Cesetti su ddl Del Rio
E’ gravissimo ed intollerabile che un Parlamento di nominati, eletto con una legge dichiarata incostituzionale,
ed un Governo, insediatosi senza alcuna legittimazione democratica, decidano di privare il popolo sovrano
del diritto democratico di eleggere con il proprio voto i rappresentanti di una Istituzione della Repubblica
Italiana quale è la Provincia, così come delineata dalla Costituzione e per la quale i Padri costituenti
prefigurarono chiaramente organi elettivi attraverso libere elezioni.
Il provvedimento riguardante le Province, approvato dal Senato della Repubblica con il voto di fiducia,
che diventerà legge dopo la prevedibile e sicura approvazione alla Camera dei Deputati, non è coerente
con le disposizioni di cui agli articoli 1, 5, 114, 117, 118, 119 e della VIII Disposizione transitoria e
finale della Costituzione; inoltre, è in contrasto con le indicazioni europee, in particolare con la recente
raccomandazione all’Italia formulata dal Congresso dei Poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa il 19/
03/2013.
La Costituzione vigente assicura alle Province precise prerogative costituzionali che non possono
essere messe in discussione attraverso leggi ordinarie, come è stato ricordato dalla sentenza della Corte
Costituzionale n. 220/13, e la pretesa di anticipare con legge ordinaria gli effetti di una riforma
costituzionale, che richiede tempi e procedure assai complesse e definite, stravolge le più elementari
regole del diritto costituzionale e della stessa democrazia.
Si auspica che il Signor Presidente della Repubblica voglia tutelare le prerogative costituzionali delle
Province, ricordando al Parlamento ed al Governo i principi fondamentali della nostra Costituzione
repubblicana.
Il provvedimento licenziato dal Senato costituisce anche una colossale farsa in quanto non abolisce
le Province, ma interviene per impedire l’elezione diretta e democratica del Presidente e del Consiglio
Provinciale.
Inoltre, il nuovo riparto delle competenze previsto dal provvedimento getterà il Paese nel caos e creerà, per
la necessaria riorganizzazione, soltanto costi aggiuntivi, come più volte rilevato dalla stessa Corte dei
Conti, con pesanti ripercussioni negative sulla vita dei cittadini e delle imprese.
E le irrituali affermazioni del Presidente del Consiglio, che hanno accompagnato il varo del provvedimento,
costituiscono l’ennesima bugia che offende tanti amministratori locali che, gratuitamente o con indennità
minime e con gettoni di presenza irrisori, si sono assunti e continuano ad assumersi quotidianamente grandi
responsabilità nell’interesse dei cittadini.
Come Province non ci vogliamo sottrarre al confronto per una necessaria rivisitazione di tutta
l’architettura istituzionale del Paese attraverso la riforma del Titolo V, ma questo deve avvenire senza
inaccettabili ed inammissibili scorciatoie.
Pertanto sarà necessario mettere in campo tutte le azioni possibili affinché vengano riaffermati i principi
fondamentali della nostra Costituzione e della stessa democrazia, investendo la Corte Costituzionale.