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I risultati al 30 giugno 2017 del Gruppo UBI (UBI Banca + 3 Banche Acquisite)

ubi-banca-577634_660x368Il secondo trimestre dell’anno ha visto concretizzarsi con successo alcune importanti azioni
strategiche, che, assieme alle iniziative concluse nel primo trimestre1
Le più importanti azioni strategiche possono riassumersi come segue:

, costituiscono parti

integranti dell’evoluzione del Piano Industriale del Gruppo UBI al 2020.
– è stato chiuso in data 10 maggio 2017, con data di consolidamento a partire dal 1 aprile
2017, il contratto per l’acquisto di Nuova Banca delle Marche, Nuova Banca dell’Etruria e
del Lazio e Nuova Cassa di Riparmio di Chieti (le “3 banche Acquisite”), una volta
verificato il soddisfacimento delle condizioni sospensive, tra cui la cessione da parte delle
stesse di 2,2 miliardi di crediti deteriorati al Fondo Atlante; contestualmente è stato
aggiornato il Piano Industriale al 2020 per comprendere l’allargamento del perimetro del
Gruppo UBI alle 3 Banche Acquisite e le nuove sinergie attese;
– è stato lanciato in data 12 giugno l’aumento di capitale per circa 400 milioni che si è
concluso con pieno successo il 5 luglio 2017;
– il 15 giugno è stata avviata la procedura sindacale relativa all’aggiornamento del Piano
industriale 2020, conseguente all’acquisizione e integrazione delle 3 Banche nell’ambito del
nuovo assetto organizzativo del Gruppo. Tale procedura è attesa concludersi nel mese di
ottobre 2017 in concomitanza con la prima delle 3 fusioni previste in UBI Banca, relativa a
Nuova Banca Marche2
;

– nel contempo è stata negoziata e conclusa a fine luglio la seconda fase della trattativa
sindacale, iniziata nel giugno 2016, relativa al Piano Industriale 2020 di UBI Stand alone,
che sancisce l’uscita anticipata a fine 2017-inizio 2018 di ulteriori circa 700 Risorse (in
aggiunta alle circa 600 uscite concordate a dicembre 2016 e già avvenute), assieme ad un
piano di ricambio generazionale e all’armonizzazione dei contratti integrativi aziendali
per tutto il personale del gruppo. Tale accordo abilita l’anticipazione di circa 20 milioni di
sinergie di costo al 2018.

1 Nel primo trimestre dell’anno, si è chiuso con successo il progetto Banca Unica (fusione di 7 Banche Rete in UBI Banca), in
anticipo di 4 mesi rispetto alle tempistiche attese, è stato implementato il nuovo modello organizzativo con la riconfigurazione
dell’ambito del Chief Commercial Officer (creazione di macroaree territoriali e delle divisioni Corporate e Investment Banking e Top
Private) e del Chief Wealth and Welfare Officer, è stata trasferita la responsabilità della gestione delle inadempienze probabili dalla
rete all’unità centrale di credito anomalo, mantenendo un’unità specializzata per la gestione delle sofferenze (complessivamente 400
risorse), è stato introdotto il nuovo approccio commerciale per le piccole/medie imprese e le aziende corporate con una prospettiva di
settore/filiera virtuale… 2 Si ricorda che le fusioni delle 3 banche acquisite sono attese a fine ottobre 2017 (Nuova Banca Marche, congiuntamente alla
controllata Cassa di Risparmio di Loreto), a fine novembre 2017 (Nuova Banca Etruria congiuntamente alla controllata Banca
Federico del Vecchio) e a febbraio 2018 (Nuova Carichieti).

2
* * *

La solidità del Gruppo allargato (UBI Banca + 3 Banche Acquisite) è confermata
dai buoni livelli degli indici patrimoniali e strutturali:
– CET1 consolidato:
o Fully loaded a 11,32% (era 11,29% al 31 marzo 2017 per UBI Stand Alone)
o Phased in a 11,42% (era 11,44% al 31 marzo 2017 per UBI Stand Alone)
Si rammenta che le 3 Banche Acquisite sono incluse a modello standardizzato
– LCR e NSFR > 100%
– Leverage ratio al 5,66% (5,61% fully loaded)
I dati patrimoniali (UBI Banca+3 Banche Acquisite) evidenziano una crescita
degli impieghi in bonis e la diminuzione dei crediti deteriorati, confermando la
buona qualità del credito, e l’incremento ulteriore della raccolta indiretta e di
quella totale
– Impieghi in bonis a 85.8 miliardi (+1,5% vs 84.5 al 31 dicembre 2016)
o di cui UBI Stand Alone a 75,4 miliardi (+2,2% vs 73,8 miliardi al 31 dicembre 2016)
– Crediti deteriorati netti3
o di cui UBI Stand Alone a 7,7 miliardi (-3,9% vs 8,1 miliardi al 31 dicembre 2016)
a 8,4 miliardi (-8,7% vs 9,3 miliardi al 31 dicembre 2016)

