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Operai costretto a dimettersi cita l’Azienda in giudizio

0tecnoplastOperaio “costretto” a dimettersi per evitare una nota negativa sul libretto di lavoro: due sotto processo. Nel luglio 2009 avrebbero indotto un operaio a firmare le dimissioni, minacciandolo di licenziarlo con conseguenti annotazioni negative sul libretto di lavoro. È l’accusa da cui, il 17 aprile prossimo, Marco Gilè e Giovanni Lucidi, rispettivamente responsabile di reparto e direttore della Tecno Plast srl di Monte San Vito, si dovranno difendere davanti al Tribunale di Ancona. Il gup Francesca Zagoreo li ha rinviati a giudizio per concorso in estorsione ai danni di un 37enne di Jesi.

La parte offesa, costituita tramite l’avvocato Riccardo Leonardi, chiede un risarcimento danni di 200 mila euro. Le difese – avv. Franco Argentati e Marco Pacchiarotti – sostengono che l’operaio avrebbe dato le dimissioni spontaneamente e l’accusa sarebbe completamente destituita di fondamento. Nel giudizio è stata citata come responsabile civile la Tecno Plast Group srl, costituita tramite l’avv. Renzo Giantomassi. Anche l’azienda si professa del tutto estranea agli addebiti.

L’operaio ha riferito che, dopo un turno di lavoro, gli sarebbe stato contestato di aver rotto una sorta di phon usato per asciugare componenti in plastica. Gli sarebbe stato detto che aveva avuto già dei richiami precedenti e che, se non voleva essere licenziato con ripercussioni negative nella ricerca di un altro lavoro, doveva firmare l’atto di dimissioni. Alla fine lui avrebbe accettato. La difesa respinge questa versione dei fatti e ora sarà il tribunale a giudicare.