Effetto crisi:sempre più anziani vendono la casa in nuda
Schiacciati dal peso della crisi e con il costo della vita che aumenta, sempre più anziani
sacrificano la propria casa: nel corso del 2014, si è registrato un vero e proprio boom
della vendita di immobili in nuda proprietà con un aumento del 20 % rispetto all’anno
precedente. In tutta Italia Novantasettemila anziani hanno già scelto questa formula,
soprattutto nelle grandi città, a partire da Bologna, come emerge da un’analisi di
Confabitare, associazione proprietari immobiliari. Questi pensionati hanno un’età media di
75 anni e percepiscono una pensione media mensile di poco superiore ai 1.100,00 euro.
Le transazioni in nuda proprietà (che rappresentano il 9,5 % del totale delle transazioni),
vedono un calo degli atti tra familiari (per motivi successori e fiscali) e un aumento di
quelli propriamente di mercato. A vendere, nella maggior parte dei casi (soprattutto al
Nord e nelle grandi città) sono persone anziane che hanno scarsi legami con la famiglia,
oppure sono privi di eredi diretti, e hanno bisogno di liquidità per continuare a mantenersi,
conservando la disponibilità dell’immobile.
Il fenomeno della vendita della nuda proprietà rappresenta il segno tangibile di una crisi
che avanza sempre di più e che rischia di aumentare ulteriormente a fronte di un potere
d’acquisto delle pensioni drasticamente in calo e del costante aumento del costo della vita,
dei servizi, dei prezzi e delle tariffe. Il costo sempre maggiore che registra la gestione di
un immobile a causa dell’appesantimento della tassazione che grava sulla casa, costringe
di conseguenza gli anziani a dover ricorrere alla vendita della propria abitazione.
Secondo un’ analisi a livello nazionale condotta da Confabitare, il primato del ricorso degli
anziani alla vendita in nuda proprietà spetta all’Emilia Romagna con oltre il 39%, segue il
Lazio con il 18%, il Piemonte e Lombardia con il 16%, la Toscana con il 10% e la Liguria
con l’ 8%.
Da questa indagine risulta che la situazione attuale porta gli over-65 a dover ‘sacrificare’
la propria casa pur di avere una liquidità che possa loro garantire il proprio mantenimento,
e altrettanto determinante nella decisione dell’anziano di vendere il proprio immobile in
nuda proprietà è la possibilità di avere le risorse con le quali aiutare figli e nipoti alle prese
con la crisi occupazionale o con le difficoltà ad accedere al mercato del lavoro.
Anche per quanto riguarda l’analisi riferita alle grandi città emerge che al nord questo sia
un fenomeno più diffuso rispetto alle altre zone di Italia come illustrato nella tabella a
seguire.
CITTA AUMENTO %
VENDITE NUDA
PROPRIETÀ
Anno 2014 rispetto
al 2013
BOLOGNA 36%
ROMA 33,5%
TORINO 32%
MILANO 30,9%
FIRENZE 29,8%
GENOVA 28%
PADOVA 26,4%
VENEZIA 26%
NAPOLI 23,8%
CATANIA 23%
PALERMO 22,5 %
CAGLIARI 21,7%
BARI 17%
Il ricorso alla vendita della nuda proprietà consente di monetizzare dalla cessione
dell’immobile senza perdere il diritto abitativo (usufrutto) e, quindi, permette di mantenere
la stessa qualità di vita integrata da una nuova liquidità, ottenuta senza ricorrere a
indebitamenti. Dall’altra parte, chi acquista ha la possibilità di effettuare un investimento
a medio- lungo temine e, inoltre, entra in possesso di un immobile senza dover pagare
l’IMU, in quanto l’imposta ricade sull’usufruttuario.
“Questo preoccupante fenomeno che va sempre più diffondendosi, sintomo della
pesante crisi che colpisce soprattutto la fascia dei pensionati, sempre più debole,
deve portare il Governo – dichiara Alberto Zanni – Presidente nazionale di Confabitare,
a prendere provvedimenti ormai non più procrastinabili. Per questo motivo abbiamo
scritto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro dell’Economia Pier Carlo
Padoan, al Ministro del lavoro Giuliano Poletti e a tutti i capigruppo di Camera e Senato
affinché vengano assunti tutti i provvedimenti necessari per dare una risposta a questo
problema”.
16 marzo 2015
Confabitare Ufficio stampa