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Minacce al proprietario dopo lo sfratto

000carabinieriMACERATA – Minacce di morte e appostamenti dopo lo sfratto. Il proprietario: «Ho paura, non mi sento tutelato dalla giustizia. L’ex inquilino mi ha detto “La casa non ti serve, ti ammazzo prima”».
Dal 2 marzo scorso un maceratese di 35 anni vive in un incubo. E’ quella la data in cui è stato eseguito lo sfratto da un immobile a Montegranaro, in cui C. E., boxeur 33enne, ha vissuto insieme al padre (intestatario del contratto) senza pagare l’affitto per circa due anni. Il provvedimento è stato eseguito con sei carabinieri della locale stazione e in presenza dell’ufficiale giudiziario. Da allora il proprietario ha ricevuto minacce e avvertimenti.

Dice l’avvocato Gianluca Grifi: «Il mio cliente sta rischiando seriamente. Quel soggetto è realmente pericoloso. Ha tentato di introdursi ripetutamente nell’abitazione: la sera stessa ha spaccato la finestra per entrare in casa. Una volta posta una grata per impedirgli l’accesso, l’ha presa a picconate, alle sei di pomeriggio, davanti agli occhi increduli dei vicini. Tutti i condomini sono spaventati. Ha provocato danni anche al portone principale del condominio, spaccandone la vetrata».

Poi prosegue: «Ci sono diverse denunce a suo carico per minacce gravi, violazione di domicilio consumata e ripetuti tentativi, aggravate da violenza sulle cose. I carabinieri di Montegranaro non possono trattenerlo in caserma per più di 24 ore, poi è di nuovo libero. La Procura di Fermo non ha ancora adottato alcuna misura cautelare. E’ tristemente sbalorditivo che in Italia per prendere provvedimenti adeguati si debba sempre verificare il peggio». Il 33enne, disoccupato, nel 2008 ha aggredito brutalmente l’avvocato Sandro Giustozzi, di cui era cliente, davanti al Tribunale di Civitanova Alta.

«La pericolosità del soggetto è conclamata – spiega ancora Grifi – dopo lo sfratto il 33enne voleva accanirsi contro il collega Giustozzi. La chiamata preventiva dei carabinieri ha evitato che l’avvocato si trovasse in casa». Il trasferimento in un ospedale specializzato, sebbene il provvedimento fosse pronto già dal 2008, non sarebbe mai stato mai eseguito. Il pugile dovrebbe rispettare anche l’obbligo di dimora a Montegranaro, ma le cose non stanno così.

L’avvocato Grifi conclude: «E’ il trionfo dell’illegittimità: da quasi un mese si apposta davanti all’abitazione del mio cliente, lo aspetta sperando di incontrarlo. Il mio assistito non può andare da solo a Montegranaro, né può disporre liberamente di un suo bene, che vista la situazione delicata, non può essere né venduto né affittato. E’ incredibile che non siano ancora stati rilevati gli estremi per l’arresto o per un Tso»