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Grande Distribuzione Organizzata finisce un’epoca

000gdoLa crisi persistente h affondato centinaia e centinaia di aziende, grandi, piccole e medie. Ha costretto alla chiusura centinaia di esercizi commerciali ed oggi attacca pesantemente la grande distribuzione organizzata. In crisi Mercatone Uno, i Supermarket di una catena su base regionale, esuberi alla Auchan e via di questo passo per migliaia di posti di lavoro persi e non più recuperabili. Spariscono intere categorie di lavoratori come ad esempio i benzinai soppiantati dai distributori super automatici. Per la grande distribuzione è invece proprio finita un’era. L’Italia ha provato a copiare un modello di sviluppo presente in altri paesi senza adattarlo alle proprie specificità, così fino a quando l’economia pareva avere il vento in poppa il modello ha resistito, oggi, con la crisi di cui non si vede la fine le mega strutture non reggono i costi, così le grandi catene ristrutturano e ripensano una nuova strategia di vendita. Non tutto è da buttare via, ma occorre guardare la realtà, la realtà del nostro Paese, ma anche quello che è stato fatto in paesi simili al nostro, in un mix calibrato tra grande distribuzione organizzata e “negozi di quartiere”. La rivoluzione inizia a partire dall’elettronica e dagli elettrodomestici. Puntare più sulla qualità e la specializzazione, favorire il consumatore con negozi dove può trovare anche l’usato garantito, o alimenti sani, genuini, ma non appartenenti alla categoria premium o che soddisfino esigenze alimentari di una  popolazione oramai multietnica. La rivoluzione è cominciata e andrà avanti di pari passo con il riposizionamento di parte della popolazione, con il reinserimento all’interno dei centri storici e dei quartieri con i migliori servizi.

ARES