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Da Infolampo: Previdenza – Banchieri

pensione_integrativa-300x223Previdenza, si affacciano «novità positive»

L’esecutivo presenta l’Anticipo pensionistico (Ape), apprezzamento dei sindacati per l’assenza di

penalizzazioni. Cautela di Camusso, che però rimarca “la disponibilità del governo a entrare nel merito”.

Fissati tre nuovi incontri: 23, 28 e 30 giugno

“C’è qualche novità positiva, ma è ancora troppo poco per dire che siamo in una fase conclusiva delle

nostre valutazioni. Speriamo che il confronto continui e produca risultati”. Questo il primo commento del

segretario generale della Cgil Susanna Camusso all’incontro di

ieri (martedì 14 giugno) tra governo e sindacati su pensioni e

lavoro, secondo quanto riportano le agenzie di stampa. Nel corso

del vertice l’esecutivo (rappresentato dal ministro del Lavoro

Giuliano Poletti e dal sottosegretario alla Presidenza del

Consiglio Tommaso Nannicini) ha presentato la propria proposta,

centrata sulla possibilità di uscire dal lavoro fino a tre anni prima

dell’età di vecchiaia mediante l’Anticipo pensionistico (Ape) da

restituire in 20 anni.

Camusso ha rilevato la “disponibilità del governo a entrare nel

merito” dei temi oggetto del confronto, pur rimarcando che su

previdenza e occupazione “c’è molto lavoro ancora da fare” e che

la discussione con il governo ha esaminato i titoli enunciati nella

precedente riunione. Intanto sono state fissate le date di tre nuovi incontri: il 23 e il 28 giugno sulle

pensioni, il 30 giugno sulle politiche attive per il lavoro. “Abbiamo bisogno di un quadro d’insieme,

bisogna andare a una modifica consistente della legge esistente sulle pensioni” ha poi concluso: “I singoli

aspetti non danno ancora una risposta compiuta alla nostra piattaforma”.

La proposta del governo, che vorrebbe inserire nella prossima Legge di stabilità e far entrare in vigore già

dal 2017, è quella di uscire dal lavoro volontariamente fino a tre anni prima dell’età di vecchiaia mediante

l’utilizzo dell’Anticipo pensionistico (Ape) da restituire in 20 anni. Un prestito che, secondo i calcoli,

potrebbe arrivare fino al 15 per cento dell’assegno. L’intenzione dell’esecutivo, quindi, è di introdurre

flessibilità in uscita senza modificare la legge Fornero, utilizzando strumenti finanziari (considerando che

la stima dei costi è di 10 miliardi) e tenendo in equilibrio conti pubblici ed equità sociale.

L’Anticipo pensionistico sarà sperimentale per tre anni e riguarderà, a partire dall’anno prossimo, i nati

tra il 1951 e il 1953, per poi estendersi nel 2018 ai nati nel 1954 e nel 2019 ai nati nel 1955. In pratica, chi

è distante meno di tre anni dall’accesso alla pensione potrà chiedere all’Inps di certificare il requisito e di

accedere allo strumento. Il montante pensionistico sarà quello raggiunto al momento della richiesta

dell’anticipo, mentre il coefficiente di trasformazione sarà quello del momento nel quale si raggiunge l’età

di vecchiaia. Il prestito sarà senza “garanzie reali” e in caso di premorienza non ci si rivarrà sugli eredi.

Sarà pagato con una rata sulla pensione, ma si ragiona anche su una detrazione fiscale in modo da ridurre

i costi di questo meccanismo, in particolare per “i soggetti più deboli e meritevoli di tutela” (ad esempio,

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Pensioni: sul tavolo

anche la rivalutazione

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Anticipo pensionistico, i banchieri si ribellano al governo

Mazzotta, presidente del Mediocredito italiano: «Non possono imporci le condizioni del prestito senza

dirci quanto e quando ci pagheranno per il servizio. E noi cosa ci guadagniamo?».

di Francesco Pacifico

Con la praticità che lo contraddistingue Roberto Mazzotta dice che lui e gli altri suoi colleghi banchieri

sono stati «trattati come gli idraulici ai quali viene fatto fare un lavoro, e dopo che hanno concluso, gli si

dice: bravo, poi ti pagheremo. Senza indicargli né quanto né quando».