– Costo del credito annualizzato complessivo a 64 punti base
– Coperture del credito deteriorato in aumento al 48,8% con write-off (40,2% esclusi i write
off). Erano rispettivamente 44,6% e 35,6% a fine dicembre 2016
– Texas ratio al 103,6% (era 110,3% per UBI Stand Alone al 31 marzo 2017)
– Raccolta indiretta a 95,8 miliardi, +6,7% vs 89,8 al 31 dicembre 2016, in crescita sia in
UBI stand alone (+7,1% vs dicembre 2016 e +12,6% vs giugno 2016) che nelle 3 Banche
acquisite (+2,6%)
– Raccolta totale da clientela ordinaria4 del Gruppo (diretta e indiretta) a 179,4 miliardi
(176,1 a dicembre 2016). In particolare, per UBI Stand Alone, la raccolta totale è cresciuta
del 3% vs dicembre 2016 e del 5,3% (6,3% al netto dell’effetto performance) vs giugno
2016

I risultati economici del semestre per UBI Banca+3 Banche Acquisite
evidenziano un andamento positivo rispetto a quanto previsto a Piano:
Complessivamente, i risultati economici del Gruppo allargato mostrano un andamento
favorevole rispetto alle attese di Piano Industriale: si confermano i trend positivi di UBI Stand
Alone, mentre risulta contenuta e inferiore alle attese la perdita registrata dalle 3 Banche
3 Per una migliore comparabilità, i dati patrimoniali 2016 delle 3 Banche Acquisite sono esposti al netto dei crediti deteriorati ceduti
antecedentemente al closing a REV e al Fondo Atlante per complessivi euro 2.485 milioni netti 4 La raccolta diretta è considerata al netto della raccolta su reti terze, della raccolta istituzionale e di pronti contro termine con Cassa
Compensazione e Garanzia

3

Acquisite, sebbene queste non beneficino ancora delle sinergie attese dall’integrazione
informatica e organizzativa nel Gruppo UBI.
– 1sem 2017: utile netto contabile incluso il badwill5
o Utile netto di UBI Stand Alone a 110,9 milioni (rispetto a -787 milioni circa nel primo
semestre 2016, a seguito della contabilizzazione della maggior parte dei costi del Piano
Industriale “stand alone”)

a 696 milioni di euro, di cui:

o Risultato netto delle 3 Banche Acquisite a -27,7 milioni (al netto del riversamento del
badwill per +13,8 milioni)
– 1 sem 2017: utile al netto delle componenti non ricorrenti a 130 milioni di euro6
o Utile netto di UBI Stand Alone a 155,4 milioni (-537,9 nel primo semestre 2016)
, di cui:
o Risultato netto delle 3 Banche Acquisite a -25,4 milioni (al netto del riversamento del
badwill per +13,8 milioni)
– 2trim2017: utile netto contabile incluso il badwill7
o Utile netto di UBI Stand Alone a 43,8 milioni

a 629 milioni di euro, di cui:

o Risultato netto delle 3 Banche Acquisite a -27,7 milioni (al netto del riversamento del
badwill per +13,8 milioni)
– 2trim2017: utile al netto delle componenti non ricorrenti a 43,7 milioni di euro, di cui:
o Utile netto di UBI Stand Alone a 69,1 milioni
o Risultato netto delle 3 Banche Acquisite a -25,4 milioni (al netto del riversamento del
badwill per +13,8 milioni)
Focus su UBI Stand Alone: migliora l’andamento commerciale del margine di
interesse nel secondo trimestre, forte crescita delle commissioni nette
1sem2017 vs 1sem2016:
• Proventi operativi a 1.626,3 milioni, +2,4% rispetto al 1sem2016:
• Margine d’interesse in diminuzione del 9,8% a 690,7 milioni sia per effetto della
riduzione e ricomposizione del portafoglio titoli (le cui consistenze sono scese in media
semestrale da 19,5 miliardi nel 2016 a 15,5 nel 2017) che per la compressione degli
spread sugli impieghi, che ha più che compensato l’ulteriore diminuzione del costo della
raccolta. Il margine d’interesse è inoltre influenzato da minori interessi attivi su
inadempienze probabili per oltre 24 milioni.
Si rammenta che il margine d’interesse non include i benefici del TLTRO, che
verranno contabilizzati nel 4trim dell’anno
• Commissioni nette a 714,2 milioni, in crescita del 7% rispetto all’analogo periodo del
2016 (667,5 milioni)
• Risultato della finanza a 151,3 milioni (82,6 nel 1sem2016)
5 A seguito dell’allocazione del badwill, ancora provvisoria, la quota di “bargain purchase” riconosciuta a conto economico ammonta
a 612,9 milioni netti. Il trimestre beneficia inoltre di badwill reversal per 13,8 milioni di euro netti. 6 Le principali componenti non ricorrenti, al netto delle imposte e dei terzi, sono le seguenti: utile da cessione titoli HTM per 37,4
milioni, oneri relativi al progetto di integrazione delle 3 banche acquisite per 11,1 milioni, oneri relativi al progetto Banca Unica per
6,1 milioni, svalutazione investimento Fondo Atlante per 64,7 milioni, badwill 612,9 milioni 7 A seguito dell’allocazione del badwill, ancora provvisoria, la quota di “bargain purchase” riconosciuta a conto economico ammonta
a 612,9 milioni netti. Il trimestre beneficia inoltre di badwill reversal per 13,8 milioni di euro netti.

