MASSIMO ROSSI – RESOCONTO INCONTRO CGIL
Serve un’Amministrazione che rimarchi le proprie scelte politiche, che sia capace di riorganizzazione la
macchina comunale e che, soprattutto, faccia di Fermo una città aperta e di riferimento per l’intero
territorio. Questi, e tanti altri ancora, gli stimoli pervenuti da Maurizio Di Cosmo, segretario della CGIL
Fermo, nel corso dell’incontro con Massimo Rossi, il primo con i candidati sindaco.
“Innanzitutto bisogna agire sulla speranza delle persone – ha aperto il suo intervento Rossi – e noi
sosteniamo, con idee concrete, che sia assolutamente possibile un’alternativa per questa città, a
condizione che si prenda atto del fallimento della politica così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi.
Per farlo dobbiamo mettere in gioco la responsabilità di tutti, a partire dalla stessa Amministrazione che
deve agire secondo una dimensione di democrazia partecipativa. Per cercare una soluzione occorre
ascoltare gli altri, noi siamo contrari ad una deriva populistica dove c’è un leader che risolve i problemi
Crediamo, al contrario, nella concertazione con tutte le parti sociali per creare una piattaforma comune,
con la quale incidere in vero processo di cambiamento. E queste progettualità si costruiscono soltanto
attraverso dinamiche partecipative”.
Nel programma del candidato Rossi spicca la proposta di consulte comunali dedicate anche a lavoro ed
economia.
“L’Amministrazione deve definire un progetto di futuro per il territorio. Prendiamo l’ex Sadam, un luogo
che ha dato lavoro, sì, ma come non prendere atto che oggi abbiamo bisogno di un lavoro diverso, che
produca bene materiali ma anche immateriali? Oggi chi governa deve guardare il mondo, analizzare i
fenomeni e costruire modelli di economia capaci di immaginare un futuro diverso. E questo si fa nei
territori. Le nostre proposte, come quella di un polo scientifico nell’area dell’ex zuccherificio, non sono
difficili: è che non sono alla portata di chi pensa solo al consenso. Dobbiamo intercettare la politica che ha
una visione, non dobbiamo fare tutto da soli; c’è chi, questo, lo ha già fatto. Quindi, confrontiamoci e poi
aggiungiamo le nostre peculiarità, costruendo noi un nuovo scalino. E invece di esportare cervelli creiamo
opportunità per far sì che gli stessi rimangano qui, diventando valori aggiunti”.
Sull’abbassamento delle tasse, strumento propagandistico degli altri candidati, Rossi ha voluto ribadire la
sua posizione. “Dobbiamo finanziare i servizi, salvaguardandoli, prima di ridurre le tasse. Occorrono,
perciò, qualificazione e razionalizzazione della spesa. Prima si difendono servizi sociali e culturali, poi ci
si mette a tavolino a ragionare sulle aliquote, valutando caso per caso. Ci sono modalità per incidere su
una detassazione ma serve il contributo di tutti, perché si decide insieme. Ed in questo processo i corpi
intermedi sono fondamentali. Io non prometto di abbassare le tasse, voglio mettermi a ragionare di
entrate ed uscite con tutti, poi, come è giusto che sia, l’Amministrazione si prenderà le proprie
responsabilità”.
Altro passaggio fondamentale quello sugli appalti e sulla gestione delle partecipate. “Sono per
l’internalizzazione dei servizi, non si può frazionare il lavoro, renderlo sempre più precario, e poi parlare
di qualità. Ci sono dei diritti inalienabili che vanno definitivi e che non sono sacrificabili. Possiamo, anzi
dobbiamo, ricorrere ad aggregazioni tra Comuni e Enti pubblici, essendo consapevoli che in questa fase è
importante salvaguardare la natura pubblica di tutti i servizi, anche quelli che qualcuno vuole vendere in
fretta come la Solgas. Ogni operazione, e questo per me è un punto fermo, deve essere motivata in
funzione della natura pubblica dei servizi”.
Alla sollecitazione sulle modalità di gestione della struttura comunale, Rossi ha spiegato come nelle sue
precedenti esperienze amministrative abbia sempre tenuto in prima persona la delega al personale,
facendo della legalità e della trasparenza assi imprescindibili. “L’organizzazione è la mia passione e
ritengo che il rapporto diretto tra i lavoratori e i loro rappresentanti sia fondamentale. La politica deve
essere a contatto stretto con tutti e occorre un sindaco capace di presidiare e condividere, ma che deve
saper trasmettere la spinta propulsiva di un progetto. Perché se questo non è condiviso la macchina si
inceppa. E’ il sindaco che deve avere la delega al personale e alla partecipazione, che deve diventare il
facilitatore di un processo di democrazia diretta”.
Fermo, quindi, che torna protagonista del proprio ruolo di Comune capofila. “Smantellate senza alcuna
logica le Province, anche in questo caso per mere finalità elettorali, serve oggi un’entità che rappresenti
questo territorio a partire dai bisogni concreti. Lo deve essere nelle politiche di sviluppo così come in
quelle urbanistiche, nella gestione dei servizi come nelle dinamiche socio sanitarie. E sono convinto che,
con il contributo di cittadini, enti ed associazioni, Fermo saprà riconquistare una posizione importante nel
panorama regionale e nazionale”.
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