SANITA’ MARCHE – UN ESERCITO DI PRECARI
L’ultima rilevazione ufficiale ovvero il conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato, conferma quanto
andiamo da tempo sostenendo ovvero che nella sanità marchigiana è presente un “esercito” di precari ( 1.257
precari : 381 uomini e 876 donne) composto da professionisti sanitari, tecnici e operatori di assistenza il cui
ruolo è irrinunciabile per la tenuta e il livello qualitativo dell’intero sistema sanitario regionale.
Le diverse figure professionali presenti nel Servizio sanitario regionale con un rapporto di lavoro precario
percentualmente sono il 6,39% rispetto al totale degli operatori della sanità marchigiana.
Nelle Marche si rischia di veder vanificato il risultato del “protocollo” sottoscritto dalla Giunta Regionale
e CGIL CISL UIL con particolare riguardo al capitolo “risorse umane” che prevede la stabilizzazione del
personale precario.
Il Decreto del Governo relativo alla stabilizzazione del personale precario in sanità è fermo ormai da 6 mesi
ed è stato recentemente riproposto con le modifiche peggiorative introdotte a seguito degli interventi del
Ministero dell’Economia e delle Finanze. Va denunciata l’assenza di volontà del Governo a dare una risposta
vera, sapendo che è in gioco la possibilità di poter continuare a garantire i livelli essenziali di assistenza per i
cittadini, visto che gran parte dei servizi ospedalieri e territoriali sono garantiti anche da percentuali rilevanti di
personale precario.
Si rischia di vanificare l’accordo con la Regione nonostante le Marche si pongano – in controtendenza rispetto
al dato nazionale – al primo posto nella graduatoria delle regioni italiane con un attivo al 31.12.2013 che
supera i trentadue milioni di euro ( 32.141.000 euro ).
Un risultato da ascrivere prioritariamente al “sacrificio” sostenuto dagli operatori, dal personale che ha pagato
un alto prezzo così come confermano i dati ufficiali. Nel confronto 2011 – 2012 le Marche hanno registrato
una perdita di 491 unità. A questo dato vanno sommate le diminuzioni di personale che si sono registrate
negli anni 2010 e 2013 per un perdita complessiva di circa 1.500 operatori.
Ma nonostante le Marche siano la Regione più “virtuosa” d’Italia, grazie al sacrificio sopportato dalle
lavoratrici e dai lavoratori della sanità marchigiana (meno operatori e conseguentemente maggiori carichi di
lavoro, migliaia di ore di lavoro straordinario non sempre retribuite, ferie arretrate non godute ), le “assurde”
norme statali vigenti pongono la Regione Marche sullo stesso piano di quelle che hanno invece registrato
significativi disavanzi imponendoci un’ulteriore riduzione della spesa del personale che entro il 2015 dovrà
essere ulteriormente ridotta sino a pareggiare il costo del 2004 ridotto dell’1,4% (!!!!!) .