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• Oneri operativi complessivi a 1.021,7 milioni, in ulteriore riduzione dell’1,6% rispetto al
1sem2016: tutte le voci di costo registrano una riduzione: spese del personale -0,8%, spese
amministrative -3,1% e rettifiche di valore su attività materiali e immateriali -2,2%
• Rettifiche su crediti scese a circa 287 milioni, rispetto ai 1.206,4 del 2016, che
comprendevano l’effetto delle maggiori rettifiche – conseguenti agli obiettivi e alle azioni
decise in sede di Piano Industriale – che avevano, tra l’altro, determinato un conseguente
riassorbimento della c.d. shortfall8
• Rettifiche di valore per deterioramento di altre attività per 93,4 milioni, di cui 89,3
relativo alla svalutazione dell’investimento nel Fondo Atlante, rispetto ai 50.4 milioni,
anch’essi connessi ad eventi non ricorrenti, del 2016.

; il costo del credito annualizzato si attesta al 30 giugno

2017 a 69 punti base

2trim2017 vs 1trim2017:
• Proventi operativi a 828,2 milioni di euro (+3,8% rispetto ai 798,2 del 1trim2017)
• Margine d’interesse a 343,5 milioni rispetto ai 347,2 del 1trim2017, per effetto della
riduzione del margine finanziario in relazione alla riduzione e ricomposizione del
portafoglio titoli. Il margine derivante dall’intermediazione con la clientela ammonta a
circa 302 milioni rispetto a circa 301 nel 1trim2017, nonostante minori interessi attivi su
inadempienze probabili per circa 3 milioni.
Si rammenta che il margine d’interesse non include i benefici del TLTRO, che verranno
contabilizzati nel 4trim dell’anno.
• Commissioni nette a 363,4 milioni, in ulteriore crescita rispetto ai 350,9 del 1trim2017:
Migliora sia il contributo dei servizi legati all’attività in titoli (+4 milioni) sia l’apporto
delle commissioni relative all’attività bancaria tradizionale (+8 milioni)
• Risultato della finanza a 86 milioni (65,4 milioni nel 1trim2017)
• Oneri operativi complessivi a 499,7 milioni (-4,3% rispetto al 1trim2017 che includeva il
contributo ordinario al Fondo di Risoluzione)
• Le rettifiche su crediti confermano livelli contenuti (152,1 milioni vs 134,8 milioni nel
1trim2017)
• Rettifiche di valore per deterioramento di altre attività per 77,3 milioni essenzialmente
riconducibili alla ulteriore svalutazione dell’investimento nel Fondo Atlante, già avvenuta
nel 1trim2017 per 18,7 milioni.

* * *

Bergamo, 4 agosto 2017 – Il Consiglio di Gestione di Unione di Banche Italiane Spa (UBI Banca)
ha approvato i risultati consolidati del primo semestre del 2017, che includono, a partire dal 1
aprile 2017, quindi per un solo trimestre, le 3 Banche recentemente acquisite.
I risultati economici e patrimoniali del primo semestre 2017 comprendono l’impatto dell’allocazione
del “badwill” 9
Tale allocazione, che deriva dalla ri-esposizione delle attività e le passività acquisite al fair value
alla data di primo consolidamento, ha portato a rettificare in diminuzione principalmente i crediti
deteriorati (mediante incremento dei fondi rettificativi per 560 milioni lordi e 375,3 al netto delle
DTA), mentre il valore dei crediti in bonis a medio lungo termine risulta allineato al valore di
iscrizione a bilancio. Rettifiche di entità decisamente più contenuta sono state effettuate sulla
, che ammontava complessivamente a 995 milioni alla data del 31 marzo 2017.

8 Tale effetto sulla shortfall, al 30 giugno 2016, ammonta a circa 851 milioni
9 Si ricorda che l’IFRS 3 (R) consente comunque di procedere all’allocazione definitiva del badwill entro 12 mesi dall’acquisizione.

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raccolta a medio lungo termine, sul software e sui contratti connessi ai fondi immobiliari, mentre
valori leggermente positivi sono stati riscontrati su attivi gestiti.
A seguito di tale allocazione, la quota rimanente relativa al “bargain purchase”, contabilizzata nel
secondo trimestre dell’anno a conto economico risulta pari a 612,9 milioni.
Le rettifiche effettuate alle poste patrimoniali in conseguenza del processo di purchase price
allocation hanno già dato luogo, nel secondo trimestre, a “reversal” sia positivi che negativi, per un
netto di +13,8 milioni di euro.
Il semestre si è quindi chiuso per il Gruppo allargato con un utile netto di 696 milioni di euro, che
include il risultato di UBI Banca Stand Alone per circa 111 milioni di euro e quello delle 3
Banche Acquisite per -27,7 milioni (al netto del riversamento del badwill per +13,8 milioni)
10.
Al netto delle poste non ricorrenti11, l’utile del Gruppo allargato si è attestato a 130 milioni,
sintesi principalmente del risultato di UBI Stand Alone, pari a 155,4 milioni di euro, e di quello
delle 3 Banche Acquisite, pari a -25,4 milioni (al netto del riversamento del badwill per +13,8
milioni).

