Tasse locali lo sbocco è una jattura!
Tanto tuonò che piovve? In fondo c’era da aspettarselo, da un governo di dilettanti, usi far la voce grossa in assenza di argomenti concreti e di elementi di valutazione certi sullo stato di salute della nostra economia, sulle conseguenze di un debito pubblico balzato oltre i 230 mld di euro, un nuovo pesante aggravio delle imposte. La manovra di bilancio 2019, approvata tra fischi e lazzi in un Parlamento oramai del tutto delegittimato dal costante ricorso al voto di fiducia, prevede di colpire i pensionati e i proprietari di immobili, in fondo sempre le stessa categoria, sempre e soltanto il “ceto medio” oramai in via di estinzione. Da un lato di blocca la rivalutazione delle pensioni superiori a € 1.521 lordi, dall’altro si procede allo sblocco delle tasse locali, cioè delle addizionali comunali e regionali. Così Irpef ed Irap potranno costare qualcosa come 1 mld in più all’anno. Dopo qualche anno di stop i comuni e le regioni potranno rivedere al rialzo le aliquote di Imu, Tasi, Irap, Irpef, che contano un gettito di 60 mld di euro all’anno alle famiglie italiane. La legge di stabilità del 2016 aveva introdotto il blocco delle aliquote e dato respiro ai contribuenti, ma i Comuni e le regioni si erano rifatte aumentando le spese per i servizi, ora la frittata è completa e i sindaci non perderanno l’occasione per fare cassa. Le conseguenze potrebbero essere davvero pesanti. Le ricadute negative potrebbero interessare da subito i contratti di locazione a canone concordato, i quali hanno avuto uno sviluppo sensibile negli ultimi anni, anche grazie allo sconto fiscale sull’IMU e agli accordi intervenuti con i comuni. La rivalutazione delle aliquote, dell’IMU in particolare, assai probabile vista la fame di danaro delle casse comunali, farebbero venir meno la vantaggiosità di tali forme contrattuali a favore dei contratti a canone libero. Una autentica sciagura per proprietari ed inquilini. Lo sblocco delle aliquote di fatto mette in serio rischio i contratti a canone concordato, avviati 20 anni addietro con la legge 431/98, ma sviluppatisi di fatto solo negli ultimi dieci anni con un patto molto chiaro: canoni medi inferiori a quelli di mercato in cambio di agevolazioni fiscali da parte dei comuni. Ora i comuni potrebbero aumentare le imposte proprio per questi immobili, vanificando di fatto una operazione che fino ad ora ha avuto solo vantaggi, più immobili in locazione, moratoria dei canoni di locazione, una distensione del mercato, più introiti per il fisco, meno elusione e contratti illegali. Se questo è il governo del popolo e la manovra per il popolo, occorre chiedersi di quale popolo si tratta, senza contare le consuete mance nella legge di stabilità che non cambiano le abitudini di quanti salgono al potere.
ARES