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Fermare la guerra. La nostra solidarietà al popolo palestinese!

guerraContinua la guerra nella Striscia di Gaza.

Il Presidente israeliano Shimon Peres durante l’incontro con il ministro degli Esteri Federica

Mogherini ha detto: “Stiamo cercando di difendere la nostra gente, come dobbiamo, e stiamo

anche cercando di non colpire persone innocenti a Gaza”.

Sta di fatto che mercoledì scorso 4 bambini palestinesi sono stati uccisi mentre stavano

giocando in spiaggia. Dopo dieci giorni il numero delle vittime continua ad aumentare e solo

da una parte. Dall’inizio dell’operazione dell’esercito israeliano – chiamata “Barriera protettiva”

– sono stati uccisi ben 246 palestinesi, in maggioranza civili; 1850 i feriti. Martedì il bollettino di

guerra ha registrato la prima vittima israeliana dopo una settimana di combattimenti: si tratta di

un uomo di 38 anni colpito dalle schegge di mortaio di una granata al valico di Erez, al confine

tra Israele e la striscia di Gaza.

In una nota dell’associazione Save the Children si legge che tra le vittime della nuova

escalation di violenze a Gaza, una su cinque è un bambino e questo numero continuerà a

crescere sino a quando non verrà siglato un accordo di lunga durata.

Il direttore generale del ministero della Sanità palestinese, Medhat Abbas, ha sollecitato la

comunità internazionale a fare pressioni su Egitto e Israele perché vengano aperti i valichi di

Gaza per consentire l’arrivo dei medicinali necessari per far fronte agli oltre 1.800 feriti.

Non c’è luogo sicuro nella Striscia di Gaza dove i civili possano nascondersi. I raid israeliani

hanno colpito ospedali, strade, zone residenziali.

Il popolo palestinese tenta in ogni modo di resistere alla guerra unilaterale portata avanti

da Israele, che, con la complicità dei media, si mostra al mondo come vittima di una

minaccia “terrorista antisemita”, mentre continua ferocemente la sua opera di repressione

in Palestina con bombardamenti, raid, demolizioni arbitrarie di case, omicidi “mirati”, arresti,

apartheid.

Ma nessuna voce viene data nei notiziari al dolore di un popolo che viene sottoposto a

politiche di segregazione e sfruttamento e che da più di 66 anni resiste con dignità e coraggio

nonostante la disparità di mezzi contro l’esercito di Israele.

Denunciare questo stato di cose non significa essere “antisemiti”, anzi, significa combattere

ogni forma di razzismo e sopraffazione portando avanti rivendicazioni di libertà, democrazia e

giustizia che accomunano tutti gli sfruttati e oppressi della terra che lottano per conquistare un

futuro dignitoso.

E’ per questo che anche in Italia dobbiamo mobilitarci per fermare questa inutile guerra, per

arrivare finalmente ad abbattere ogni frontiera, muro, checkpoint che ci divide dalle lotte dei

popoli sull’altra sponda del Mediterraneo.

Facciamo sentire a gran voce la nostra opposizione al silenzio delle istituzioni e del governo e la

nostra solidarietà al popolo palestinese!

Acqua, terra, libertà per la Palestina!

“L’Altra Europa per Tsipras” – Comitato di Fermo