* * *

I risultati economici del Gruppo al 30 giugno 2017 (6 mesi per UBI + 3 mesi per le 3 Banche
Acquisite)
Il primo semestre del 2017 si è chiuso per il Gruppo allargato con proventi operativi a circa 1.739
milioni, riconducibili a UBI Stand Alone per 1.626,3 milioni (+2,4% rispetto al 1sem2016).
Nell’ambito dei proventi, il margine d’interesse si è attestato a 745,2 milioni e risulta composto
come segue:
• 53,6 milioni, pressoché totalmente derivanti dall’intermediazione con la clientela, relativi alle 3
Banche Acquisite. Si segnala che al 30 giugno 2017 il risultato delle 3 Banche includeva già
parzialmente i benefici di una prima progressiva riduzione di circa 30 bps nel costo della raccolta
avvenuta nel corso del 2trim2017;
• 690,7 milioni rivenienti da UBI Stand Alone (765,6 milioni nel 2016). Alla variazione hanno
contribuito un minor apporto del portafoglio titoli di proprietà (-22 milioni) a fronte di un
decremento di 5 miliardi negli investimenti in titoli di debito – la cui vendita ha però generato nel
semestre significativi utili da cessione (oltre 125 milioni) – e il decremento del margine relativo
all’intermediazione con la clientela (-50,6 milioni), di cui la metà dovuta alla riduzione degli
interessi attivi su inadempienze probabili, scesi di oltre 24 milioni semestre su semestre. Si
rammenta che il margine d’interesse non include i benefici del TLTRO, che verranno
contabilizzati nel 4trim dell’anno.
Le commissioni nette si sono attestate a 761,4 milioni, di cui 47,2 milioni relativi alle 3 Banche
Acquisite. Tale ultimo importo si riferisce per il 78% circa (37 milioni) all’attività bancaria
tradizionale con la clientela, e per il resto ai servizi di gestione, intermediazione e consulenza nel
settore titoli, confermando, assieme alla composizione del margine d’interesse, la pressoché totale
focalizzazione delle 3 Banche sulle attività di raccolta e impiego con clientela.
Per quanto riguarda il contributo di UBI Stand Alone, esso è passato a 714,2 milioni, in salita del
+7% rispetto ai 667,5 milioni del 2016, grazie all’apporto positivo delle commissioni su servizi di
gestione, intermediazione e consulenza (+8,5% a 410 milioni) – trainate dall’importante incremento
10 Oltre ai 612,9 milioni di cui sopra. 11 Vedasi nota 5

6

del risparmio gestito e assicurativo – ma anche di quello delle commissioni derivanti dall’attività
bancaria tradizionale (+5,1% a 304,3 milioni).
Il risultato netto dell’attività di negoziazione e copertura si è attestato a 148,8 milioni, di cui
151,3 attribuibili a UBI Stand Alone.
Questi ultimi sono attribuibili come segue:
– per 42,7 milioni all’attività di negoziazione (5,6 milioni nel 1sem2016);
– per 99,6 milioni alla cessione di asset finanziari, inclusi i titoli di stato italiani (86,5 milioni nel
1sem2016);
– per 10,9 milioni alla valutazione delle attività finanziarie al fair value (-8,2 milioni nel 1sem2016);
– le attività di copertura sono state negative per 1,8 milioni (-1,3 milioni nel 1sem2016).
Gli altri proventi di gestione si sono attestati a 58,8 milioni, di cui 5,5 milioni conseguiti nelle 3
Banche Acquisite.
Gli oneri operativi hanno totalizzato 1.158,2 milioni, di cui 1.021,7 milioni relativi a UBI Stand
Alone (quest’ultima in riduzione di 16,4 milioni rispetto ai primi sei mesi del 2016):
– le spese per il personale si sono attestate a 716,9 milioni, di cui 634,3 milioni relativi a UBI Stand
Alone, dove prosegue la riduzione già in atto da diversi anni (ulteriore -0,8% vs 1H2016 grazie
alla diminuzione della forza lavoro media, -262 risorse, e al minor peso delle componenti
variabili) e 82,6 relativi alle 3 Banche Acquisite. Sono peraltro in corso azioni che consentiranno
l’ulteriore contenimento del costo del personale, pur assicurando un solido ricambio
generazionale.
Si rammenta infatti che per UBI Stand Alone ulteriori risparmi di costo sono previsti sia in
relazione alle uscite avvenute nella prima parte dell’anno (Accordo sindacale del dicembre 2016)
sia in relazione alle 700 uscite, di cui oltre la metà attese nel corso del secondo semestre 2017,
oggetto del recente Accordo Sindacale del 26 luglio us.
Per quanto riguarda le 3 Banche Acquisite, sono attese circa 200 uscite12
Infine, il 15 giugno scorso è stata avviata la procedura sindacale relativa all’aggiornamento del
Piano industriale 2019-2020, conseguente all’acquisizione e integrazione delle 3 Banche
nell’ambito del nuovo assetto organizzativo del Gruppo. Tale procedura è attesa concludersi nel
mese di ottobre 2017 in concomitanza con la prima delle 3 fusioni previste in UBI Banca, relativa
a Nuova Banca Marche.

nella seconda parte
dell’anno in relazione agli Accordi sindacali stipulati prima dell’acquisto delle stesse da parte di
UBI.

