Renzi e il fattore c
L’uomo è sicuramente fortunato, anche se non può sperare di utilizzare in eterno la quota fortuna per superare gli ostacoli molteplici sul cammino delle riforme, nè utilizzarla a lungo senza dare risposta concrete alle aspettative di risoluzione dei problemi declinate con forza nelle ultime settimane. Nei prossimi giorni lo scenario per il premier potrebbe assumere pieghe impreviste, sulla legge elettorale in primo luogo, la crisi forte dentro Forza italia potrebbe portare il partito di centro destra a prendere in considerazione modifiche sostanziali dettate dal timore di non avere certezza di agguantare il ballottaggio. Lo stesso partito del premier appare preoccupato dalla prospettiva neppure tanto remota di dover fare eventualmente il ballottaggio con un gruppo di euroscettici come i grillini del M5s. In secondo luogo non appare semplice portare a casa una politica di risparmi senza scatenare resistenze, veti, trabocchetti e pression. Lo “scontro” con l’ad delle Ferrovie dello Stato è senza dubbio un punto a favore del presidente del consiglio, ma ha una valenza solo populistica da spendere nell’immediato, portare a regime gli stipendi dei manager pubblici e altra cosa, così come è altra cosa tagliare gli sperchi e sciogliere definitivamente gli enti inutili evitando gattopardesche trasformazioni. Renzi conta molto sulla rapidità e sulla comunicazione efficace, dimentica di dover fare i conti con un Parlamento di nominati, spesso sensibili ai voleri degli onnipotenti burocrati, blanditi dalla piaggeria dei mannager delle aziende di stato o pubbliche, gelosi delle loro prerogative e privilegi. Infine poi il premier deve anche tener conto dei suoi avversari, dei competitor, dei veri o presunti alleati, di quanti sperano ce la faccia, ma in cuor loro sono più contenti di una sconfitta, tanto il Paese può aspettare. A questo proposito non è inutile leggere quanto ha dichiarato Squinzi, patron degli industriali di questo Paese, deindustrializzato, dopo la visita con il poremier in Germania, “sarebbe favorevole a spostare la propria azienda nel Canton Ticino” sic. E questi sarebbero i capitani d’azienda selezionati pe run incontro a livello internazionale? Renzi ha da guardarsi non solo le spalle………….
Ares