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Intervista al Consigliere Delegato di UBI Banca Victor Massiah, sui risultati semestrali al 4 agosto

victor-massiah-consigliere-delegato-di-ubi-banca-522085_660x368Dott. Massiah, i risultati del secondo trimestre dell'anno includono per la prima volta le tre bridge banks
recentemente acquistate, passate sotto la diretta gestione di UBI. Quali sono stati i risultati del semestre
per il nuovo Gruppo? Quali le tendenze in atto in UBI e nelle tre banche?
È importante in effetti chiarire sin da subito come vanno letti i risultati. Le tre bridge banks sono incluse per
il solo secondo trimestre, mentre UBI Banca a “vecchio” perimetro è inclusa ovviamente per tutto il
semestre. Quindi è una lettura abbastanza complessa, articolata, ma con risultati migliori del previsto.
Per quanto riguarda la parte di UBI a vecchio perimetro assistiamo a un’ottima semestrale che triplica il
risultato in confronto all’anno precedente. Abbiamo infatti oltre 150 milioni di risultato normalizzato contro
meno di 50 del primo semestre 2016.
A fronte di questo risultato c’è il contributo, da un lato, della componente proventi operativi che vede una
tenuta sostanziale del margine di interesse commerciale mentre abbiamo ancora una componente negativa
derivante dall’alleggerimento del portafoglio titoli, che stiamo facendo in un’ottica anche di
diversificazione, mentre la componente commissionale è in crescita molto significativa e tende a
compensare la componente, meno forte, del margine di interesse da portafoglio titoli. Infine abbiamo
assistito a una buona performance della parte finanza. Quindi complessivamente i proventi operativi hanno
tenuto molto bene.
A fronte di questo abbiamo la storica tenuta e anzi il miglioramento della componente costi. Molto
importante anche il netto miglioramento della componente crediti, che conferma i trend visti nel primo
trimestre, cioè una diminuzione significativa dei nuovi flussi da performing a non performing, una riduzione
dello stock dei non performing e complessivamente anche un miglioramento dei livelli di copertura. Quindi
complessivamente dal punto di vista del conto economico un buon semestre. Abbiamo assistito infine
anche a una crescita degli impieghi in bonis che sono migliorati di circa un miliardo. Quindi direi un
semestre di risultati importanti a vecchio perimetro.
Però dobbiamo anche parlare per la prima volta dell’andamento economico delle bridge banks. Come
abbiamo detto questo è, in termini di contributo al consolidato, la componente che deriva solo dal secondo
trimestre. Quello che è avvenuto nel secondo trimestre è che la perdita che avevamo previsto – perché,
ricordo a tutti, la parte di turnaround delle tre bridge banks con la riduzione del costo del personale e la
migrazione dei sistemi informativi avverrà nell’ultima parte dell’anno e all’inizio degli anni successivi, e
quindi era prevista ancora in perdita – quella perdita è stata nettamente inferiore a quanto previsto.
Quindi complessivamente assistiamo a un risultato migliore di quanto pianificato e possiamo dire che in
confronto a quello che era il piano industriale appena pubblicato abbiamo avuto un eccellente inizio.

Sebbene l'acquisizione delle tre banche sia molto recente, ci potrebbe aggiornare sul processo di
integrazione e sulle principali azioni, anche commerciali, intraprese?
Da un lato abbiamo cominciato a fare le prime prove di migrazione con risultati molto buoni. Le persone di
UBISS (la società di ICT del gruppo UBI, ndr) mi segnalano una eccellente interazione con il personale delle
bridge banks, e abbiamo sostanzialmente la possibilità di confermare le date previste, cioè ottobre per
Banca Marche, novembre per Banca Etruria e inizio dell’anno 2018 per CariChieti.
Le prime iniziative commerciali, che hanno riguardato l’intercettamento di nuovo risparmio gestito, hanno
dato esiti molto positivi, come era stato peraltro già in qualche modo preannunciato dalle stesse persone
delle bridge banks che sono entrate nel nostro gruppo: questa loro gran “voglia di fare”, di far vedere
quanto in realtà sia la loro effettiva capacità commerciale ha portato già dei buoni esiti con le prime
campagne, quindi siamo soddisfatti.

Più in generale, adesso che il sistema bancario ha trovato le soluzioni ai principali problemi, e i dati di PIL
sembrano accompagnare una lenta ma costante ripresa, quali sono gli ostacoli ancora da superare per
muoversi verso una normalizzazione dell'economia?
Sicuramente, seppur in netto miglioramento, l’occupazione – in particolare l’occupazione giovanile – deve
evidentemente produrre degli effetti ancora migliori. Non possiamo pensare di avere oltre il 30% di
disoccupazione giovanile, in un Paese normale. Quindi noi dobbiamo aiutare questi giovani, abbiamo
peraltro previsto nell’ultimo accordo sindacale appena siglato l’assunzione di oltre 200 giovani, quindi
daremo il nostro contributo.