– le spese amministrative hanno totalizzato 366 milioni, di cui 49,8 relative alle 3 Banche
Acquisite, che non hanno ancora beneficiato delle sinergie organizzative ed informatiche previste
con la fusione in UBI, e 317,3 milioni a UBI Stand Alone, dove prosegue la riduzione in atto (-
3,2% rispetto al 1H2016);
– le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali sono pari a 75,3 milioni, di cui 5,2
derivanti dalle 3 Banche Acquisite.
Le rettifiche di valore nette su crediti si sono attestate a 282,6 milioni di euro, determinando un
costo del credito annualizzato di 64 punti base.
Grazie alle vendite di crediti deteriorati effettuate prima dell’acquisizione, le rettifiche su crediti
nelle 3 Banche si sono attestate a 10 milioni, più che compensate dal beneficio derivante dal
riversamento del badwill allocato a rettifica del valore dei crediti deteriorati (14,5 milioni).
12 Al 30 giugno 2017, circa 445 risorse dovevano ancora accedere al Fondo di Solidarietà (sulle 532 oggetto di Accordi precedenti
l’acquisizione delle 3 Banche da parte di UBI Banca)

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Al 30 giugno 2017, le coperture dei crediti deteriorati si attestano per il Gruppo allargato al 48,8%
includendo i write-off (40,2% esclusi i write off).
Nel periodo sono stati contabilizzati circa 99 milioni di rettifiche di valore netto per altre attività e
passività, essenzialmente legate alla svalutazione dell’investimento nel Fondo Atlante per 89,3
milioni da parte di UBI Stand Alone.
Le imposte del periodo si sono attestate a 79,4 milioni, definendo un tax rate del 40,81%, e non
includono alcun beneficio di iscrizione di DTA sulle perdite pregresse delle 3 Banche Acquisite che
inizierà a rilevarsi a valle delle incorporazioni societarie.
Infine, sono statti registrati nella prima parte dell’anno oneri legati al Piano Industriale (progetto
Banca Unica, progetto integrazione 3 banche acquisite, incentivi all’esodo) per circa 20 milioni al
netto delle imposte e dei terzi.

* * *

I risultati economici del 2trim2017
L’evoluzione del 2trim2017 evidenzia un risultato positivo di 629 milioni: le 3 Banche Acquisite
vi hanno concorso con un risultato negativo di 27,7 milioni (al netto del riversamento del badwill
per 13,8 milioni), sintesi di una gestione ordinaria ancora condizionata dagli oneri operativi,
nonostante la riduzione del costo del credito, mentre UBI Stand Alone ha realizzato un utile netto
di 43,8 milioni, penalizzato dall’ulteriore svalutazione dell’investimento nel Fondo Atlante (circa
71 milioni lordi e 50 netti), pur in presenza di un’evoluzione favorevole delle componenti “core”
(+52,3 milioni l’incremento congiunturale del risultato di gestione). L’utile netto del secondo
trimestre si confronta con la perdita netta di 829 milioni registrata nel corrispettivo periodo del 2016
(scaturita dalla contabilizzazione della quasi totalità degli oneri legati al Piano Industriale) e con il
risultato netto di 67 milioni conseguito nei primi tre mesi del 2017.
Dal punto di vista congiunturale, i proventi operativi hanno totalizzato 940,8 milioni, di cui 112,8
milioni di pertinenza delle 3 Banche Acquisite e 828,2 milioni di UBI Stand Alone. Questi ultimi
evidenziano un progresso rispetto agli 815,5 milioni degli stessi tre mesi del 2016, ma soprattutto ai
798,2 milioni del primo trimestre 2017, da ricondurre alla crescita di pressoché tutte le
componenti di ricavo, a fronte di una sostanziale stabilità del margine d’interesse.
Nel 2trim2017, infatti il margine d’interesse migliora a 398 milioni per il Gruppo allargato, grazie
all’apporto delle 3 Banche Acquisite (54,5 milioni, pressoché totalmente conseguiti nell’ambito
dell’intermediazione con clientela), mentre risulta sostanzialmente stabile a 343,5 milioni il margine
d’interesse generato da UBI Stand Alone. Il secondo trimestre evidenzia in particolare per UBI
Stand Alone l’apporto positivo fornito dall’intermediazione con la clientela (302 milioni rispetto ai
301 del 1trim2017), grazie da un lato all’evoluzione dei volumi attivi (+0,7% l’incremento delle
consistenze medie lorde fruttifere) e dall’altro all’effetto tasso sulla raccolta a più lunga scadenza.
Nei due trimestri la forbice con clientela è rimasta sostanzialmente invariata, ma il mark-down,
confermando il trend del precedente esercizio, sta lentamente migliorando.
Si rammenta che il margine d’interesse non include i benefici del TLTRO, che verranno
contabilizzati nel 4trim dell’anno.
Le commissioni nette si attestano a 410,5 milioni, di cui 47,2 milioni rivenienti dalle 3 banche
Acquisite (realizzate prevalentemente nel comparto dell’operatività più tradizionale) e 363,4 milioni
del Gruppo UBI Banca storico (+12,5 milioni). Il miglioramento conseguito da UBI Stand Alone è

