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Battere davvero la “follecrazia”

malaburocraziaMatteo Renzi fresco vincitore delle primarie e segretario con oltre il 70% dei consensi del Pd aveva fatto al suo esordio della lotta alla burocrazia uno dei suoi principali cavalli di battaglia. Avviata l’azione di governo, conclusa con la disfatta al referendum del 4 Dicembre 2016 di quella battaglia è rimasto ben poco. Anzi la burocrazia in alcuni casi ha fatto sentire il suo “peso” e la sua influenza, in particolare nello stilare alcuni provvedimenti, decreti, o norme collegate, ha indotto il governo a passi falsi e figure commendevoli. Due esempi su tutti, la modifica dell’art. 8 sulle ferie dei giudici e senza ricordare le norme sulla buona scuola da ultimo lo sgambetto della burocrazia sui poteri di Cantone all’Anac. Questo solo per citare quanto e quale peso, non sempre positivo svolge la nostra elefantiaca burocrazia, che basa il suo potere sul coacervo di norme e regolamenti, sulla loro interpretazione dalla quale quegli stessi burocrati traggono potere. Correva l’anno 2012 quando il governo in carica annunciava lo stanziamento di 25 mln per l’assunzione di 2.000 ricercatori. Era un bel passo avanti, un avvio di una nuova fase fatta di innovazione e rottura con il passato. Passano i mesi tra i soliti intoppi, veri o presunti, errori, malintesi, e  crisi di governo fino al 23 ottobre 2013 giorno nel quale il ministro in carica, Zanonato, firma il decreto attuativo. Da questo momento parte l’iter burocratico. Occorre la registrazione della Corte dei Conti, per la quale servono 56 giorni per il via libera, affinché entri in vigore è necessaria la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la quale per pubblicarlo impiega 33 giorni. A questo punto dovrebbe essere tutto posto. Invece no! Manca il modulo utile alle imprese interessate a fare domanda, ma l’art. 3 del decreto stabilisce la necessità di passare attraverso una gara d’appalto “utile” a creare una piattaforma dal costo previsto di 600.000 euro. Se tutto va secondo copione si arriva a fine 2014 ed è proprio, invece, ad inizio 2014 che ci si accorge che solo il 50% delel leggi emanate dal governo in carica, Monti, sono state accompagnate dai decreti attuativi. La Confartigianato da anni pubblica statistiche sconvolgenti sui costi sostenuti dalle imprese per la malaburocrazia, per il totale del tempo necessario per pagare le imposte, 269 ore di lavoro in Italia, 166 in Austria, 132 in Francia, solo 63 in Svizzera.  La burocrazia parassitaria ci costa nel nostro Paese oltre 60 miliardi. Sarebbero sufficienti a distribuire in busta paga almeno 200 euro a lavoratore, senza contare la follia degli adempimenti necessari per aprire un impresa, 78 in Italia, 6 nel Regno Unito, 4 negli USA. Pensate poi cosa significhi aprire un rapporto di lavoro, in Italia servono 56 passaggi diversi, solo 1 negli USA. Ora che è di nuovo in sella e presto vorrà misurarsi alle elezioni politiche, Renzi si ricorderà dei danni della burocrazia e riavvierà quella battaglia di civiltà?

ARES