tracolla. E alle Poste Italiane hanno tributato fiducia
con applausi scroscianti e interminabili, proprio in segno di gratitudine sincera per alcune promesse finora
mantenute. Quali promesse ? Molte. L’ente si è impegnato con offerte strepitose, dal Pos (per i pagamenti
elettronici) alla ristrutturazione degli uffici postali (luoghi storici cari alla gente), dai nuovi strumenti per recapitare
la corrispondenza alle cassette a tecnologia digitale.
Tutti i politici presenti, fra l’altro, si sono trovati d’accordo sulla proposta avanzata nel corso dei lavori dal
presidente dell”ANCI (associazione comuni italiani), De Caro, di retribuire, una volta per tutte, i signori primi
cittadini, di qualsiasi piccolo municipio italiano, con una paghetta di almeno di 1500 euro mensili. A quel punto il
giubilo dei signori con la fascia a tracolla è stato incontenibile.
Quindi, servizi essenziali garantiti anche nei piccoli centri, come ha assicurato l’amministratore delegato Del Fante
con l’impegno ad evitare in ogni modo lo spopolamento di questi gioiellini nei quali milioni di connazionali
consumano un’esistenza sana e assiologicamente invidiabile. E, per dovere di cronaca, aggiungiamo che è stato
annunciata l’istituzione di un numero verde per soccorrere tutti i borghi italiani, in caso di necessità. Garantita
anche il Wi-Fi e nuove tecnologie in ogni comparto dell’amministrazione postale. Intanto, va detto che sono già stati
installati 508 nuovi ATM dalla Valle d’Aosta alla Calabria, nuove connessioni di servizi tra Poste e tabaccherie,
portalettere domiciliari, bollettini con Post-Pay, schede SIM speciali, consegna pacchi con nuove metodologie,
pagamenti on line…. Per Bacco, c’è da perdere la testa.
“ Chi comanda alle Poste adesso è il futuro “ ha detto il premier Conte, chiarendo che l’attività delle Poste sta
trasformandosi per essere “ più capillare e vicina alle esigenze della gente “.
Per quanto riguarda invece il nostro territorio diciamo subito che nessun ufficio postale è stato chiuso, come molti
paventavano. E tutto ciò che è stato promesso alla “ Nuvola “ ha rincuorato i sindaci dei nostri piccoli centri.
Quanti sono ? Subito un dato : nella provincia di Fermo, su quaranta comuni trentasei sono sono sotto i cinquemila.
In quella di Macerata, su cinquantacinque sono sotto le cinquemila anime. Il ministro Gualtieri ha spiegato che i
piccoli centri sono l’ossatura del nostro Paese, mentre la ministra Dadone ha detto che ogni ufficio postale, in
fondo, è un autentico presidio dello Stato.
E allora ? Diciamo pure addio alla PPTT di una volta. E addio al vecchio portalettere con il faccione bonario quello
che suonava il campanello o infilava silenzioso e paziente le buste nelle buche delle cassette. Insomma, Poste
Italiane cambia pelle e si adegua ai tempi. Anzi, diciamolo pure, sono già entrate nel futuro. (FDP)