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riferito sia alla crescita dell’apporto dei servizi di gestione, intermediazione e consulenza (+3,8
milioni a 206,9 milioni) sia a quella dei servizi bancari (+8,7 milioni a 156,5 milioni).
Il risultato dell’attività finanziaria totalizza 83,4 milioni nel 2trim dell’anno, di cui -2,6 milioni
dalle Nuove Banche per effetto prevalentemente della cessione di crediti, e circa 86 milioni da UBI
Stand Alone. Quest’ultima mostra un progresso di +20,6 milioni rispetto ai 65,4 milioni dei tre mesi
precedenti, grazie soprattutto all’attività di cessione, salita a 59,1 milioni dai 40,5 del primo
trimestre 2017. La negoziazione ha contribuito con 18,7 milioni (23,9 nel 1trim2017) mentre le
attività a FVO hanno assicurato 7,9 milioni (circa 3 nel 1trim2017).
Il risultato della gestione assicurativa, riferito alle 3 Banche Acquisite e al solo secondo trimestre,
si è quantificato in 4,1 milioni.
L’analisi congiunturale evidenzia nel secondo trimestre oneri operativi per 636,2 milioni, di cui
141,8 milioni riferiti alle 3 Banche Acqusite (82,6 milioni il costo del personale, 49,8 milioni le
altre spese amministrative e 5,6 milioni le rettifiche su attività materiali e immateriali) e 499,7
milioni al Gruppo “stand alone”. Quest’ultimo, confermando il trend di contenimento in atto, ha
presentata una flessione di 22,3 milioni rispetto ai 522 milioni dei primi tre mesi dell’anno, grazie
alla favorevole dinamica di tutte le componenti:
– le spese per il personale, in calo di 6,8 milioni (da 320,6 a 313,7 milioni), sintetizzano i primi
risparmi conseguenti all’evoluzione dell’organico (le uscite per esodi anticipati ex Accordo
Sindacale del’11 dicembre 2016 si sono principalmente concentrate a fine febbraio), ma anche i
benefici conseguenti all’adozione delle varie forme di prestazioni lavorative concordate con le
OO.SS..
– le altre spese amministrative sono scese di 15,4 milioni a 151 milioni, anche in considerazione
dell’incorporazione nei dati dei primi tre mesi dell’anno della stima del contributo ordinario al
Fondo di Risoluzione per 31,6 milioni (poi rettificato in 27,7 milioni nel secondo trimestre). Al
netto di tale contributo, le spese correnti mostrano una crescita concentrata in ambito progettuale,
essenzialmente per pubblicità e prestazioni professionali IT;
– le rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali si sono mantenute stabili a 35
milioni.
Il secondo trimestre evidenzia 147,8 milioni di rettifiche di valore nette su crediti, fra i valori più
bassi degli ultimi anni, confrontandosi con i 134,8 milioni rilevati nei primi tre mesi.
Il costo del credito del secondo trimestre si è pertanto attestato allo 0,63%, dallo 0,64% dei primi
tre mesi (dati annualizzati).
Il conto economico del 2trim2017 è stato impattato dalla contabilizzazione di 82,7 milioni quali
rettifiche di valore nette per deterioramento di altre attività/passività finanziarie, di cui 77,3
milioni di pertinenza del Gruppo “stand alone” (per 70,6 milioni riferiti alla svalutazione
dell’investimento nel Fondo Atlante, che va ad aggiungersi ai 18,7 milioni di svalutazione netta
effettuati nel 1trim2017) e per 5,4 milioni proveniente dalle 3 Banche Acquisite.
Infine, il periodo registra, in relazione al progetto Banca Unica e al progetto di integrazione delle 3
Banche Acquisite, oneri non ricorrenti per 11,6 milioni, già al netto di imposte e terzi.

