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Non basta la riforma elettorale!

01brocraziaQuanti hanno avuto la ventura di leggere il Messaggero questa mattina avrà notato un commento di spalla sulla necessità della riforma elettorale ed un articolo nell’interno su come ci vedono dall’estero. Perché ne parliamo in questa rubrica? Perché i due pezzi sono emblematici della situazione italiana e rappresentano la migliore rappresentazione dell’assenza di iniziative, riforme, semplificazione, modernizzazione di questo Paese. Il commento del politologo di spalla in prima pagina sottolinea l’inderogabile necessità della riforma elettorale quale panacea per gran parte dei mali dell’Italia. In qualche modo può aver ragione e sicuramente la legge elettorale è necessaria, ma da sola diciamo noi non può cambiare le sorti di questo Paese. Perché? Perché chiunque vinca le elezioni ha già dato prova di scarsa incisività e forse anche di incapacità ad affrontare e risolvere alla radice i mali endemici e diffusi dell’Italia. D’altro canto occorre anche sottolineare che le responsabilità, come è emerso in modo chiaro in questi giorni dopo le dichiarazioni del Presidente di Confindustria, cose che scriviamo da mesi, è solo in parte della politica, dei partiti o del Parlamento. Chi conosce, come Squinzi i meandri del potere non può fare a meno di mettere in luce le responsabilità della burocrazia, quella burocrazia che stringe a tenaglia la politica ed impone ad essa scelte di autoconservazione. Scelte che si identificano in norme astruse, una pletora di leggi, regolamenti, protocolli, norme attuative, decreti, nei quali la burocrazia sguazza e avviluppa la sua rete condizionante e pervasiva. Norme chiare, semplici, poche leggi e procedure trasparenti metterebbero fuori gioco la burocrazia parassitaria e autoconservatrice, che trae la sua forza dalle difficoltà giornaliere dei cittadini nel districarsi nella foresta normativa. In questo campo, nel non aver fatto piazza pulita dei paletti che costringono allo slalom i cittadini, alla mancanza di semplificazione, di norme per il rilancio dell’economia e della supremazia della politica sulla burocrazia è responsabile Letta e molti dei suoi predecessori.

ARES