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Se un giorno l’ABI…….

0abiFacciamo sempre più fatica a pensare a questo Paese come a un Paese normale. Lo dicevamo giusto ieri a proposito della sentenza della terza sezione penale della Cassazione a proposito della condanna di un proprietario reo di aver fatto sgocciolare i vasi sul balcone di sotto, ma lo dicevamo anche in altre occasioni per le resistenze della burocrazia, per le scelte non scelte dei politici usi a celare la verità dei fatti dietro cortine fumogene. L’ultima resa di posizione dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana ha secondo noi passato il limite, il limite soprattutto della decenza. L’antefatto per chi lo ricorda e lo abbiamo più volte sottolineato è la rivalutazione delle quote delle banche italiane azioniste in Bankitalia. La prima cortina fumogena fu stesa quando si volle far credere che dalla rivalutazione non sarebbe venuto alcun beneficio alle banche stesse. Noi dicemmo, confermati dopo lunghi giorni dalla sola Stampa di Torino che per effetto del meccanismo che imponeva un limite alla partecipazione azionaria delle Banche in Bankitalia, la vendita delle quote eccedenti avrebbe procurato una lauta plusvalenza. Così è stato e sulla plusvalenza il governo ha deciso una seria tassazione, portandola dal 12% al 26%, come contributo in un momento di grave crisi del sistema bancario al sistema Paese. Apriti cielo. Si sono levati alti lai e le banche per mezzo dell’ABI hanno starnazzato come oche destinate al macello. Poi ieri l’affondo finale con velato, mica tanto, ammonimento o ricatto, del direttore dell’ABI Sabatini che afferma, “la tassazione ingiusta e retroattiva può generare una frenata da parte delle banche al credito per famiglie e imprese”. Ebbene direte voi dove sarebbe questo credito alle famiglie e alle imprese, visti i tanti suicidi di imprenditori e cittadini esasperati? Quello che più colpisce è la protervia di questi signori abituati a fare il loro comodo, come se il sistema bancario in molti casi non fosse in crisi e impossibilitato ad erogare credito per loro responsabilità gestionali, Monte Paschi, Banca Etruria, Banca Marche e potremmo continuare per un bel pezzo. Quello che ci meraviglia e l’atteggiamento remissivo del premier, perché non usa il suo potere, quello della Banca d’Italia, quello delle autority per riportare un po’ d senno nelle teste di questi signori?

ARES