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Gli aggregati patrimoniali (UBI Banca + 3 Banche Acquisite)
Al 30 giugno 2017, gli impieghi verso la clientela13

Nel dettaglio, all’interno dell’aggregato:

si attestano complessivamente a 94,2 miliardi,
e risultano in crescita dello 0,5% rispetto ai 93,8 miliardi del 31 dicembre 2016, effetto combinato
della crescita dell’1,6% degli impieghi di UBI Stand Alone (a 83,2 miliardi da 81,9 a fine dicembre
2016) e di una contrazione degli impieghi delle 3 Banche Acquisite (a 11 miliardi da 11,9 a fine
dicembre 2016).
– i crediti in bonis verso la clientela si attestano a 85,8 miliardi (+1,5% rispetto a dicembre
2016): UBI Stand Alone registra un incremento dei crediti del 2,2% a 75,4 miliardi, grazie
all’evoluzione positiva (+3,7%) delle poste a medio lungo termine, mentre le 3 Banche
Acquisite segnano una contrazione degli impieghi in bonis di circa 0,4 miliardi a 10,3
miliardi;
– i crediti deteriorati netti ammontano a circa 8,5 miliardi, in contrazione dell’8,7% dai 9,3 di
fine 2016 sia grazie alla discesa dei crediti deteriorati lordi, sia grazie alle maggiori rettifiche
legate anche all’allocazione del badwill.
Per quanto riguarda la qualità del credito, a fine giugno, lo stock di crediti deteriorati lordi, pari a
14.141 milioni, si è ridotto (-1,6% rispetto ai 14.374 del dicembre 2016) e rappresenta il 14.1% del
totale crediti lordi. Nel dettaglio:
– in UBI Stand Alone lo stock lordo scende a 12.146 milioni dai 12.521 di fine 2016
– nelle 3 Banche Acquisite lo stock lordo sale lievemente a 1.994 milioni dai 1.853 di fine
2016
I flussi lordi da crediti in bonis a crediti deteriorati sono stati pari a 715,9 milioni nel primo
semestre dell’anno, e derivano dalla somma dei nuovi flussi registrati in UBI Stand Alone – in
continua contrazione a 616 milioni (ossia -8,1% 1sem2017 su 1sem2016) – e dei flussi in entrata
registrati nelle 3 Banche Acquisite, pari a 100 milioni nel 2trim2017.
Le evidenze di fine giugno 2017 mostrano coperture in significativo progresso rispetto a
dicembre 2016.
Includendo i crediti stralciati, la copertura del totale crediti deteriorati sale al 48,8% (era il
44,6% a dicembre 2016). I crediti stralciati ammontano a 2,4 miliardi. Escludendo i crediti
stralciati, la copertura del totale crediti deteriorati è pari al 40,2%, in deciso rialzo rispetto al 35,6%
del dicembre 2016, anche, ma non solo, per effetto dell’allocazione del badwill a incremento dei
fondi di rettifica.
L’effetto combinato di riduzione degli stock lordi e di maggiori coperture, ha favorito la
contrazione dei crediti deteriorati netti, le cui consistenze si attestano a fine giugno 2017 a 8.452
milioni (da 9.258 milioni a dicembre 2016), rappresentando il 9% del totale dei crediti netti.
In termini di composizione per classi:
– lo stock di sofferenze nette ammonta a 4.050 milioni (4.075 a dicembre 2016). Includendo i
crediti stralciati, la copertura delle sofferenze si attesta a giugno 2017 al 59,2% (58,6% a
dicembre 2016). Analoga dinamica caratterizza la copertura delle sofferenze al netto dei crediti
stralciati che raggiunge il 46,3% a fine giugno 2017 (45,6% a fine dicembre 2016);
– la categoria delle inadempienze probabili (cd. “Unlikely to pay”) ammonta in valori netti a
4.157 milioni (4.881 a dicembre 2016), esprimendo una copertura del 34,3% (24,8% a
dicembre 2016);
13 Vedasi nota 3

