Guai ad abbassare l’attenzione: è il momento della svolta!
Difficile immaginare l’esito elettorale consegnato dalle urne domenica scorsa. Un risultato
che ha smentito ogni previsione: ha deluso quanti attendevano conferme e già gridavano vittoria;
ha stupito nello stesso tempo quanti avevano timido sentore di positivi accadimenti.
Il Presidente del Consiglio è stato tra i primi a meravigliarsi di un successo elettorale di così
larghe dimensioni: le sue prime valutazioni sono state improntate a compostezza, misura, perfino
una punta di commozione. Un risultato che evidentemente carica di responsabilità enormi.
Non sono un estimatore, come tanti faccio fatica a orientarmi in mezzo a una politica non
sempre riconoscibile. Difficile negare, però, come il voto abbia segnato una svolta storica, oltre il
desiderio dei protagonisti. “La storia siamo noi. Perché -come dice una stupenda canzone- è la
gente che fa la storia!”.
Occorre riconoscere al premier la capacità di interpretare al meglio sentimenti e aspirazioni
delle persone, il bisogno di un reale cambiamento, in primo luogo. Non sempre le proposte sono
condivisibili. Tutt’altro. Alcune, però, di effetto, anche simbolico. Quale, ad esempio, l’eclatante
riferimento al bisogno di pulizia nell’Amministrazione Pubblica: “Lotta violenta alla burocrazia”.
Cacciare i manager incapaci!
Parole di sicuro effetto, appunto, che hanno certamente colpito molti. Perfino quanti, come
me, continuano a essere diffidenti e scettici nei confronti del personaggio.
A questo punto, serve -da parte di tutti- un robusto impegno, coerente, concreto e
determinato.
Per restare nell’ambito dello “spazio pubblico”, insostituibile per garantire legalità,
trasparenza, opportunità, i diritti di cittadinanza, occorre riproporre -tra le iniziative più urgenti a
livello locale- la riorganizzazione della macchina comunale per renderla più efficiente ed efficace,
secondo bisogni ed esigenze della comunità.
Abbiamo affermato più volte e in modo chiaro che, oggi, ci sono tutte le condizioni per un
intervento serio e adeguato, non oltre rinviabile. Non a caso, il Sindaco a tal proposito ha
riconosciuto la validità delle nostre opportune sollecitazioni nel pretendere misure e azioni decise e
coerenti.
È trascorso tuttavia altro tempo e, per quanto ci riguarda, non possiamo certo ritenerci
soddisfatti per le decisioni “a freddo”, assunte senza confronto e senza coinvolgere i lavoratori, ciò
che è indispensabile per sostenere il cambiamento, per dargli un’anima, affinché produca risultati
significativi e di qualità. Ragioni che consigliano un diverso approccio, altrettanto concreto, non
meno tempestivo, ma diversamente efficace per dedicarsi alla revisione di meccanismi farraginosi
di funzionamento, di quelle procedure obsolete che complicano la vita dei cittadini, oltre a non
agevolare il lavoro degli operatori.
Semplificare, rendere trasparente, nel rispetto della legalità.
Da troppo tempo è aperta una vertenza che si trascina per incapacità, disinteresse,
superficialità colpevoli di quanto hanno sin qui avuto responsabilità nella gestione, i cui risultati
sono sotto gli occhi di tutti. Una vertenza lasciata irresponsabilmente marcire.
Una situazione che adesso reclama forti segnali di discontinuità.
L’impressione è che l’iniziale slancio, con due nomine importanti (direzione e segreteria
generale), abbia affievolito l’effetto propulsivo. Una profonda azione di cambiamento dev’essere
sostenuta, oltre che da motivazioni, da un impegno incessante.
Guai ad abbassare l’attenzione. È indispensabile che il Sindaco, non a caso titolare della
delega al personale, la eserciti con continuità. Almeno fin quando tale processo non sarà
definitivamente decollato. Per queste ragioni, e per concentrarsi sulla riorganizzazione dei
servizi, bisogna girar pagina mettendo fine a una lunga e sfibrante stagione di contrasti.
Ciò che si auspica è un protocollo d’intesa che sancisca il nuovo inizio, concordando
finalmente soluzioni incisive a problemi ormai incancreniti; e nel contempo indichi strategie
d’intervento, con rinnovati e condivisi criteri di gestione che sostengano il nuovo modello
organizzativo, in gradi di moltiplicare forze e produrre energie, con la consapevolezza di agire
nell’interesse del bene comune, obiettivo verso il quale muovere senza indugio.
Ancona, 30/5/2014 Andrea Raschia