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Destinati all’irrilevanza!

Come ogni anno, ad ogni appuntamento con l’approvazione del bilancio dello Stato arriva il decreto omnibus o milleproroghe. All’interno ci potete trovare di tutto, mance e mancette per il proprio collegio elettorale o per i gruppi di elettorato più eterogeneo, provvedimenti che nulla hanno a che fare con il contesto e alla fine arrivata anche la “porcata” per eccellenza, la proroga degli sfratti.

Nessun governo è immune, nessuna coalizione si è mai sottratta all’approvazione di un provvedimento quanto meno vergognoso ed irriguardoso per i cittadini onesti di un Paese civile, occidentale, democratico.

Nemmeno fossimo in un Paese del socialismo reale, dove certe decisioni dell’esecutivo cadono sulle teste dei cittadini in modo automatico e autocratico, ma in un Paese Europeo dove l’esecutivo punisce una categoria di cittadini colpevoli unicamente di aver investito i propri risparmi nel mattone. Un esecutivo largamente colpevole, come i precedenti di non aver affrontato per tempo e con mezzi adeguati il problema del disagio abitativo, costringe i proprietari ad inghiottire l’ennesima proroga, priva peraltro di alcun risarcimento del danno causato.

E si, perché parliamo di sfratti per morosità che non verranno eseguiti fino al giugno 2021, ma sarà poi questo l’ultimo termine? Parliamo in maniera esplicita di “esproprio” senza indennizzo della proprietà privata, una proprietà priva di reddito sulla quale il governo reclama IMU e tasse varie. Parliamo in particolare di sentenze di sfratto che non potranno essere eseguite, a fronte di una situazione di crisi nella quale si trovano moltissime famiglie italiane, composte di inquilini, ma soprattutto di proprietari privati di diritti e redditi.

Lo Stato semplicemente sospende alcuni diritti costituzionali e senza farsi carico delle difficoltà economiche di una parte degli inquilini, rovescia l’intero fardello sulle spalle dei proprietari di case, inasprendo ancora di più un conflitto tra cittadini di cui davvero non si sente il bisogno.

Il nodo è però un altro ed è rappresentato dal peso irrilevante di una categoria largamente maggioritaria nel Paese dove si contano percentuali altissime di proprietari, intorno al 76%. Seppure molti di questi siano mono proprietari, ve ne sono almeno 12/14 mln con un pacchetto di immobili consistente, rappresentante virtualmente un potenziale elettorale di una media forza politica.

Se questo è il potenziale, perché la categoria subisce periodicamente scelte irriguardose, non rispettose della legalità, economicamente dannose, fortemente penalizzanti dei propri interessi economici e dei propri diritti sanciti dalla Costituzione?

La risposta in parte sta nella frammentazione eccessiva della rappresentanza sindacale della proprietà, divisa tra una decina di sigle con poche decine di migliaia di aderenti reali, dal costume orami in voga nel Paese di fare a meno dell’intermediazione per cui i corpi intermedi sono visti come un fastidio, ma a questo fa da contrappunto la forza lobbistica degli inquilini, sempre pronti a trovare sponde inaspettate in anfratti della politica nostrana.

Il panorama italiano è anomalo rispetto al resto d’Europa e del Mondo, per una così alta percentuale di proprietari e per la loro irrilevanza politica, anche se eleggono loro malgrado oltre la metà dei rappresentanti parlamentari, ma senza un peso politico, un coordinamento effettivo di tutte le forze in campo sono destinati a soccombere rispetto alle decisioni dell’esecutivo, si tratti di tasse, di sfratti o più semplicemente di norme volte alla riqualificazione del patrimonio abitativo.

PdA