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– le posizioni scadute/sconfinanti nette ammontano a 246 milioni (rispetto ai 302 milioni di
dicembre 2016), con una copertura del 9,5%.
Per quanto attiene il profilo della raccolta, si segnala il consolidamento della positiva evoluzione
dell’aggregato di raccolta totale core da clientela ordinaria14 (che accoglie la raccolta diretta core
da clientela ordinaria e la raccolta indiretta) attestatosi a 179 miliardi a giugno 2017, rispetto a
176,1 miliardi a dicembre 2016.
Più in dettaglio, la raccolta diretta da clientela ordinaria, pari a 83,6 miliardi (86,3 miliardi a
dicembre 2016) risulta in contrazione essenzialmente per effetto della progressiva scadenza degli
stock di obbligazioni collocate sulla clientela captive (-3 miliardi rispetto a dicembre 2016, in
diminuzione sia in UBI Stand Alone che nelle 3 Banche Acquisite), non sostituite anche nel
contesto della normativa sul bail-in, e della riduzione delle consistenze depositi vincolati sulle 3
Banche Acquisite (-0,6 miliardi), a fronte di significativa evoluzione del risparmio gestito.
La crescita dei conti correnti e dei depositi rimane forte in UBI Stand Alone (+2 miliardi a 54,3
miliardi a giugno 2017) mentre gli stessi scendono leggermente nelle 3 Banche Acquisite (-0,5
miliardi), al pari delle altre forme di raccolta più onerose sopra descritte, a seguito del recente avvio
di una politica di riduzione dei tassi passivi; nel complesso, i conti correnti e i depositi ammontano
a 62,8 miliardi (61,3 a dicembre 2016).
A giugno 2017, la raccolta indiretta si conferma ottima interprete delle esigenze di investimento
della clientela e raggiunge i 95,8 miliardi di euro, in crescita complessivamente di oltre 6 miliardi
(+6,7%) da fine 2016 (+7,%1 in UBI Stand Alone e +2,6% nelle 3 Banche Acquisite). In particolare
a fine semestre:
– il risparmio gestito in senso stretto raggiunge i 42,3 miliardi (+5,4% rispetto a dicembre 2016);
– la raccolta assicurativa si attesta a 19,7 miliardi (+6,9% rispetto a dicembre 2016);
– la raccolta amministrata ammonta a 33,8 miliardi (+8,3% rispetto a dicembre 2016).
Con valuta 29 marzo 2017, l’esposizione del Gruppo verso la BCE a titolo di TLTRO2 è salita a
12,5 miliardi di euro, dai 10 miliardi ottenuti a giugno 2016; l’intero importo è riferito a UBI Stand
Alone.
Il profilo di scadenza contrattuale di tale esposizione TLTRO2, iscritta tra i “Debiti verso Banche” e
quindi non inclusa nella raccolta diretta, prevede 10 miliardi a giugno 2020 e 2,5 miliardi a marzo
2021.
Il Gruppo continua a beneficiare della solida posizione di liquidità, con indici (Net Stable Funding
Ratio e Liquidity Coverage Ratio) costantemente superiori a 1, e uno stock di attività stanziabili
complessivamente pari, al 30 giugno2017, a 25,4 miliardi di euro, (di cui 10,6 disponibili), già al
netto degli haircut.
A giugno 2017, le attività finanziarie del Gruppo hanno una consistenza al mark to market di 18
miliardi di euro (-17,8% rispetto a dicembre 2016), di cui 11,9 miliardi relativi a titoli di stato
italiani (16,5 miliardi a dicembre 2016).
A fine giugno 2017, il patrimonio netto consolidato del Gruppo UBI Banca, incluso il risultato di
periodo, si attesta a 9.956,2 milioni di euro, e beneficia sia dell’aumento di capitale che della
contabilizzazione del badwill.

14 Al netto della raccolta su reti terze, della raccolta istituzionale e dei pronti contro termine con la Cassa Compensazione e Garanzia.

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In termini di indici patrimoniali, a fine giugno 2017 il CET1 ratio fully loaded è pari all’11,32%;
il CET1 ratio phased in si attesta all’11,42%; in ambedue i casi, l’incremento degli RWA – dovuto
all’inclusione delle 3 Banche Acquisite e alla crescita degli impieghi in UBI (gli RWA si attestano a
69,2 miliardi a fine giugno rispetto ai 59,2 miliardi relativi a UBI Stand Alone a fine mazo2017) -, è
stato compensato dalla crescita del CET1 derivante dalla contabilizzazione del badwill,
dall’aumento di capitale, dalla vendita di un hedge fund e dal miglioramento della riserva AFS.
Sempre a fine giugno 2017, il Total Capital Ratio risulta pari, in termini fully loaded, al 13,94%, e
in termini phased in al 14,06%.
Infine, il Leverage ratio ammonta fully loaded 5,61% e phased in al 5,66%.

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Al 30 giugno 2017, le risorse umane del Gruppo UBI Banca risultavano composte da 22.122 unità
(17.244 in UBI Stand Alone e 4.878 nelle 3 Banche Acquisite). Sempre al 30 giugno 2017,
l’articolazione territoriale contava 1.954 sportelli (1.948 filiali in Italia e 6 all’estero).

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Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari
Elisabetta Stegher, quale Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari di
Unione di Banche Italiane Spa attesta, in conformità a quanto previsto dal secondo comma
dell’articolo 154 bis del “Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria”,
che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze
documentali, ai libri e alle scritture contabili.
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Prevedibile evoluzione della gestione ordinaria
L’evoluzione del margine di interesse nella seconda parte del 2017 rifletterà la rilevazione nel quarto
trimestre del beneficio una tantum previsto nell’ambito del programma TLTROII oltre che il
positivo andamento dei volumi di impiego e la progressiva riduzione del costo della raccolta da
clientela delle tre Banche Acquisite.
Si prevede che le commissioni nette nel secondo semestre 2017 continueranno a beneficiare del
processo di ricomposizione della raccolta totale a favore del risparmio gestito.
Proseguirà l’attento governo dei costi anche grazie all’uscita prevista di circa 700 persone, di cui
oltre la metà nel 2017, sulla base dell’Accordo Sindacale siglato nel mese di luglio.
Si prevede di mantenere il trend di riduzione del costo del credito complessivo di UBI e delle 3
banche acquisite rispetto al 2016.
Si conferma infine la previsione di integrazione delle Banche Acquisite nel rispetto dei tempi e degli
oneri di integrazione pianificati.

Per ulteriori informazioni:
UBI Banca – Investor Relations – tel. +39 035 3922217
E-mail: investor.relations@ubibanca.it
UBI Banca – Media Relations – tel. +39 027781 4213 – 4936