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Risposta a Morese e alle sue “ricette”

“Questo pezzo, in risposta al civico Morese è stato inviato al quotidiano che ha pubblicato le esternazioni del politico, ma dopo diversi giorni non ha trovato spazio sul giornale e per questo ne diamo diffusione”

 

ADESSO BASTA! Per l’ennesima volta, dopo le esternazioni di Marcatili precedenti all’assunzione dell’incarico di assessore, arrivano le farneticazioni di Morese. Il leit motiv è sempre lo stesso, la diagnosi scontata. La crisi del commercio sangiorgese dipende prima di tutto dai canoni di locazione troppo alti. Di più Morese, al quale non vorremmo fare pubblicità, tanto è l’interesse del personaggio a mettersi in mostra con toni e argomentazioni borde line, dovrebbe farci capire di quale mercato parla. Il mercato è fatto di domanda e offerta. Oggi l’offerta è tre volte superiore alla domanda per alcune ragioni ineluttabili:

  • Scomparsa di alcune tipologie commerciali,
  • Forte riduzione dei consumi in relazione alla crisi economica con particolare attenzione ad alcuni settori merceologici e conseguente uscita dal mercato di quei negozi;
  • Sensibile modifica delle abitudini di acquisto dei consumatori, in particolare quelli evoluti;
  • Proliferazione oltre ogni logica delle superfici della GDO;
  • Insostenibile gravame delle imposte rispetto ai fatturati;
  • Peso e presenza delle grandi catene di franchising oramai vere padrone del mercato, Quello che Morese ignora, in capo alla questione dei canoni di locazione sono alcuni elementi incontestabili:

 

  1. Se il civico Morese avesse delle ricette come asserisce nell’articolo potremmo discuterne, ma nel pezzo non ne troviamo traccia, se non per generiche enunciazioni e affermazioni scontate su collaborazione pubblico privato, “creare opportunità per i giovani così che possano investire su attività nuove ed attrattive”? Ci spieghi quali sarebbero e ci spieghi anche il danno prodotto a suo dire dalle troppe pizzerie o bar. Vallo a capire!
  • I canoni di locazione, oltre che alla legge del mercato, domanda/offerta, rispondono anche alla logica necessaria a coprire le imposte dirette ed indirette. Nel caso di immobili sfitti nella zona centrale il civico deve sapere che quei locali hanno rendite catastali altissime e di conseguenza scontano imposte molto salate;

 

Il civico dovrebbe anche spiegarci, magari facendo una passeggiata in centro, le motivazioni che spingono alcune attività a cambiare location nel giro di pochi mesi. Ci farebbe piacere

  • sapere anche il livello di contenzioso, eventualmente esistente, legato ai canoni di locazione non pagati delle attività poste non solo nelle zone centrali. Canoni non riscossi sui quali i proprietari, almeno fino allo sfratto, pagano interamente le imposte;
  • Il civico ignora che Confabitare in tempi non sospetti ha inviato alle associazioni di categoria ed ai sindaci del territorio un protocollo di intesa per definire canoni compatibili con le attività commerciali e favorire per quanto possibile lo sviluppo del tessuto commerciale.

 

  1. Addossare sempre e comunque la responsabilità della crisi del commercio ai proprietari di immobili oltreché scorretto è anche disonesto. Prova di ignoranza e volontà di farsi gratuita pubblicità e captatio benevolentia verso una categoria in difficoltà, ma non ancora disposta a sedersi intorno ad un tavolo per affrontare le questioni sul tappeto.

renzo paccapelo presidente confabitare