NELLA CRISI RAFFORZARE I SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI TERRITORIALI
A distanza di 12 anni da quando hanno iniziato la loro attività gli Ambiti Sociali nella nostra
regione operano ancora nell’incertezza e con una struttura organizzativa precaria quando,
invece, la crisi economica che stiamo attraversando richiederebbe una organizzazione forte ed
efficace per sostenere le fasce più fragili della nostra popolazione.
Il salto di qualità deve essere rappresentato dalla gestione associata delle politiche sociali per
garantire la piena realizzazione di tutti i servizi e la parità di condizioni di accesso da parte di
tutti i cittadini.
Nelle Marche ci sono 105 comuni con meno 2.000 abitanti, di questi 53 con meno di 1.000
abitanti. I vantaggi più evidenti della gestione associata sono proprio per i piccoli comuni ed è
l’unico modo per questi comuni per garantire ai loro cittadini i Livelli Essenziali delle Prestazioni
Sociali.
Gli attuali 23 Ambiti Sociali della nostra regione vedono una consistente presenza di “lavoro
precario” rappresentato da 174 figure professionali che operano in assenza di un rapporto di
lavoro stabile. La grandissima maggioranza degli operatori degli Ambiti Sociali non è di ruolo
da più di 10 anni e molti con un rapporto contrattuale “inappropriato”.
Inoltre, va sottolineato che di questi 174 operatori precari ben 103 sono Assistenti Sociali
ovvero la figura professionale “centrale” del sistema dei servizi sociali.
Certamente spetta ai Comuni fare le scelte nella direzione del rafforzamento organizzativo
degli Ambiti avviando il percorso di stabilizzazione delle diverse figure professionali precarie ma
questo può avvenire solo con un ruolo attivo della Regione Marche che deve essere di regia ma
anche di sostegno concreto attraverso l’erogazione di incentivi ai Comuni che scelgono di fare
il salto di qualità nella direzione della gestione associata dei servizi socio-assistenziali avviando
un percorso di stabilizzazione delle 174 figure professionali precarie oggi presenti nei 23 Ambiti
Sociali.