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Lotta alla burocrazia? Una sfida globale!

burocraziaSulla sfida contro la burocrazia possono e debbono ritrovarcisi tutti. La sfida alla burocrazia è anche un passo avanti sul cammino per il rilancio economico del Paese e dell’occupazione prima che sia troppo tardi. Enumerare tutti casi nei quali la burocrazia appesantisce o rende impossibili le procedure sarebbe opera enciclopedica. Basti pensare ad alcuni fatti in particolare tra i milioni di casi nei quali si imbatte quotidianamente il cittadino, imprenditore, contribuente. Nel giugno 2012 il governo dell’epoca annuncia uno stanziamento di 25 milioni di euro destinato all’assunzione di circa 2.000 ricercatori. Bene, voi direte è fatta, si punta sull’innovazione, finalmente l’Italia parte con il piede giusto! Da quel momento passano diversi mesi, tra errori, intoppi, malintesi, e infine la crisi di governo, ma il 23 ottobre 2013 il ministro Zanonato firma il decreto attuativo. Pensate sia cosa fatta? E no. Il decreto occorre farlo registrare alla Corte dei Conti, occorrono nel caso di specie 56 giorni, ma per renderlo esecutivo occorre inviarlo alla Gazzetta Ufficiale, la quale per pubblicarlo impiega la bellezza di 33 giorni, e a questo punto però l’iter è concluso. Neppure per sogno, infatti manca il modulo con il quale le imprese interessate potranno fare domanda, purtroppo l’articolo 3 del decreto impone per questo adempimento una gara d’appalto al fine di creare una piattaforma informativa dalla quale successivamente scaricare il modulo. La piattaforma costerà 600.000 euro, se non ci saranno altre sorprese a fine 2014 vedrà la luce l’operazione. E’ bene ricordare come a tutt’oggi, maggio 2014 solo il 50% delle leggi emanate dal governo Monti hanno avuto il decreto attuativo, quindi la metà sono inefficaci. Alcune associazioni di categoria come la CGIA di Mestre o la Confartigianato hanno calcolato che occorrono alle aziende italiane oltre 269 ore di lavoro per pagare tutte le imposte, mentre in Austria ne bastano 166, in Francia 132, in Svizzera 63. Se volete possiamo raccontarvi cos asta succedendo in Sicilia, dove la posa del secondo cavo sottomarino di collegamento per l’energia elettrica è bloccato per i “soliti” motivi burocratici, ma gli utenti pagano per questo ritardi 600 milioni in più sulla bolletta elettrica. Con una burocrazia come la nostra, con una amministrazione centrale e una burocrazia regionale, provinciale, è davvero possibile salvare questo Paese e agganciare sul serio la ripresa tornando seriamente a competere? Nessuno finora, a destra come a sinistra si era mai permesso realmente di mettere in seria discussione la burocrazia parassitaria, ma votante, che costa a noi cittadini la “modica” cifra di 61 miliardi, come quindici anni di IMU, e sufficienti a far tornare nelle tasche dei lavoratori non gli 80 euro lordi di Renzi, bensì 200  euro netti pro capite. Potremmo dire di quanto costa avviare un’impresa nel nostro Paese e di quanto pesano le imposte, come un socio occulto che non lavora, si avvale di una quota del 60%. Avviare un’impresa richiede in Italia all’incirca 78 adempimenti, contro i 6 del Regno Unito, i 4 degli Stati Uniti, mentre per avviare un rapporto di lavoro si può anche perdere la testa dietro ai 56 adempimenti italiani e all’unico (1) per gli Stati Uniti. Poi si chiedono per quale motivo le nostre aziende vanno all’estero. Renzi dice di voler usare la ruspa, forse meglio se blindata!

ARES