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Una lettera o “un manifesto funebre”?

lettere-abi-sulle-banchePiù che una “lettera agli italiani”, pubblicata sui principali quotidiani, quella dell’associazione bancaria, ha le forme di un “manifesto funebre. Caratteri neri e austeri, cornice nera, sottolinea che «anche le banche sono imprese che, nella generalità dei casi, pagano le crisi e il mancato rimborso dei prestiti e continuano a fare credito a imprese e famiglie». Le banche italiane, finete di nuovo sotto i riflettori dopo il crack di CariFe, CariChieti, Banca Marche e Banca Etruria, dice l’Abi, sono «sane, solide e affidabili», «garantiscono risparmiatori e investitori responsabili».

«Dopo sette anni di dura crisi, l’Italia comincia a rivedere la luce», scrive l’Abi ‘agli italianì pubblicando una lettera a pagamento sui quotidiani: «La ripresa va alimentata. Lo stanno facendo anche le banche italiane, di ogni dimensione e forma giuridica, sane, solide e affidabili che garantiscono risparmiatori e investitori responsabili».

«Negli altri Paesi europei, nonostante i massicci aiuti di Stato ricevuti fino al 2014, sono state circa mille le banche andate in crisi», sottolinea.

«Il riassetto di quattro banche, da tempo in difficoltà, ha creato dolorose ripercussione anche su una parte minoritaria degli investitori, mentre lo stesso mondo bancario, da solo, con senso di responsabilità ha sostenuto, con un esborso di oltre due miliardi di euro, la rinascita delle quattro banche, il risparmio dei depositanti e migliaia di posti di lavoro. Il nostro impegno continua».