Italiani sempre più poveri, si rivolgono alla Caritas
La separazione aggrava fino a quattro volte l’emergenza abitativa, costringendo gli ex coniugi a tornare a casa dai genitori o essere ospitati da amici. Anche il ricorso ai dormitori aumenta fortemente dopo la rottura di un legame di coppia, passando dal 1,5% al 18,3%. Emerge da un’anticipazione all’ANSA del Rapporto 2014 sulla povertà in Italia della Caritas Italiana che sarà presentata lunedì 31 marzo a Quartu Sant’Elena (Cagliari) nel corso del 37/mo convegno nazionale delle Caritas diocesane.
Il 61,8% delle persone che si rivolge alla Caritas per indigenza sono stranieri tranne al sud Italia dove invece col 59,7% prevalgono gli italiani. Lo rileva il 13/o Rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia su dati raccolti presso 814 Centri di Ascolto (Cda), su 2832 complessivi, di 128 diocesi (58,2%). Nel biennio 2012-13 è ”aumentata la richiesta di aiuto, la fila di persone davanti ai Cda si allunga ma non tutte le persone in difficoltà sono prese in carico”. 767.144 complessivamente gli interventi di aiuto e sostegno erogati nel 2013. Secondo il Rapporto che sarà presentato il 31 marzo a Quartu Sant’Elena (Cagliari) al 37/mo convegno nazionale delle Caritas diocesane e che riferisce dati del 2013, chi si rivolge ai Cda è in prevalenza donna (54,4%), è coniugato (50,2), è disoccupato (61,3%), con domicilio (81,6%). Ha figli nel 72,1% dei casi. Il 15,4% è separato o divorziato; il 6,4% è analfabeta o completamente privo di titolo di studio. La necessità più frequente è la povertà economica (59,2%), seguono i problemi di lavoro (47,3%) e quelli abitativi (16,2%). Tra gli italiani l’incidenza della povertà economica è molto più pronunciata rispetto a quanto accade tra gli stranieri (65,4% contro il 55,3%).