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La lezione di Alitalia

gubitosi-alitalia_jpg_pagespeed_ic_f2cru03v9dIl referendum dei lavoratori di Alitalia boccia con una maggioranza molto alta, oltre il 77%, il preaccordo siglato da azienda e sindacati la scorsa settimana. Appare evidente un primo elemento inconfutabile emergere dal risultato della consultazione, i sindacati non controllano più i lavoratori ed hanno perso capacità di rappresentanza ed autorevolezza. Il secondo elemento di spicco è l’ineluttabile tramonto della ex compagnia di bandiera costata negli ultimi 10 anni agli italiani oltre sette miliardi di euro, tra sprechi, ricapitalizzazioni e buonuscite milionarie agli ex manager, che manager non erano. Ci hanno provato in tanti a salvare Alitalia. Alcuni con convinzione, passione, altri per convenienza. Nessuno ci è riuscito perché nessuno ha voluto applicare alla compagnia le strategie vincenti, quelle che peraltro sono sotto gli occhi di tutti, puntare sui voli più redditizi sul lungo raggio ed evitare di scontrarsi con le compagnie low cost. Ridurre i costi e privilegi di quanti oggi hanno la faccia tosta di dichiarare tra i lavoratori “meglio tutti in mezzo alla strada, che duemila oggi, duemila tra tre anni……..”, bel modo di essere solidali e ripagare la fiducia degli italiani che si sono svenati per tenere in piedi un altro dei tanti carrozzoni di questo Paese. Chiudete la compagnia, mettete un tappo a questo pozzo senza fondo di vergogne italiche e di italiche sciagure economiche. Purtroppo da questo governo fin troppo democristiano non c’è da aspettarsi tanto coraggio, se in consiglio dei ministri siede ancora uno come Poletti, un brav’uomo come Delrio e il mite Gentiloni, proveranno fino alla fine di tenere in piedi l’anatra più zoppa che c’è.

ARES