ALZHEIMER, ALL’INRCA UN CONVEGNO SUGLI INTERVENTI DI SUPPORTO
Con terapie farmacologiche solo in parte efficaci contro l’Alzheimer è necessario promuovere
azioni per ridurre lo stress e dare sollievo ai familiari, oltre che per rallentare o limitare gli esiti
invalidanti della malattia. Sono gli “interventi psicosociali”, che includono incontri di
formazione e counseling per i familiari, l’aiuto di volontari a casa, fino alla “riabilitazione
occupazionale”, per il recupero delle abilità quotidiane del malato tramite semplici attività
manuali. Delle potenzialità e prospettive di sviluppo in campo assistenziale se ne è discusso
oggi ad Ancona all’incontro promosso dall’Inrca, l’Istituto Nazionale di Riposo e Cura per
Anziani, nell’ambito dell’attuazione del Piano Nazionale Demenze. “Poiché vi sono evidenze
cliniche incomplete sul reale effetto delle terapie farmacologiche – spiega Giuseppe
Pelliccioni, responsabile Unità operativa Neurologia – negli ultimi anni si è incrementata la
ricerca su attività orientate a promuovere il benessere e la qualità della vita delle persone con
demenza e dei loro familiari, oltre a facilitare il graduale adattamento alla disabilità e alle
conseguenze della malattia”. Nelle Marche, grazie alle recenti linee guida, è previsto il
potenziamento di tali interventi, con l’Inrca nel ruolo di coordinatore.
L’incontro quindi ha approfondito le iniziative di maggior successo come il progetto Inrca My
Mind, uno studio che ha coinvolto più di 300 persone over 65 con l’obiettivo di sperimentare
l’effetto di un piano di “allenamento mentale” sul mantenimento e recupero delle abilità
intellettive negli anziani. Il programma ha incluso tecniche mnemoniche, metodi per utilizzare
la scrittura in modo efficace, ma anche passatempi comuni come parole crociate e sudoku. I
risultati sono stati positivi: nella maggior parte dei soggetti con malattia di Alzheimer si è
avuto un significativo miglioramento delle performance e dello stato psicologico, in particolare
memoria, linguaggio e orientamento. “Con l’aumentare dei casi di demenza – conclude
Fabrizia Lattanzio, direttore scientifico – è fondamentale educare ad uno stile di vita
fisicamente e mentalmente attivo anche nello svolgimento delle semplici attività quotidiane”.
L’invecchiamento è il maggiore fattore di rischio per le malattie neurodegenerative. Il World
Alzheimer report stima oltre 9.9 milioni di nuovi casi di demenza ogni anno nel mondo. Una
cifra superiore di quasi il 30% rispetto a quella effettuata dall’Oms nel 2010.
Ancona, 26 gennaio 2017