Fahrenheit 451 – Gli Hunger Games in Laguna
Fahrenheit 451 è un film del 1966 diretto da François Truffaut, tratto dall’omonimo romanzo
fantascientifico-distopico di Ray Bradbury, nel film pompieri appositamente incaricari provvedono a
bruciare i libri, il cui incenerimento avviene appunto alla temperatura di 451 gradi fahreneit. Il primo libro
che viene trovato e distrutto è Don Chisciotte, se distopico è inteso come indesiderabile, fantascientifico ha
il significato ovvio di qualcosa che si ipotizza, ma che in realtà non si prevede si avveri. Un film che si
interseca con il noto 1984 di George Orwell ovviamente, i punti di contatto sono evidenti anche se
differiscono nella trama oggettiva.
Ma spesso i film ed i romanzi di fantascienza tramutano la fantasia in realtà, Verne ha insegnato su questo
con i suoi sommergibili e città volanti. Probabilmente il grande Bradbury mai avrebbe pensato che il suo
libro avrebbe trovato applicazione nel Don Chisciotte lagunare diventato, in Italia tutto è possibile, primo
cittadino di una città gioiello come Venezia. Magari si pensava che il buon giovialone Luigi Brugnaro, che ha
corso con il motto “sicurezza è libertà”, si sarebbe dato da fare per eliminare l’obbrobrio delle meganavi
parcheggiate in piazza San Marco, nulla di più sbagliato.
Il neo-eletto doge ha preso prima di mira i centri sociali ed i venditori ambulanti, arrivando a pensare di
risolvere il problema «dandogli la caccia e mettendoli in gattabuia», ma in attesa di decidere se rilasciare
licenze apposite o consentire la creazione di posse senza freni, l’esimio ha finalmente individuato il
principale problema del capoluogo veneto, l’alta marea? No affatto, i libri per bambini distribuiti nelle
scuole.
Vestiti i panni del dittatore benevolo di Panem, Coriolanus Snow Brugnaro ha deciso che la letteratura
infantile andava mondata di tutto ciò che può traviare e portare sulla cattiva strada la nuova generazione
rampante. I danni provocati dalla lettura di un testo come “Il pentolino di Antonino” non possono sfuggire a
nessuno. “Il segreto di Lu” dove addirittura in copertina, due lupacchiotti assatanati e sicuramente con gli
ormoni impazziti, si rincorrono nella frenesia di una tentata copulazione non può portare al declino della
razza, che Gomorra resti fuori dai plessi è il grido di battaglia del censore pompiere.
La vicenda è di una tristezza disarmante, pur se raccontata in termini colorati c’è da chiedersi che senso
abbia parlare di leggi sulle unioni se una delle più grandi metropoli italiane, una città nota in tutto il mondo
per la sua unicità e bellezza, è riuscita ad eleggere alla guida un personaggio come l’attuale primo cittadino.
Forse prima di discutere di diritti dovremmo iniziare a guardarci dentro ed in faccia l’un l’altro per capire se
questo paese ha la maturità necessaria a fare passi avanti nella maturazione della società civile o se si
debba tornare sui banchi di scuola, magari con l’obbligo di lettura dei libri messi all’indice dallo Snow
veneto.
MAURIZIO DONINI