Il governo ha coinvolto banche e assicurazioni nell’anticipo pensionistico (Ape): saranno loro a prestare i

soldi ai lavoratori che decidono di lasciare prima del tempo la loro attività.

Denaro necessario per evitare che sia il governo ad accollarsi il prezzo dei contributi mancanti.

UN MERCATO DA 192 MILIARDI. In teoria il mondo del credito e quello assicurativo entrano in un

mercato che (soltanto per gli assegni erogati dall’Inps) vale 192 miliardi di euro.

In pratica gli stessi settori considerano la cosa una truffa. «Soltanto uno stupido può pensare di

guadagnarci», conclude Mazzotta, in passato alla guida di Cariplo e Popolare di Milano, oggi presidente

del Mediocredito italiano (Gruppo IntesaSanpaolo).

DOMANDA. Presidente Mazzotta, Susanna Camusso ha parlato di «grande regalo a banche e

assicurazioni».

RISPOSTA. Come si fa con le signore che non sempre dicono cose intelligenti, meglio far finta di niente.

E lo dico da amico dei sindacati.

D. Perché non vi piace l’anticipo pensionistico?

R. In genere sono le banche, quando prestano soldi, a porre le condizioni. Se invece ci si dice «dovete

farlo» senza guadagnarci nulla, non si può pretendere che siamo anche contenti.

D. Ma entrate in un business ricchissimo.

R. È un profilo di business bassissimo. Che il sistema bancario e quello assicurativo desiderino di

occuparsi anche del settore previdenziale è un conto…

D. Però?

R. Lo vogliamo fare con prodotti di carattere assicurativo, vendendo polizze o piani di accumulo. Qui

siamo di fronte a un’altra cosa.

D. Quale?

R. Che si garantisca ai pensionati una maggiore flessibilità di uscita è giusto, visto la situazione di crisi in

atto. Ma qui lo Stato deve imporre alle banche un interesse bassissimo, se non vuole che il pensionato

corra appresso al ministro del Lavoro.

D. E poi c’è l’Inps.

R. Costretta a fare da tesoreria e chiedere servizi alle banche senza una vera contropartita.

D. L’Ape non vi piace perché non ci guadagnate nulla.

R. Solo un imbecille può pensare di guadagnarci qualcosa da questa storia. Ma non ci sarebbe nulla di

male, però almeno che si rientri dei costi.

D. Che sono alti?

R. Ci sono costi amministrativi da accollarsi e dipendenti da pagare. E poi è rischioso fare prestiti agli

ultra 65enni.

D. La garanzia la mette lo Stato.

R. D’accordo, ma resta il fatto che nessuno mi dice quanto, quando e se mi paga.

D. Si sa troppo poco?

R. Il problema è che non si sa nulla. Del progetto non si conoscono i modi, i tempi e le condizioni. Si sa

soltanto che bisogna farlo.

D. I pensionati, nonostante la solidità delle loro pensioni, sono trattati malissimo dalle banche.

R. Le banche, indipendentemente dall’età, non amano prendersi rischi. Prestano i soldi quando hanno la

sensazione che rientreranno. E in questa sensazione c’è tutta la grandezza della nostra professione.

D. Il governo si sdebiterà comprandosi le sofferenze.

R. Bah, gli accordi in questo caso sono sempre al ribasso. Anche perché di solito c’è qualcuno che

promette troppo e alla fine dei conti imbroglia.

D. Lei va per i 76 anni e lavora ancora. Che cosa ne pensa dell’Ape?

R. Quando si è giovani non c’è cosa più bella delle vacanze. Quando si è vecchi non c’è niente di più

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governo_43675249837.htm