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Mattarella fa fischiare le orecchie al Premier

quirinale-151230182406E’ finito il 2015. Il Presidente Mattarella con toni una volta tanto lontani dal rituale politico manda alcuni segnali molto evidenti e perentori agli interlocutori istituzionali. Contestualmente parla alla gente, senza distacco e formalismi, riconoscendo le difficoltà in cui versa parte del Paese e non poche famiglie. I segnali più forti giungono però alle orecchie del premier e sono il richiamo ai numeri, ancora altissimi dei disoccupati, in larga parte giovani e soprattutto… al fenomeno dell’evasione fiscale. Renzi da parte sua apprezza ed elogia il discorso del Presidente, ma non può fare a meno di incassare un uno due di non poco conto, perché? Sulla disoccupazione il Job Acts non sta dando i frutti sperati e il Ministro del lavoro si dimostra ogni giorno che passa sempre meno adeguato al ruolo, dell’evasione il premier non ha mai fatto cenno ed anzi l’esecutivo si è fatto casomai interprete di norme non certo a favore della lotta all’evasione e all’elusione, semmai il contrario, in silenzio e con pervicacia ha perseguito strade in contrasto con un clima di lotta all’ evasione, concentrandosi semmai sulla corruzione. Vale la pena di ricordare il caos all’ADE con i dirigenti retrocessi, la difficoltà a trovare adeguate soluzioni ed in particolare ad impostare un rapporto con il cittadino contribuente fatto di reciprocità, rispetto ed equilibrio dei poteri. Per il resto anche Mattarella ha fissato una deadline con il referendum confermativo delle modifiche costituzionali e quindi l’esecutivo Renzi è tarato su quella scadenza, dieci mesi circa, ma non è detto che la navigazione fino a quella data sia delle più tranquille.

ARES